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Incidenti stradali

Travolto da un'auto, in Rianimazione l'ex primario del Pronto Soccorso di Forlì: negli anni 90 l'impegno contro le stragi del sabato sera

92 anni, Mengozzi stava rincasando da una passeggiata, quando è stato travolto da una "Toyota", condotta da un 55enne, che procedeva in direzione del Quattro

E' l'ex primario del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Forlì e segretario dell'Associazione Nazionale Medicina di Pronto Soccorso Ubaldo Mengozzi il pedone rimasto gravemente ferito in un incidente stradale, avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì in via Celletta dei Passeri, ai Romiti. Mengozzi si trova ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale "Maurizio Bufalini" in prognosi riservata. Tutto è accaduto poco dopo le 16. 92 anni, Mengozzi stava rincasando da una passeggiata, quando è stato travolto da una "Toyota", condotta da un 55enne, che procedeva in direzione del Quattro. Il pedone dopo esser stato colpito dall'auto è finito sul parabrezza e quindi a terra a decine di metri dal punto d'impatto, riportando un trauma al capo. Soccorso dai sanitari del 118, è stato trasportato col codice di massima gravità in ambulanza al Trauma Center del nosocomio cesenate. 

Negli anni '90 Mengozzi diede un importante contributo nella lotta contro le stragi del sabato sera. In un vademecum ricordava che "dopo le 2 di notte il rischio di incidente stradale è 130 volte superiore alle ore diurne; se non si va a letto prima di quell'ora è meglio aspettare le 8 del mattino. Infatti ,le ore più a rischio sono quelle tra le 2 e le 6 di notte". Dall'ex primario anche un invito a "moderare la velocità", "allacciare le cinture di sicurezza, che sono l'unica arma di difesa quando una persona è addormentata e va a sbattere passivamente" e "limitare l'uso dell'alcool: sono sufficienti due bicchierini di whisky o due bicchieri di vino per allontanare pericolosamente le proprie capacità di guida e favorire il sonno". Quindi un invito a "smettere di bere o prendere sostanze che alterano la mente almeno tre ore prima di mettersi in viaggio, per dare la possibilità all'organismo di liberarsi di tutto ciò che può favorire il sonno".

Quello che venne denominato "Il decalogo antibotto" suggeriva inoltre di "evitare il nomadismo tra una discoteca e l'altra in quanto più aumentano i chilometri percorsi di notte e più aumenta il rischio; non mettersi in viaggio se si è stanchi; e in caso non si possa fare meno di viaggiare è bene che il conducente dorme almeno per un'ora .In ogni caso gli amici che gli sono vicini non devono addormentarsi per non essere colti di sorpresa dall'incidente e per verificare che il conducente non dia segni di insofferenza". Infine "rinunciare al rientro notturno quando vi sono condizioni atmosferiche proibitive (nebbia, ghiaccio, pioggia intensa)" e "munire la macchina di uno speciale martelletto per frantumare i vetri qualora questa, a seguito di un incidente, dovesse accartocciarsi bloccando le porte sussistendo il pericolo di incendio".

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