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Cronaca

Omicidio Severi, 8 incendi in pochi anni. La sorella sentita per 6 ore: "Daniele brandì una motosega dando gas, ebbi la pelle d'oca"

Nove anni di litigi, minacce e aggressioni nei confronti di tutti i componenti della famiglia. A ripercorrere questo lungo periodo, nel corso dell'udienza di giovedì mattina, è stata la sorella dell'imputato e della vittima Milena Severi

Nove anni di litigi, minacce e aggressioni nei confronti di tutti i componenti della famiglia, dal 2013, cioè da quando, a seguito di un incidente stradale, Daniele Severi si ritrovò a passare circa un anno e mezzo in convalescenza nel podere di famiglia di Ca' Seggio. A ripercorrere questo lungo periodo, nel corso dell'udienza di giovedì mattina, è stata la sorella dell'imputato e della vittima Milena Severi. Un omicidio a lungo preannunciato, è la sintesi che si può trarre dalle dichiarazioni rese alle domande della pm Federica Messina. Anche nelle modalità: tante volte, a detta della sorella, la minaccia precisa era appunto di “tagliare la testa”. “Ci diceva che ci tagliava il collo a tutti”, ha detto Milena. Una tesi tuttavia confutata dalla difesa secondo cui il “taglio della testa” sarebbe un aspetto enfatizzato dai fratelli solo dopo la morte di Franco.

“Da quella convalescenza si è innescato un meccanismo di possessività, Daniele si riteneva il padrone del podere e Franco non poteva più gestire liberamente l'azienda agricola - ha spiegato Milena -. Era sempre una discussione, riprendeva tutti”. Dai cani da tartufo alle piantine messe in giardino, dalla cagnolina di casa alle questioni di casa: ogni occasione sarebbe stata un'occasione di litigio. E poi dalle parole ai fatti: la sorella, infatti, ha poi raccontato una sequenza di presunte aggressioni dal 2014 a seguire. Daniele, secondo quanto testimoniato da Milena, avrebbe così brandito un martello per “spaccare la testa” al fratello Cesare, perché aveva lasciato un debito di 4 euro in bar.

Poi qualche tempo dopo la minaccia con una motosega. “Sollevando la motosega e dando gas al motorino disse che se Franco non se ne andava, gli avrebbe tagliato la testa, che lo spaccava in due. Mi venne la pelle d'oca”, ha ricordato Milena. Poi altre minacce con il coltello, “con cui mi minacciò di tagliarmi il collo”, ricorda Milena, oppure di andare a casa a prendere il fucile. Tuttavia Milena non denunciò mai quegli episodi, contesta la difesa rappresentata dagli avvocati Pompignoli e Corsetti. Un altro episodio del settembre 2015, quando Daniele avrebbe spinto la madre in terra, costringendola a ricorrere alle cure del pronto soccorso per l'emorragia. Da quell'episodio scattò verso l'imputato un divieto di avvicinamento alla casa dei genitori. Daniele nega però l'aggressione.

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La sorella Milena Severi è stata così sentita per quasi sei ore nel processo davanti alla Corte d'Assise di Forlì (presidente Monica Galassi) per l'omicidio dell'agricoltore civitellese Franco Severi, ritrovato decapitato il 22 giugno del 2022 in una impervia scarpata a fianco della sua casa colonica, nel podere di Ca' Seggio (Civitella). Per la pubblica accusa, rappresentata dalla pm Federica Messina, autore dell'omicidio sarebbe Daniele, autista di ambulanze in pensione di 64 anni, e il movente sarebbe un'ossessione per quel podere, che avrebbe voluto a tutti i costi. 

