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La festa patronale

Madonna del Fuoco, Forlì celebra la patrona. Tornano le bancarelle, alla festa col green pass

La solennità più amata dai forlivesi si riaccende col suo carico di tradizioni plurisecolari: dai lumini su balconi e davanzali la notte della vigilia, alle funzioni religiose in Duomo nel giorno della patrona (4 febbraio), senza dimenticare il rito profano della fiera ambulante, con ben 222 banchi dislocati in pieno centro storico dalle 8 alle 20

Forlì in festa per la Madonna del Fuoco. La solennità più amata dai forlivesi si riaccende col suo carico di tradizioni plurisecolari: dai lumini su balconi e davanzali la notte della vigilia, alle funzioni religiose in Duomo nel giorno della patrona (4 febbraio), senza dimenticare il rito profano della fiera ambulante, che riprende dopo la sospensione del 2021 dettata dal covid, con ben 222 banchi dispiegati su piazza Saffi, via delle Torri, via Quadrio, piazza Cavour, via Orselli, piazza Ordelaffi, piazza Giovanni Paolo II, piazza Duomo e corso Garibaldi. L'orario è dalle 8 alle 20. Per l’accesso, trattandosi di fiera locale, è necessaria la certificazione verde. Nell’impossibilità di delimitare l'area di svolgimento, sarà predisposta adeguata cartellonistica e potranno essere effettuati controlli a campione tra i clienti.

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Le celebrazioni in Duomo

In Cattedrale, cuore liturgico della festa, tutte le celebrazioni si tengono nella navata centrale, dominata dall’icona miracolosa della patrona appositamente traslata dalla Cappella seicentesca a lei dedicata. Saranno allestiti posti a sedere per i fedeli che vorranno partecipare alle liturgie e un settore specifico per coloro che entreranno solo per una preghiera. Il servizio di accoglienza garantirà il flusso delle persone, con ingresso dalle due porte della facciata principale della Cattedrale e uscita dai due accessi laterali. Altri volontari garantiranno l’igienizzazione delle panche prima e dopo ogni messa. Le celebrazioni solenni in onore della Madonna del Fuoco si aprono giovedì, alle 17.30, con i primi vespri e il canto delle litanie, seguiti alle 18.30, dalla messa presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza. Come da tradizione, sin dal tramonto della vigilia la città si colorerà dei tanti lumini accesi ai davanzali delle finestre, a ricordo del prodigio occorso nella gelida notte fra il 4 e il 5 febbraio 1428. Venerdì sono previste celebrazioni eucaristiche a tutte le ore, in un arco temporale che va dalla messa delle 6 per i più mattinieri, all’ultima funzione delle 19.15. Se alle 8.30 presiederà il vescovo emerito di Forlì-Bertinoro mons. Lino Pizzi, alle 9.45 sarà la volta di mons. Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina.

Alle 11 è in programma il solenne pontificale presieduto da mons. Corazza, con cui concelebreranno i vicari episcopali, i canonici, i vicari foranei, i superiori degli ordini religiosi, mons. Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro, mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone e mons. Maurizio Malvestiti, arcivescovo di Lodi e Gran Priore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme della luogotenenza dell’Italia settentrionale. Al termine, mons. Malvestiti consegnerà a mons. Corazza le insegne di Priore della delegazione di Forlì del Santo Sepolcro. Al pontificale delle 11, con diretta sull’emittente Teleromagna (canale 14), sarà presente anche il sindaco di Forlì Gianluca Zattini. Nel pomeriggio si segnala la messa delle 18 officiata dal vicario generale diocesano don Enrico Casadei Garofani, seguita alle 19.15 dalla liturgia eucaristica presieduta da mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola. Per tutta la giornata, davanti alla Cattedrale sarà allestito un banco a cura dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. Sabato celebrazione delle sante messe in suffragio dei defunti zelatori e benefattori del culto della Madonna del Fuoco.

La storia

La devozione tutta forlivese per la Madre celeste nasce dal rovinoso incendio scoppiato nella notte fra il 4 e il 5 febbraio 1428 nell’abitazione-scuola di Lombardino Brusi. Di questa misteriosa figura si sa solo che, sceso a Forlì da Rio Petroso, borgo montano oggi disabitato posto sul Carnaio tra Bagno di Romagna e Santa Sofia, aveva insegnato agli alunni a leggere e scrivere, ma anche a pregare davanti all'immagine della Madonna custodita nella scuola. Era una fragilissima xilografia su carta risalente al XIV secolo, raffigurante la Vergine col Bambino circondata dai santi. Secondo quanto tramandato dal cronista e pittore Giovanni di Mastro Pedrino, al secolo Giovanni Merlini, uno dei testimoni oculari del miracolo, in quei giorni a Forlì faceva un freddo incredibile: agli studenti non parve vero di rimanere davanti al camino ardente fino a tardi, salvo poi dimenticarsi di spegnere le braci. Il rogo divampato nel cuore della notte ridusse in cenere l’intera abitazione.

Scrive Merlini, alla base della lunetta in stile tardo gotico raffigurante il miracolo, da lui stesso dipinta: “E fò nel 1428 a dì 4 febraro. Qui se demostra como per vertù de Nostra Donna broxando questa casa non ghe remase altro che la sua figura in una carta imbrocada in un’asse e la quale è in questa cappella e fa molti mirachuli”. L’attuale cappella della Madonna del Fuoco posta in Duomo, fu inaugurata ufficialmente il 4 febbraio 1636. Nel 1638 fu eretta anche una colonna votiva al centro della piazza Maggiore, oggi dedicata al triumviro Saffi. Il monumento ha dominato il Campo dell'Abate fino al 14 ottobre 1909, giorno del suo abbattimento per mano di un gruppo di anarchici capitanati da un certo Benito Mussolini. Nel 1928, colonna e statua sono stati collocati nel sito odierno accanto alla Cattedrale. 

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