Nell'occasione il riconoscimento è stato attribuito anche al forlivese Ennio Ortali, nipote di Alfredo, il cui nonno nel 1915, quando era dipendente del Comune di Dolo, partì come volontario
Venerdì 25 agosto 1944: su Forlì va in scena un altro tragico bombardamento, il secondo per entità di morti e feriti dopo quello del 19 maggio, che aveva mietuto 140 morti e circa 250 feriti
Fu così che i forlivesi inventarono la scampagnata di massa? La Pasqua del 1512 portò il terrore della guerra in Romagna. Forlì si svuotò e si trasferì a Faenza.
"In piazza Saffi, dalla marea umana agitata saliva un tumultuare di voci: la popolazione si rovesciava per le strade in ansia a interrogare o per avviarsi di corsa al centro, incredula di tanto evento"
Fino agli anni Settanta rimanevano i ruderi di un chiostro duecentesco. Accanto, anche un'abside di una chiesa sventrata dai bombardamenti. Invece di salvare il salvabile, fu raso al suolo tutto.
Nel 1944, la torre civica minata dai tedeschi in ritirata cadde rovinando sul Teatro Comunale. Qualche mese prima si era conclusa l'ultima stagione con "Il Barbiere di Siviglia".
A 71 anni di distanza, la perdita della chiesa quattrocentesca rimane una ferita insanabile. Quella domenica, Forlì era libera da un mese e un giorno e nessuno avrebbe mai ipotizzato lo scenario di distruzione e morte che stava per colpirla