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Cronaca

Alluvione, due milioni di danni per Romagna Acque: "Contro le fake news andiamo avanti con i nostri legali”

Il presidente Tonino Bernabè: “Sulle fake news che hanno interessato la diga nei giorni drammatici dell’alluvione procederemo con i nostri legali”.

“Sulle fake news che hanno interessato la diga di Ridracoli nei giorni drammatici dell’alluvione procederemo con fermezza con i nostri legali”. Così il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè, a margine della presentazione del bilancio consuntivo 2022, dopo le voci incontrollate che nei giorni dell’alluvione avevano addebitato alla diga di Ridracoli responsabilità nella calamità che ha sconvolto il territorio

“Abbiamo trovato molta solidarietà da parte di persone indignate quanto noi per quello che è stato riportato - dice Bernabè -. Abbiamo assistito a teorie astruse, irrazionali e fantasiose e c’è chi ne ha approfittato per qualche click in più. E poi, qualcuno che ha spazi nazionali, ha amplificato questi messaggi fuorvianti e ne deve rispondere. Per questo motivo abbiamo dato incarico a due penalisti di procedere contro le fake news, a difesa della corretta informazione soprattutto nel dramma che abbiamo vissuto”. 

E’ ferma la reazione del presidente di Romagna Acque. “Sono caduti 4 miliardi di metri cubi di acqua - dice Bernabè - e un volume di acqua del genere nemmeno un territorio vergine e senza edificazioni avrebbe potuto assorbirlo, pur in presenza di casse di espansione. E in una situazione del genere qualcuno ha avuto la brillante idea di dire che la causa era la diga di Ridracoli”.

I danni causati dall’alluvione alle infrastrutture di Romagna Acque ammontano a oltre 2 milioni di euro, un conteggio peraltro ancora provvisorio, che interessa in particolare l’impianto di potabilizzazione di via Pandolfa, allagato due volte, e che comprende i danni per gli spostamenti di tubazioni che si trovano nelle zone collinari investite dalle frane. 

“Abbiamo cercato di gestire il picco dell’alluvione, considerato il fatto che avevamo la diga già piena e continuava a piovere, per cui la laminazione dell’ondata di piena in ingresso doveva trovare spazio per non generare rischi a valle - spiega Bernabè -. Prima dell’evento eccezionale del 16 maggio abbiamo iniziato a rilasciare 16 metri cubi di acqua al secondo per liberare spazio, per un totale di 717 mila metri cubi, pari a 70 cm rispetto allo sfioro della diga, per mettere in sicurezza il territorio a valle. Credo che un impatto del genere debba far riflettere tutti, sia gli scienziati sia i decisori della politica che hanno tempi di reazione che non sono all’altezza del problema”.

Sul futuro della gestione delle acque, il presidente Bernabè precisa: “Il tema della regolazione delle acque va gestito in modo coerente e con soluzioni adatte alla complessità del problema. Non esiste una unica soluzione ma più soluzioni che vanno adattate tenendo conto della morfologia del territorio in una visione integrata del problema”.

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