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Cronaca

Alessandro vince la propria sfida e conquista la Maratona di New York: "Ho pianto. Un'emozione incredibile"

Alessandro ha concluso la maratona di New York, completando i 42.195 metri che attraversano i cinque grandi distretti della Grande Mela

Sfoggia orgoglioso la medaglia. Ricordo di quella che Vasco Rossi canterebbe “Una splendida giornata”. Alessandro Zaccheroni ha vinto domenica scorsa la propria sfida. Il networker ed amministratore di "Portalidea Srl", un'azienda di Forlì che si occupa di sviluppo app, siti web e promozione sul web, ha concluso la maratona di New York, completando i 42.195 metri che attraversano i cinque grandi distretti della Grande Mela. Un'avventura nata quasi per caso, da una scommessa con la moglie (qui l'articolo).

Che si è tramutata in una sfida con se stesso, mettendosi a dura prova e scoprendo i benefici dello sport all’aria aperta che poi si sono riversati positivamente sulla vita quotidiana. “Se sono riuscito a farla io con un problema ad un anca, se la fanno persone con gambe artificiali, se lo fanno ragazze in stampelle ed altro, la possono fare tutti – esclama Alessandro -. Basta avere una grande volontà di superare i propri limiti e vincere sfide stimolanti”. E nel 2020 Ale ci riproverà con nuovi obiettivi

Che esperienza è stata e perchè? 
E' stata un'esperienza incredibile, indimenticabile che rimarrà per sempre nella mia mente e nel mio cuore. I perchè sono molti: dal pubblico spettacolare sempre pronto a dare sostegno ai runners, alla musica lungo le strade (rock, pop, disco, r&b e gospel) quasi sempre live, all'emozione di partecipare alla Maratona di New York, al superare i propri limiti.

Come è stata organizzata la giornata? 
E' la prima maratona a cui partecipo, ma penso che l'organizzazione abbia fatto un gran lavoro ed un grosso grazie va sicuramente alle migliaia di volontari ed alle forze dell'ordine presenti ad ogni miglio a dare assistenza ai runners. Anche i poliziotti incitavano lungo il percorso. Sicuramente "bloccare" buona parte di New York per un giorno intero per oltre 53mila persone non è cosa semplice.

Quale è stato il momento più bello? 
Sicuramente l'arrivo. Essere riuscito a completare un percorso non semplice con un tempo non pensabile per me fino a quel momento è stata una emozione incredibile. Ho pianto all'arrivo. L'emozione era troppa.

Cosa ti ha sorpreso di più? 
E' stato il calore del pubblico. E' difficile da descrivere. Adulti e bambini che volevano "darti il cinque", altri che ti incitavano a voce dicendo di continuare così o che stavamo andando bene, altri che ti davano acqua e cibo. Tutti ti spingevano verso il traguardo. Veramente incredibile. L'altra cosa che sicuramente mi ha sorpreso è che durante il tragitto di ritorno in hotel dopo la Maratona, tutte le persone che incontravi ti facevano i complimenti. A New York è un evento veramente sentito.

Hai fatto amicizie? 
Ho stretto diverse amicizie con persone del mio gruppo, amicizie che sicuramente andranno avanti nel tempo. I giorni trascorsi a New York sono stati molto belli. Tanti runners per le strade.

C'erano altri forlivesi? 
Non ho incontrato forlivesi da me conosciuti, ma ho visto che anche Lorenzo Lotti era presente anche se non abbiamo avuto modo di incrociarci. Ed ho visto che ha fatto un grande tempo.

Hai incontrato difficoltà? 
Quelle principali sono state la lunga attesa al freddo. Io partivo alle 11 e dalle 7.30 siamo stati fuori all'aperto con 4 gradi ad attendere la partenza; la pesantezza delle gambe circa a metà gara a cui ho reagito a modo mio, cuffie e rock, il tempo della seconda metà gara molto migliore di quello della prima parte; e ogni tanto ventate gelide laterali che si facevano sentire.

Una volta raggiunto il traguardo cosa ti ha sorpreso di più? 
C'era un tifo spettacolare. Musica, speaker e tutte le persone che incontravi ti facevano i complimenti. Veramente gratificante e bello. Arrivare e rendersi conto di avercela fatta. Splendido.

La stanchezza si è fatta sentire? 
Lo ha avvertita a metà percorso, prima del cambio di passo, e poi solo dopo l'arrivo. Ero troppo carico. L'emozione era troppa. Nulla avrebbe potuto fermarmi.

Qual è la lezione di vita? 
Per me era una sfida, una grande sfida. Preparata in pochi mesi e vinta. Sono solito pormi obiettivi e lavorare per raggiungerli in campo professionale ed ora sto traslando questa mentalità anche in campo personale. I nostri pensieri e come noi reagiamo alle influenze esterne ed alle nostre credenze definiscono i nostri risultati. Il fatto di non poter fare la Maratona di New York era solo una mia credenza limitante e l'ho superata.

La consigli? 
Consigliatissima. Se sono riuscito a farla io con un problema ad un anca, se la fanno persone con gambe artificiali, se lo fanno ragazze in stampelle ed altro, la possono fare tutti. Basta avere una grande volontà di superare i propri limiti e vincere sfide stimolanti. Può essere fatta sia camminando che correndo. Io ho camminato per 6 ore e 26 minuti correndo l'ultimo miglio. 

Come ti sei preparato?
La mia preparazione è iniziata a febbraio in palestra sul tapis roulant, poi con il bel tempo ho iniziato a camminare all'aperto raggiungendo la distanza della mezza maratona (20 chilometri) a fine agosto, a fine settembre ho provato la distanza della Maratona, mentre durante settembre ed ottobre in palestra mi allenavo facendo 5/7 chilometri in salita visto che i punti critici di New York sono proprio i sali e scendi di ponti e di Central Park.

Pensi di tornare il prossimo anno? E se si con quale obiettivo? 
Il prossimo anno c'è già l'obiettivo di superare il traguardo sotto le 6 ore. Vogliamo spaccare. E pensare che fino a febbraio non avrei mai pensato in vita mia di partecipare ad una Maratona e la pensavo una cosa impossibile per me. In realtà basta volere qualcosa intensamente e tutto è possibile.

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