Nel curriculum plurisecolare della chiesetta romanica di Sant’Antonio Vecchio compare veramente di tutto: magazzino per foraggio, ricovero per senza tetto e persino sala da ballo. Dal 1954 è Sacrario dei Caduti forlivesi di tutte le guerre
Sulla facciata dell’edificio posto in viale Matteotti 73, c’è una lapide che ricorda il passaggio di Garibaldi da Forlì nel pieno della sua fuga dagli austriaci (la celeberrima Trafila), al termine della Repubblica Romana. Quando il palazzo comparve (l’abitabilità è del luglio 1955), ai forlivesi parve talmente alto che lo ribattezzarono “Il grattacielo”
“Nel 1922 – scrive Marino Mambelli in “900 forlivese, anzi italiano” – al confine con il Giardino Pubblico ebbe inizio la costruzione del grandioso e modernissimo Garage FIAT di Forlì”. L’automobile non era ancora un bene di massa, ma l’esigenza di un servizio d’assistenza alle vetture già circolanti, in gran parte FIAT, si avvertiva.
“Nel 1922 – scrive Marino Mambelli in “900 forlivese, anzi italiano” – al confine con il Giardino Pubblico ebbe inizio la costruzione del grandioso e modernissimo Garage FIAT di Forlì”. L’automobile non era ancora un bene di massa, ma l’esigenza di un servizio d’assistenza alle vetture già circolanti, in gran parte FIAT, si avvertiva.
Il Palazzo degli Uffici Statali, costruito fra il 1935 e il 1937 su progetto di Cesare Bazzani, in origine aveva una torretta alla sommità in puro stile razionalista. Il cronista Antonio Mambelli nei suoi “Diari” annota che la torretta è stata fatta saltare dai tedeschi in ritirata nella notte fra l’8 e il 9 novembre 1944
Costruita su resti paleocristiani del IV secolo, è il più antico centro di culto forlivese, anteriore persino a San Mercuriale. Nel corso del radicale restauro concluso nel 1788, la chiesa ha subito addirittura un’inversione dell’assetto. “La facciata che si apriva sulla riva del fiume (in via della Ripa) ora si apre dal lato opposto, su quello che è stato per secoli un piccolo cimitero”
Occupato da sfollati e senza tetto alla fine della guera, l’ex complesso conventuale di S.Caterina è stato teatro dell’opera caritativa e umanitaria di Annalena Tonelli prima della sua partenza per l’Africa, dove ha trovato la morte nel 2003. Distrutto il convento perché fatiscente, è stata recuperata la chiesa per adibirla a sala polifunzionale.
Aria di festa presso la comunità forlivese delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, residenti in corso Diaz 103, per la notizia che la fondatrice Madre Clelia Merloni sarà proclamata beata il 3 novembre prossimo a Roma
Porta Ravaldino è il più misterioso dei varchi principali d’accesso alla città, quando ancora era cinta dalle mura. Fino al XIV secolo, la porta originaria si trovava circa a metà dell'attuale Corso Diaz e recava il nome di Porta Merlonia
La Torre Comunale è stata ricostruita fra il 1975 e il 1977 grazie ad una sottoscrizione pubblica. Le cronache medioevali ricordano che era molto malvista dalla gente: spesso alla sua sommità erano appese le teste mozzate dei giustiziati, perché si potessero vedere da ogni angolo della città
Palazzo Pantoli con gli affreschi del Giani, via Masini, Palazzo Landini e i portici medievali delle case Monti: tutte perle incastonate fra piazza Saffi e corso Mazzini che sono andate perdute nel 1931, in seguito alla decisione di Benito Mussolini di realizzare il nuovo Palazzo delle Poste
Corso Mazzini, già Borgo San Pietro (in dialetto E’ Borg ad Sā Pir), é sempre stato il collegamento naturale dalla campagna alla città. Su quella strada si sono sempre affacciate vivaci imprese commerciali ed artigianali. Alcune operano tuttora, superando persino il secolo di vita
Nel 1957, nel grande spiazzo di corso della Repubblica che nell’immediato dopoguerra è stato punto di raccolta di mezzi militari dei tedeschi sconfitti, sorse l’Hotel della Città e de la Ville su progetto del grande architetto milanese Giò Ponti
Primo edificio ad essere costruito sul Guasto degli Orsi, il Monte di Pietà di Forlì, in vernacolo “e' mônt di Pègn”, vide la luce nel 1514. Dal 29 settembre 2007, al termine di lunghi ed accurati restauri, è divenuto ufficialmente la nuova sede della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì.
Per decenni denominato Orsi Mangelli in omaggio alla grande industria de “e’ Manzel” fondata nel 1925 dai conti Raffaele e Paolo Orsi Mangelli, l’attuale piazzale del Lavoro ha cambiato nome negli anni Settanta
Una straordinaria foto d’archivio di inizio ‘900 dà l’occasione per immortalare una delle chiese più interessanti e popolari del panorama storico-artistico forlivese: Santa Maria del Fiore
Con Piazza Cavour, già intitolata a Giuseppe Garibaldi e prima ancora a San Francesco, siamo nel cuore popolare dell’Urbe. Non a caso, i forlivesi la conoscono da sempre come la piazza delle Erbe o delle Ortolane. Fino al 1815 la parte nord era occupata dalla chiesa di San Francesco Grande con la leggendaria Cappella Lombardini
Il piazzale all’intersezione delle vie Matteotti, Oriani, Oberdan, Regnoli e Sauro fa riferimento alle tre Guerre d'Indipendenza sostenute dal Regno sabaudo in funzione dell’Unificazione d’Italia.
Alla fine del XIX secolo, i governanti forlivesi cominciano ad avvertire la necessità di intervenire sulla “Domus Dei”, posta nell’allora Borgo Cotogni, per renderla più moderna e funzionale. La decisione di costruire un nuovo ospedale, utilizzando l’area restrostante il vecchio, fu inevitabile.
La particolarità della chiesa di San Filippo Neri, in via Giorgina Saffi, è di essere stata eretta su parte del Guasto degli Orsi. L’annus horribilis per San Filippo Neri fu il 1967: valutato antieconomico recuperare l’ex convento dei Filippini, ammalorato da danni bellici e incuria, si decise la demolizione. Al suo posto è sorta la Scuola Elementare Diego Fabbri
La Cattedrale di Forlì è uno scrigno di tesori misconosciuti. Basta una rapida ricognizione di lapidi e simboli presenti all’interno, per scoprire il sorprendente legame della chiesa madre dei forlivesi con Pio IX, l’ultimo papa re
Seppur inutilizzato da decenni, il complesso immobiliare che si protende su via Dandolo e via Paradiso per un’estensione di circa 2.000 metri quadri, può essere ancora recuperato, a cominciare proprio dall’antica chiesa. I fratelli Strocchi proprietari del complesso, manifestano chiare intenzioni di vendita. Che sia il preludio di un improrogabile intervento di recupero?
Molti concittadini – scrive Gianluca Laghi nel suo libro “Storia del Verde a Forlì” - probabilmente non sanno che è stato da poco celebrato il bicentenario del Parco della Resistenza, frequentato ed amato da tante generazioni di forlivesi. Il primo polmone verde di Forlì risale, infatti, al 1816.