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Unieuro a Scafati per la serie che sa già d’impresa

Play-out salvezza, Forlì scende in Campania per le prime due gare della proibitiva serie con la lanciata (e corazzata) Givova: obiettivo depotenziare i cannonieri "gialloblè" Naimy e Jackson.

Ci siamo. Domenica, scatta la poule che dovrà – ribadiamo: dovrà – portare la Pallacanestro Forlì 2.015 alla permanenza in A2. A Scafati. Che, fuor di metafora, nella serie al meglio delle cinque sfide (il perdente avrà un’ultima speranza contro la perdente dell’incrocio Chieti-Reggio Calabria) è il peggior cliente possibile. Non tanto perché la Givova ha chiuso 14° il girone Ovest in barba a un roster costruito per fare i play-off in carrozza ma perché il finale di stagione l’ha vista travolgente e vincente 6 volte su 7 (ko solo a Biella). “Vincerne una là è l’obiettivo ma non sarà semplice – conferma Riccardo Castelli, ala titolare e anima pugnante dell’Unieuro –. Dovremo essere bravi a sfruttare il peso emotivo che Scafati avrà più di noi. Siamo carichi, vogliamo coronare un campionato fin qui durissimo con un bel finale.” Gli fa eco il coach Giorgio Valli: “abbiamo lavorato bene in settimana, l’impegno di tutti è stato all’altezza della posta in palio. Problemi a parte per Ferri (noie al ginocchio, ndr) la condizione c’è, lo spirito pure. Le vicissitudini passate per colpa nostra o meno, ci spingono a dare tutto e a voler portare a casa l’obiettivo della stagione. Le partite a Scafati non saranno quelle più semplici della vita ma, al di là degli aspetti romanzati, partiamo alla pari.” Pari, anche se il pallino oggettivamente l’avranno i gialloblù di Perdichizzi: “Sono partite che hanno peso specifico diverso, dovremmo essere concentrati sui temi tattici: sono un team esperto e solido, che casualmente si trova invischiato nella lotta salvezza. Temere l’ambiente? Pensiamo al campo, al fatto che troveremo un muro di giocatori in area pronti a calcare il nostro punto debole che è il tiro dal perimetro.” La Givova ha cambiato volto in corsa come Forlì e fisicamente è simile all’Unieuro. “Hanno 10 giocatori 10, tre americani sul perimetro. Hanno limiti, ma hanno cambiato molto per superarli e ci sono riusciti. Vero che siamo simili per fisicità, ma per esperienza ci superano nettamente.” Yuval Naimy e Darryl Joshua Jackson sono gli spauracchi in una rosa fortemente offensiva. Il play israeliano veleggia a quasi 16 punti di media e ben 7,4 assist per partita; la guardia americana, tentata da Forlì ai tempi dell’approdo di Melvin Johnson, sforna 19,6 punti (con un super 45% dalla lunga). Tommaso Fantoni (11,5 punti + 5,4 rimbalzi), Crow (9,8), Ammannato e Santiangeli danno ulteriore spessore offensivo. Non al top ma da temere come la nucleare nord-coreana, Tony Dobbins e Nika Metreveli. “Sì ma, a questo punto della stagione, queste gare in serie non le vincono i singoli ma chi ha l’umiltà tecnica di giocare di squadra.” Forlì, dunque, canta in coro, fallo per la tua piazza, i tuoi tifosi.

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