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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Visita all'Ex Eridania, gigante abbandonato da oltre 50 anni: "Sogno un Central Park forlivese, ma ci vorranno lustri"

Il sindaco Gian Luca Zattini e mezza giunta hanno fatto un sopralluogo all'Ex Eridania questa mattina, mercoledì, illustrando quelli che sono i progetti. O per lo meno le tappe di un progetto non ancora definito

Fare dell'Ex Eridania il “Central Park” di Forlì, con il sogno di aprire quest'estate almeno il perimetro della grande area dismessa (16 ettari) agli amanti del trekking urbano, se le condizioni di sicurezza lo permetteranno. Il sindaco Gian Luca Zattini e mezza giunta hanno fatto un sopralluogo all'Ex Eridania questa mattina, mercoledì, illustrando quelli che sono i progetti. O per lo meno le tappe di un progetto non ancora definito e che, per stessa ammissione di Zattini, “impiegherà lustri” per vedere la luce.

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Sta coi piedi per terra il sindaco: “Il primo obiettivo raggiunto è che l'Ex Eridania ora può avere una vocazione pubblica, invece dei progetti delle giunte precedenti che prevedevano tutto cemento, dal residenziale al commerciale, all'ennesimo supermercato, da 2.500 mq, una casa di riposo... insomma tutto tranne il verde, mentre oggi la previsione è di una grande area verde, non so ora se 'selvaggia' o più simile ad un parco attrezzato come il parco urbano”. E torna all'attacco degli ambientalisti “che hanno appoggiato giunte che hanno previsto o mai tentato di modificare questa colata di cemento”.

VIDEO - Com'è l'Ex Eridania all'interno

E per ribadire l'attacco Zattini tira fuori anche la scheda del piano regolatore del 2013, che mostra i progetti edificativi intorno al vecchio opificio, tutelato come edificio di archeologia industriale dalla Soprintendenza, progetti che risalivano però ad una variante anticipatrice ancora precedente relativa a tutte le aree dismesse a ridosso della ferrovia, vecchie zone industriali di inizio '900 ormai inserite nel tessuto urbano, che nei decenni sono diventate residenziali (Ex Mangelli, Ex Bartoletti) tranne appunto l'Ex Eridania. 

“Immagino un progetto a due fasi – sempre Zattini – uno per il verde intorno, mettendo in sicurezza la struttura, e poi un intervento sull'edificio centrale. Abbiamo l'onestà di dire che è un maxi-progetto e che non abbiamo ora la forza economica e quella degli uffici comunali, già impegnati col Pnrr, per una progettazione così complessa. Ma diventerà un obiettivo su cui lavorare per tanti anni”. Intanto, ribadisce Zattini, “l'opera principale è stata fatta, farla diventare proprietà comunale e dipendere da tempi che saranno solo nostri e non dipendenti dai privati, o da un giudice o curatore fallimentare (l'area è stata presa all'asta da un fallimento, ndr)”. 

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Abbiamo speso 800mila euro, quando la prima asta partiva da 21 milioni”, precisa da parte sua l'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani. “E prima che la comprassimo l'Ex Eridania non era nell'agenda di nessuno”, aggiunge Zattini. Solo ora che la proprietà è pubblica è possibile pensare alle varie ipotesi, compresi i concorsi di idee anche internazionali. Un recupero dell'opificio, tenuto conto anche del vincolo delle Belle Arti, significa dover reperire, si stima, almeno 40 milioni di euro. “E già siamo impegnati sul monastero della Ripa per progetti con importi di questo tipo”, sempre Cicognani. La proprietà comunale, ora, ha anche il vantaggio di poter declassare le previsioni edificatorie senza creare contenziosi legali che immobilizzerebbero l'area per altri decenni.

Ex Eridania, il sopralluogo di Zattini

Per quanto riguarda il verde, non sono mancate le proteste per lo sfalcio lungo il perimetro. “E' stata tagliata una selva nera di arbusti senza alcuna rilevanza agronomica, lungo un perimetro dove in molti scaricavano abusivamente rifiuti, dove passavano topi nelle proprietà adiacenti, un tratto dell'Ex Eridania è anche adiacente ad una scuola”, dice l'assessore all'Ambiente Giuseppe Petetta. Secondo l'assessore è stata “un'operazione di pulizia senza alcun impatto sulle alberature della parte interna”, dove rimane intatto l'habitat che si è creato nei decenni per colonie di volatili migratori. Lo sfalcio del perimetro permette ora anche una maggiore sorveglianza, visto che nel tempo l'Ex Eridania è stata la “casa” di tanti senzatetto e sono scoppiati anche incendi al suo interno per queste presenze. “Non abbiamo segnalazioni di accessi abusivi, ma su uno spazio abbandonato così esteso non possiamo escluderli. Anche questo è uno dei temi di preoccupazione che ci hanno  portato ad acquistarla”, conclude Zattini.

La storia dello stabilimento

Il primo nucleo dello stabilimento, destinato alla lavorazione della barbabietola per la produzione saccarifera, fu costruito nel 1900 dalla Società Anonima Eridania Zuccherifici Nazionali. Un primo potenziamento delle attrezzature e della produzione ci fu già nel 1902 e, negli anni seguenti, proseguì l’ampliamento del complesso produttivo. L’impianto, nel suo periodo di maggiore espansione, diede occupazione a circa mille operai e arrivò a lavorare quindicimila quintali di barbabietole al giorno con una produzione annuale di circa 140mila quintali di zucchero.

Durante il secondo conflitto mondiale lo stabilimento subì gravissimi danni ma la produzione fu riattivata già nel 1946. Nel 1970 la società Eridania cedette lo stabilimento forlivese alla “Sfir” del Gruppo Maraldi di Cesena, che lo utilizzò fino all’ottobre 1972 quando, conclusa la stagione produttiva, gli impianti furono smantellati e l’attività cessò. Gli spazi a magazzino furono utilizzati fino al 1989 quando a seguito di un incendio l’area fu definitivamente dismessa. Nel 2002 ci fu una demolizione di un magazzino considerata abusiva su cui fu anche aperta una lunga indagine giudiziaria.

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