Non solo liti in quel casolare dei Severi, ma anche denunce e contro-denunce, come quelle di Daniele nei confronti degli altri fratelli, che prospettavano dei maltrattamenti al padre o la detenzione di armi in casa. “Daniele cercava di aizzare nostro padre contro di noi”, relaziona d'altro canto la sorella. Per non parlare degli incendi nell'azienda agricola: 8 nel giro di pochi anni. “Prima di allora ne era successo solo uno nel 2002. Daniele accusava Franco di dar fuoco (per frodare l'assicurazione, ndr), Franco invece riteneva che fosse Daniele”, ricostruisce Milena Severi. Nel podere di Ca' Seggio si litigava anche per i soldi, in particolare per 47mila euro prestati da Daniele a Franco e poi restituiti dalla sorella Anna Maria. 

C'erano poi i soldi dei risarcimenti degli incendi: 235mila euro incassati dall'assicurazione e altri 300mila euro bloccati dalla compagnia assicurativa, vista l'anomalia della situazione. Per la difesa di Daniele Severi quei soldi – è quanto viene fatto balenare – sarebbero stati sperperati nella frequentazione di night club e prostitute da parte di Franco. “No, aveva ripianato alcuni vecchi mutui e speso 70-100mila euro in nuove macchine agricole”, la risposta della sorella. E poi “le frequentazioni al night erano sporadiche e terminate intorno al 2016. Franco la sera era sempre ad accudire nostra madre, era quasi un eremita”, continua.

Poi il racconto degli ultimi mesi prima della morte di Franco Severi. “Franco mi diceva che Daniele si era fatto più minaccioso, era preoccupato per la sua incolumità. Notava delle tracce di veicoli. Nel marzo del 2022 ci incontrammo a Meldola, e mi girò un video, dicendomi di conservarlo nel caso in cui gli fosse successo qualcosa, a futura memoria”. Nel video Franco se la prende con Daniele, per l'ennesima volta, dicendo 'Mi hai minacciato di staccarmi il collo', mentre Daniele si approccia a Franco dicendo 'Qui le cose hanno cambiato padrone'.

Secondo la ricostruzione della testimone, dopo la morte del padre Attilio, avvenuto nel mese di gennaio 2022 e la notifica del testamento in cui questi avrebbe lasciato tutti i suoi beni a Daniele e al di lui figlio Simone, “la situazione era peggiorata”. Gli altri fratelli, infatti, avevano contestato legalmente il documento, pur non essendo particolarmente interessati a quella terra, “ma lo abbiamo fatto soprattutto per Franco, perché quello era il suo nido”, sempre Milena.

Sempre secondo l'ipotesi accusatoria, però, il testamento a suo favore (un altro è spuntato dopo la morte di Franco), non avrebbe placato l'ossessione di Daniele Severi per quel podere, su cui comunque gravava un contratto di affitto al fratello Franco fino al 2030, siglato quando l'azienda agricola venne intestata a lui. “Daniele lo pressava per fargli firmare un passaggio di intestazione dei mezzi agricoli, che avevano un valore non indifferente, lo accusava di esserseli intestati fraudolentemente, ma Franco replicava che erano suoi, che appartenevano all'azienda. Franco era terrorizzato da questa richiesta di firma. Mi trasmetteva la paura di essere ammazzato. Nella sua idea, Daniele col testamento aveva ottenuto la terra, ma gli servivano i mezzi agricoli...”.

E' stato poi l'esame dell'avvocato di parte civile Max Starni a tirare fuori, tra il tanto materiale registrato, un video, registrato poco prima del delitto, in cui lo stesso Franco Severi immortala, apparentemente senza motivo, l'area esatta del dirupo impervio dove verrà ritrovato poi il suo corpo decapitato. L'immagine dello stesso punto del dirupo è anche nella fototrappola sottratta a Franco e ritrovata nella cantina di Daniele Severi. “Non so se Franco di avesse visto qualcosa di strano”, commenta Milena. Ed infine, sulla domanda se Daniele Severi sapesse usare bene il coltello: “Sì, lo sapeva usare bene, per decapitare i maiali e farli a pezzi. Spezzettò un vitellone da mettere poi nel congelatore”, riferisce la sorella.

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