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Dentro o fuori, il Forlì a Fano per restare in LegaPro: "Normale avere tensione"

Gli avversari partono in vantaggio, avendo due risultati utili su tre per potersi salvare: "La tensione ci sarà per tutte e due le squadre perché domenica sera una squadra festeggerà e l'altra no", afferma Tonelli

Si avvicina l’ultimo appuntamento stagionale per i Galletti. Domenica allo Stadio Mancini di Fano si decreterà chi tra romagnoli e marchigiano resterà tra i professionisti. “Siamo abbastanza tranquilli - ha dichiarato Simone Tonelli - è normale avere un po’ di tensione, ma siamo consapevoli che dobbiamo ripetere la prova dell’andata per ottenere un risultato positivo”. Domenica scorsa al Morgagni la partita è finita in parità, nonostante la superiorità territoriale del Forlì: “Faccio fatica a capire cosa è mancato nell’ultimo match. Contro il Fano abbiamo sempre fatto vedere belle partite con una buona mole di gioco, ma abbiamo sempre pareggiato. Qualcosa ci manca, potrebbe essere un po’ di fortuna, perché la convinzione c’è”.

Gli avversari partono in vantaggio, avendo due risultati utili su tre per potersi salvare: “La tensione ci sarà per tutte e due le squadre perché domenica sera una squadra festeggerà e l’altra no. È una partita secca, non so se sia un vantaggio per loro. Sicuramente possono anche pareggiare per salvarsi, ma gestire un pareggio per 90 minuti non è facile”. Tonelli abita proprio nella città marchigiana, anche se non ha mai vestito la maglia del Fano: “I Fanesi hanno un grande tifo, lo abbiamo visto anche qua al Morgagni, come altre squadre più blasonate. Anche in casa si fanno sentire, mi aspetto di vedere uno Stadio pieno, sarà bello giocarci. Non ho mai giocato nel Fano calcio. Sinceramente speravo di incontrare un’altra squadra, però adesso ci siamo e deve vincere il Forlì”.

L’attaccante biancorosso ha spiegato cosa significa giocare una partita del genere e come si deve fare per gestire la pressione: “Avevo fatto i Playoff a Venezia e gli spareggi qui a Forlì tre anni fa. Sono partite particolari, rocambolesche, ricordo il goal di Djuric allo scadere con l’inferiorità numerica. Per gestire la pressione serve solidarietà tra compagni di squadra, spirito di sacrificio, fiducia e bisogna cercare di stare uniti per venirne fuori. Chi maschera meglio la tensione può aiutare gli altri”.

Il macedone Isnik Alimi ha segnato la prima rete proprio nel match di andata dei Playout: “Il goal arrivato al momento giusto, peccato che abbiamo pareggiato. Speravo che vincessimo. Ora non ha importanza chi segna, basta che vinciamo e siamo tutti felici”. Per il numero 25 biancorosso i Galletti non dovranno essere frenetici: “Domenica non dobbiamo partire all’arrembaggio. Ci sono novanta minuti, dobbiamo giocare con calma e pazienza cercando il goal, che se giochiamo come domenica scorsa arriva”. “A Forlì mi sono trovato benissimo con tutti - spiega Alimi - Non me l’aspettavo di giocare così tanto, sono molto contento. Il lavoro non è finito, mancano i 90 minuti che varranno il lavoro di un’intera stagione”.

Il giorno del suo arrivo, il 31 agosto scorso, Alimi si è presentato come attaccante. Nel corso della stagione il suo ruolo è cambiato, e si è imposto come mezzala: “Anche nelle scorse stagioni mi sono presentato come attaccante e poi ho giocato come mezzala. Quest’anno il mister pensava di farmi giocare in attacco, poi mi ha visto e ha capito che potevo esprimermi meglio a centrocampo. Devo ringraziarlo per avermi dato questa opportunità”. In merito al futuro, "penso solo a domenica, è l’unica cosa che mi interessa. Sono in prestito dall’Atalanta, ho ancora due anni con loro, vedremo cosa succederà. Spero di avergli fatto una buona impressione”.

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