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Sport e Covid è corsa alla... corsa. Come e quando iniziare, quali percorsi a Forlì e a cosa stare attenti

L'APPROFONDIMENTO - Tra le attività meno soggette restrizioni, essendo praticabile singolarmente, c’è il running, ovvero la corsa all’aperto

Il benessere psicofisico, in tempi di pandemia e restrizioni, è tutt’altro che scontato. Lo scorso 15 ottobre, l’Istituto Superiore Sanità ha pubblicò i risultati di uno studio effettuato su un campione di 20.720 persone, per misurare gli effetti psicologici delle prime restrizioni anti-Covid: i risultati evidenziarono come durante la quarantena fossero aumentati i livelli di ansia, depressione e sintomi legati allo stress, soprattutto nei soggetti di sesso femminile. Inoltre, la durata dell’esposizione al lockdown rappresentò un fattore predittivo significativo del rischio di presentare peggiori sintomi ansioso-depressivi.

Uno degli alleati per curare la salute psicofisica è (da sempre) lo sport. Tra le attività meno soggette restrizioni, essendo praticabile singolarmente, c’è il running, ovvero la corsa all’aperto. Come si diventa runner? Lo spiega Gianni Lacerenza, allenatore per il mezzofondo dell’Edera Atletica Forlì, che proprio pochi giorni fa ha aggiunto al suo club il settore “Podismo”. “La cosa più importante è avvicinarsi a un allenatore di atletica leggera, poi dipende dalla persona. Se si è in sovrappeso si comincia con la camminata, se invece si è una persona più evoluta fisicamente occorre fare un programma per abituare le articolazioni a sopportare il peso della corsa, non è una cosa semplice. Bisogna essere seguiti da allenatori preparati per non farsi male all’inizio”.

Corsa alternata a ripetute brevi/lunghe sono il pane quotidiano di chi “mastica” questo sport, unite a lavori di forza sulle salite. Certamente non esiste una scheda d’allenamento universale, tutto dipende dalla struttura fisica e dai punti deboli che si hanno: c’è chi necessita maggiormente un lavoro aerobico, e chi punta a migliorare la propria forza. Occorre evitare le ore più calde della giornata quando si pratica l’attività, secondo l’allenatore: “Il sole che ‘picchia’ in testa non fa bene. L’ideale sarebbe correre sempre o la mattina presto o il pomeriggio inoltrato d’estate, in questo periodo l’ora migliore è tra le 17 e le 18, poi tra qualche mese sarà intorno alle 20. In alternativa, la mattina presto”.

Come tutti gli sport, anche il running ha il suo piano di alimentazione: “Chi pratica lunghe distanze sceglie una dieta a base di carboidrati, d’estate e d’inverno occorre inoltre una reintegrazione di sali minerali e prodotti per ritrovare le forze, come gli amminoacidi ramificati, utili durante gli allenamenti più pesanti”. Il corretto abbigliamento da portare durante la corsa prevede, secondo l’esperto allenatore, “Una scarpa ammortizzata A3, oppure, per chi ha necessità, una scarpa antipronazione. D’inverno, quando fa freddo, è consigliata la calzamaglia termica. Ma l’errore che fanno molti è quello di coprirsi troppo, invece occorre farlo il giusto. Nel podismo bisogna vestirsi a ‘cipolla’ quando ci si allena, con più indumenti. D’estate un pantaloncino da ciclista evita la sfregatura con la coscia, abbinato a una maglietta traspirante”.

Infine, parlando dei percorsi più belli nella nostra provincia per i runner, Lacerenza elogia il Comune di Cesena: “Il percorso dei ‘gessi’ di Cesena è segnalato, con indicazioni di non abbagliare o intralciare i podisti in transito. Andare a fare sempre della salita però non va bene: un altro bel percorso è quello del fiume Savio, addirittura si può arrivare fino a Castiglione. È l’ideale per fare della pianura, anche perché non è fatto solo d’asfalto. Si potrebbe utilizzare a Cesena il 70-80% questo percorso e il 20-30% quello dei ‘gessi’”.  Per quanto riguarda invece il forlivese: “A Forlì c’è il campo di atletica leggera ‘Carlo Gotti’, che gode anche di una pista di 600 metri, oltre al percorso che da Vecchiazzano va a Massa: è una bella salita come i ‘gessi’ a Cesena dove ci si può allenare bene. Infine il percorso fluviale, che parte da Schiavonia e va a finire a Castrocaro”.

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