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Cronaca Predappio

Anziani legati alla San Camillo, ai raggi x anche l'accreditamento della Regione

Anche la pratica dell'accreditamento sarà oggetto di approfondimenti, secondo quanto trapela da fonti investigative

Dopo il blitz nella struttura socio-assistenziale di Predappio di mercoledì mattina, è partita ora l'analisi delle cartelle cliniche e del materiale documentale raccolto negli uffici. Le indagini della Squadra Mobile non si fermano e, sebbene già suffragate dai filmati registrati di nascosto all'interno dell'' “Opera San Camillo” di Predappio, cercano di salire a monte nella catena delle eventuali responsabilità.

All' “Opera San Camillo” di Predappio, secondo quanto ipotizza la Procura della Repubblica e la Squadra Mobile della Questura di Forlì, nel corso degli ultimi mesi almeno 5-6 anziani sarebbero stati maltrattati con inutili pratiche di contenzione meccanica. In altre parole venivano legati ai letti (un'immagine ritrae un anziano come “crocifisso” alla testata del letto), oppure ai termosifoni, ai divani e alle sedie, in quella che, ironia della sorte, veniva chiamata “Sala benessere”. Le fasce li bloccavano alle caviglie, ai polsi o all'addome e non permetteva loro neanche di recarsi in bagno, se non appunto andandoci tirandosi dietro una pesante sedia. Per l'accusa tali azioni non avvenivano - come concesso dalle leggi - solo nei casi di aggressività degli anziani pazienti psichiatrici, a tutela dell'incolumità degli operatori socio-assistenziale, ma si protraevano per ore anche quando l'anziano  era mansueto. In un filmato della Polizia un anziano si lamenta: “Ci legano come animali, giorno e notte”.

ANZIANI LEGATI, IL VIDEO

La fase dell'indagine della Mobile è ora passare ai raggi X le carte, le autorizzazioni mediche alla contenzione, le cartelle mediche per capire chi ha firmato per tali trattamenti. Inoltre la Polizia si è attivata per contattare i famigliari e raccogliere eventuali nuove testimonianze. Nessuno dei famigliari, però, ad ora si è fatto vivo spontaneamente dagli inquirenti per spiegare loro eventuali sospetti. Per le famiglie dei pazienti, in altre parole, tutto era apparentemente normale alla “San Camillo”. 

Dopo la segnalazione da parte della Questura di precarie condizioni igienico-sanitarie all'Ausl, l'azienda sanitaria ha avviato un'ispezione che è ancora in corso. La struttura rimane per ora aperta e pienamente operativa, con un nuovo management inviato dalla Fondazione San Camillo. In una nota la direzione aziendale dell'Ausl si limita a dire: “Queste notizie ci lasciano turbati ed indignati per la loro gravità. Come di consueto l’Azienda sta assicurando la massima collaborazione agli inquirenti, fiduciosa che piena luce sarà fatta su quanto accaduto. Contestualmente i servizi aziendali preposti sono al lavoro per assicurare un adeguato livello di assistenza a tutti gli ospiti della struttura”.

Anziani legati a letti, poltrone e termosifoni

Eppure, trattandosi di una struttura socio-assistenziale accreditata dalla Regione, era l'Ausl a mandare alla “San Camillo” i pazienti. Che tipo di controlli svolgeva l'ente sanitario sulla struttura a cui affidava gli anziani? E la Regione che tipo di controlli ha effettuato per concedere l'accreditamento? Nella presentazione sulla sua pagina web l'Opera San Camillo ricorda che “oggi la struttura accoglie 40 malati psichiatrici che assiste, cura e riabilita. La struttura è divenuta una struttura psichiatrica residenziale a trattamento socio-assistenziale ed anche socio-riabilitativo.  E' istituzione privata accreditata con la Regione Emilia Romagna”. Anche la pratica dell'accreditamento sarà oggetto di approfondimenti, secondo quanto trapela da fonti investigative. L'ipotesi investigativa, in sostanza, è che gli anziani venissero legati ai letti per ovviare a mancanze di organico, non essendo il personale sufficiente ad accudire 40 persone. La domanda quindi è che che tipo di controllo è stato fatto dalla Regione Emilia-Romagna per verificare il corretto rapporto tra dipendenti e posti letto? Gli inquirenti lavoreranno anche sulla sede centrale della Fondazione Opera San Camillo di Milano, per capire il  sistema dei controlli interni e quanto era consapevole delle pratiche che avvenivano a Predappio.

ANZIANI LEGATI, PARLANO GLI INVESTIGATORI

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