Il sottufficiale in congedo Marcello Scarpellini, l’ultimo residente nell’ex Monastero della Ripa, rievoca il coraggio di centinaia di operaie forlivesi, che il 27 e 28 marzo 1944, subito dopo la morte di 5 giovani renitenti alla leva messi al muro nel cortile posteriore della caserma, si astennero dal lavoro riuscendo ad evitare la fucilazione di altri 10 disertori
Un affresco corale di un momento storico cruciale per l’Italia e l’Europa. Storie e personaggi in carne e ossa, ma narrati in modo vivace per portare il lettore sulla scena
Dalle finestre del suo alloggio, il sottufficiale in congedo, classe 1942, ha una vista privilegiata del gigante addormentato, la più grande area dismessa nel centro storico di Forlì: “Mi auguro che si possa presto intervenire per restituirla all’uso collettivo”
Dal Popolo di Romagna del 4 febbraio 1933: “Con la massima regolarità e disciplina si sono compiuti il trasloco e la sistematizzazione delle scuole della città, nel nuovo e grandioso edificio scolastico rionale intitolato a Rosa Maltoni in Mussolini sul viale Benito Mussolini”. Il 10 aprile 1945 la scuola viene dedicata ad Edmondo De Amicis.
Dove sono finiti i leoni in sasso bianco che per oltre un secolo, dal 1825 al 1927, hanno ruggito a Porta Cotogni? Quel che è certo è che l’antica Strada Petrosa, poi divenuta Borgo Pio, Corso Vittorio Emanuele, Ettore Muti e della Costituente, fino all’attuale Corso della Repubblica, rimane il “dominus” degli accessi all’urbe
I bombardieri americani apparvero alle 9.45, accanendosi sull’area ricompresa fra il “Ponte del Vapore” in via Ravegnana e l’abitato di Viale Vittorio Veneto
“Chi può metta, chi non può prenda”. Ci volevano un forlivese devoto a San Giuseppe Moscati e l’emergenza Coronavirus per riportare alla luce la funzione caritativa della Chiesina del Miracolo, svolta soprattutto nel periodo dal 2011 al 2014 in cui è stata custodita ed officiata da mons. Livio Lombardi
Mantenere vivo il ricordo del sacrificio dei quattro partigiani Silvio Corbari, Iris Versari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli, appesi il 18 agosto 1944 al lampione di Piazza Saffi posto di fronte a Palazzo Albertini, è assolutamente doveroso, al punto che i pali di tutti i candelabri centrali della piazza, risalenti al 1933, saranno smontati e sostituiti sotto stretta supervisione della Soprintendenza
Tra il 30 aprile e il 1° maggio 1282 si registrò il fatto più clamoroso della storia della città. E i forlivesi dovrebbero ringraziare anche oggi Guido da Montefeltro.
"Lo scritto - illustra lo storico Gabriele Zelli - prende spunto dall'attuale situazione di emergenza sanitaria creata dal diffondersi del virus Covid-19"
Basta leggere le cronache del tempo, tratte dal “Diario degli Avvenimenti in Forlì e Romagna dal 1939 al 1945” di Antonio Mambelli e da “Usfadé” di Salvatore Gioiello e Lieto Zambelli, per capire che a Forlì, nei giorni che precedettero la data convenzionale della Liberazione d’Italia dal nazi-fascismo, le pene della popolazione non erano certo cessate
"Il libro, il film-documentario e la mostra sono stati presentati in sei iniziative pubbliche facendo registare ogni volta un'ottima partecipazione di pubblico
Nel caso specifico fu istituita una ristretta Commissione Speciale di Sanità composta, per citare solo i personaggi storicamente più noti, dai conti Giuseppe Mangelli e Antonio Colombani
Gli affreschi inneggianti ai “trionfi” del fascismo, che Francesco Olivucci aveva realizzato nel salone d’onore della Prefettura per un’ampiezza di ben 150 metri quadrati, non sono più visibili, forse scialbati nel secondo dopoguerra. La studiosa Flavia Bugani è convinta che, con le moderne tecniche potrebbero anche essere recuperati
Impoveriti dalle guerre che Francia e Spagna avevano mosso per contendersi i fragili Stati italiani, ai forlivesi, nel XVI Secolo, fu imposta la sobrietà.