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Martedì, 30 Aprile 2024
La storia

Addio all'ex segretario di stato americano Henry Kissinger. A Forlì tenne una lezione di politica internazionale

Era il 5 aprile del 1991. E in quell'occasione invitò Israele a rinunciare, in favore del popolo palestinese, ad una parte dei territori occupati

Venne a Forlì per tenere una lunga lezione di politica internazionale davanti ad oltre 400 studenti. Era il 5 aprile del 1991. E in quell'occasione invitò Israele a rinunciare, in favore del popolo palestinese, ad una parte dei territori occupati. Trentadue anni dopo il tema è ancora d'attualità. L'ex segretario di stato americano, Henry Kissinger, si è spento giovedì a 100 anni, nella sua casa in Connecticut, negli Stati Uniti. Esponente storico del partito repubblicano, è stato consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato dal 1969 al 1977, durante le presidenze di Richard Nixon e Gerald Ford.

È stato protagonista della politica estera americana anche per i suoi metodi che non escludevano invasioni di campo su governi e politici stranieri, per salvaguardare a tutti i costi il potere statunitense, all'insegna di realpolitik e anticomunismo sfrenato. Ha vinto il premio Nobel per la pace nel 1973. Sostenne il bombardamento della Cambogia e il golpe militare di Augusto Pinochet in Cile. È stato consigliere di dodici presidenti americani, da John Kennedy a Joe Biden. Kissinger era rimasto attivo anche da centenario, recandosi in Cina lo scorso luglio per incontrare il presidente Xi Jinping. A luglio ha incontrato anche la premier italiana Giorgia Meloni, a Washington.

La visita a Forlì

A Forlì venne invitato dal Magnifico Rettore dell'Università di Bologna per la sede di Forlì di Scienze Politiche e da Romano Prodi per ricordare l'assassinio del professor Roberto Ruffilli. Durante le due ore di lezione parlò della democrazia americana. Parò, come documentato nell'articolo pubblicato su "L'Unità" a firma dell'inviato Andrea Guermandi, di "un futuro difficile, in cui sono molti i soggetti che hanno cambiato la propria identità". Dal crollo del Comunismo nei Paesi dell'Est all'Europa, "che diventerà un'entità unica", mentre "la Cina lentamente si sta facendo strada" e "il Giappone è già una superpotenza".

Non vedeva minacce da parte sovietica "per i prossimi cinque, dieci anni", aggiungendo: "Appena Mosca sistemerà in qualche modo i suoi problemi si attiverà in Medio Oriente". Quanto all'economia, "ci sarà concorrenza tra Usa e Europa, ma si potrebbe trasformare in un elemento di cooperazione". Sulla crisi del Golfo, "non ci sarà una soluzione definitiva nè in Palestina, nè in Libano, nè probabilmente in Irak. Israele dovrà liberare alcuni territori occupati".  Al termine della lezione venne anche contestato da alcuni componente del 'Fronte della Gioventù" al grido di "Yankee go home" e "Giù le mani dal Golfo, dalla Palestina, dal mondo. Fuori la Nato dall'Europa". Un altro aneddoto della visita di Kissinger è legato allo storico fotografo de "Il Resto del Carlino", Sante Montanari, scomparso il 23 agosto del 2022 all'età di 86 anni. Per avere il primo piano del premio Nobel per la Pace gridò "Uei Kissinger". E foto fu. 

La biografia

Heinz Alfred Kissinger era nato a Fürth in Baviera da una famiglia ebrea nel 1923. I suoi lasciarono la Germania nel 1938 in seguito alle persecuzioni antisemite dei nazisti e approdarono prima a Londra e poi a New York. Qui Heinz si fece chiamare Henry e si arruolò nel 1943 insieme al fratello nell'esercito degli Stati Uniti. Successivamente acquisì la cittadinanza statunitense. Alla fine della guerra si laureò ad Harvard, poi divenne professore di ruolo all'università. L'incontro con Nelson Rockefeller lo proiettò in politica: divenne consulente di Eisenhower, Kennedy e Lyndon Johnson. Il suo primo libro, "Armi nucleari e politica estera", divenne un best seller. Dopo l'omicidio del presidente divenne segretario di Stato di Richard Nixon.

Henry Kissinger costruì la distensione verso l'Urss e il disgelo con la Cina. Organizzò anche il viaggio di Nixon a Pechino. Vinse il premio Nobel per gli accordi di Parigi sul cessate il fuoco in Vietnam: all'epoca due giurati si dimisero per protesta. Dopo il Watergate, continuò a collaborare con l'amministrazione statale con l'approdo di Gerald Ford alla Casa Bianca. Dopo aver lasciato il governo nel 1977 fondò il suo studio di consulenza. Fu contestato per il suo appoggio ai regimi militari argentino e cileno in America Latina. Sostenne anche l'Indonesia durante l'invasione di Timor Est e la Turchia a Cipro. Organizzò anche un ponte aereo per fornire armi a Israele dopo l'attacco dello Yom Kippur del 1973. In seguito negoziò con Siria ed Egitto, portandoli fuori dalla sfera di influenza dell'Unione sovietica.

Kissinger rimase attivo nella politica estera americana anche negli anni Ottanta e oltre. Nel 2001 un giudice argentino lo accusò di complicità nell'operazione Condor, il coordinamento segreto tra i servizi segreti delle dittature militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay, che sterminò una generazione di giovani di sinistra negli anni '70 in America Latina. George W. Bush lo nominò presidente della commissione di indagine sull'11 settembre. Lui si dimise qualche tempo dopo.

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