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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Così piccola e così fastidiosa: la trombicula

La Trombicula predilige ambienti caldo-umidi nei quali, a seconda delle condizioni climatiche, può compiere da 1 a 5 cicli riproduttivi completi in un solo anno

Vi è mai capitato, dopo un’escursione, di ritrovarvi decine e decine di fastidiosi ponfi, che provocano un fortissimo prurito? È opera della Trombicula: conosciamola meglio. La Trombicula (Trombicula autumnalis) è un piccolissimo acaro di colore rosso, della dimensione di un granello di sabbia, appartenente alla famiglia dei Trombiculidi, che vive nella boscaglia e nei prati, in ambienti caldo-umidi. Fra l’estate-autunno, praticando trekking o lavorando tra la vegetazione, sugli alberi o nelle zone marginali di boschi e praterie, è molto probabile contrarre la “trombiculosi”, una parassitosi umana occasionale, che si manifesta con una dermatosi con lesioni simili a punture di insetto: l'uomo è infatti un ospite occasionale. È bene sapere però che a provocare questi forti pruriti non è la forma adulta dell’acaro, bensì la sua forma larvale: gli adulti infatti vivono sul suolo, nutrendosi dei fluidi delle piante o delle uova degli insetti o delle loro larve.

La Trombicula depone le proprie uova al suolo, nel periodo primaverile-estivo: la schiusa avviene dopo circa 10 giorni, generando delle larve rossastre, lunghe un decimo di millimetro e dotate di sei zampe (anche se la Trombicula non è un insetto, in quanto appartenente alla classe degli Aracnidi, la stessa dei ragni, cioè di tutti quegli animali a otto zampe). La larva, che cerca nutrimento spostandosi rapidamente sulla bassa vegetazione, ha bisogno di proteine animali per completare la metamorfosi in adulto, pertanto è perennemente alla ricerca di un ospite a cui attaccarsi: può, indifferentemente, colpire un animale o l’uomo (che sempre animale è… in effetti!). Su quest’ultimo va a cercare quelle zone dove lo strato epidermico è più sottile e umido: caviglie, cosce, inguine, polsi, ascelle, seno, pancia. Si muove sul nostro corpo molto velocemente, grazie alle lunghe zampe: per raggiungere la zona della cintura (la sua preferita), partendo ovviamente da terra, impiega 15 minuti. Una volta che è sulla pelle, impiega più di 1h per cercare la zona ideale per mangiare e, se lungo il percorso trova degli ostacoli (una cintura o un elastico), non li supera, ma si ferma e inizia a mangiare. Le larve iniziano a nutrirsi (per un periodo di 2-10 giorni), inserendo piccolissime parti specializzate della bocca nelle depressioni cutanee, quali i pori o i follicoli dei peli.

La puntura non è dolorosa, né percepibile, e la sua presenza passa inosservata per qualche ora, da quando la larva ha iniziato a nutrirsi. Durante questo periodo inocula senza fretta la sua saliva, provocando lo scioglimento delle cellule epiteliali e formando così una poltiglia di cui si nutre. Una volta che il pasto è terminato, può abbandonare l’ospite per ritornare al suolo dove, nel giro di 5-6 settimane, si metamorfosa in ninfa a 4 zampe (nelle sue tre fasi - protoninfa / deutoninfa / tritoninfa), penultimo stadio prima della trasformazione nella sua forma adulta.

Come già detto, la Trombicula predilige ambienti caldo-umidi nei quali, a seconda delle condizioni climatiche, può compiere da 1 a 5 cicli riproduttivi completi in un solo anno. Il periodo di maggiore attività è il pomeriggio, quando la temperatura al suolo è superiore ai 19°C, si inattiva sotto i 15°C, mentre al di sotto dei 6°C muore (quindi al termine delle escursioni invernali non si riscontrano i problemi finora descritti).

Ma perché avvertiamo questo forte e persistente prurito?  La saliva della Trombicula contiene un potente enzima digestivo, che scioglie i corneociti (particolari cellule dell’epidermide), al fine di produrre il cibo necessario; dopo qualche ora si formerà una struttura tubolare (chiamata stilosoma): questo tubicino è una specie di cannuccia attraverso la quale la Trombicula succhia il tessuto epiteliale disciolto dalla saliva. Il forte prurito che avvertiamo è scatenato dall’infiammazione e irritazione dei tessuti circostanti lo stilosoma. Se non viene allontanata, la Trombicula continua nella sua azione, iniettando saliva e nutrendosi a fasi alterne: maggiormente dura questa azione e più lo stilosoma procede in profondità (di solito completa il pasto in 3-4 giorni, anche se frequentemente viene grattata via prima). L’apice del prurito avviene dopo 2-3 giorni dalla puntura e cessa dopo circa 7-10 giorni, quando cioè  lo stilosoma (causa del prurito) viene eliminato dall’organismo.

Donne e bambini sono più soggetti alla trombiculosi, per via della loro pelle più sottile: quando facciamo delle pause (durante un’escursione), se temiamo la presenza di questi acari, è bene sedersi sulle rocce esposte al sole oppure restare in piedi. Anche un idoneo vestiario può aiutare: evitare maniche corte, pantaloni corti o sandali. Inoltre l’uso di repellenti per insetti può essere utile a prevenire possibili punture, applicandoli regolarmente sia sulla pelle sia sugli indumenti (in particolare sui bordi da cui potrebbero entrare le larve). Da notare che anche i cani possono essere colpiti dalla Trombicula, provocando una dermatite talmente pruriginosa e insopportabile, che il cane cerca di mordere le zone in cui prova il fastidio (generalmente la dermatite si localizza attorno al naso, sulla parte anteriore delle zampe, sulla piegatura del ginocchio, davanti ai garretti, sull’addome, le cosce, le orecchie).

Non vi è una specifica terapia per trovare sollievo da questo prurito, in quanto lo stesso scompare nel momento in cui lo stilosoma viene eliminato: nel caso comunque possono essere utilizzati antistaminici o cortisonici topici (chiedere sempre comunque un parere al farmacista o al medico di famiglia).
Ovviamente è consigliata anche una doccia con acqua calda e sapone, per eliminare sia le larve che stanno correndo sulla pelle in cerca della zona da pungere, sia quelle che sono già attaccate. Camminiamo dunque per boschi, prati o foreste, ma occhio a non essere "trombiculati". 

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