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Sulla Romagna ferita arrivano nuove piogge, ecco cosa dobbiamo attenderci: "Fase di maltempo lunga"

L'INTERVISTA - A fare il punto è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti)

La Romagna ferita dalle frane e alluvionata dalle esondazioni dei fiumi attende con un'ansia il nuovo peggioramento delle condizioni atmosferiche. "Una fase instabile, o a tratti perturbata, potrebbe durare una settimana circa, quindi estendersi anche all’inizio della prossima - informa senza troppi giri di parole Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) -, anche se ciò non significa che pioverà tutti i giorni e con particolare costanza". E nel frattempo la Protezione Civile ha diramato un'allerta "rossa"

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Si rischiano nuove criticità?
"È una prospettiva da tenere in considerazione. Vale la pena sottolineare che questi tipi di valutazione, includendo anche le allerte dirette alle autorità e alla popolazione, spettano rigorosamente alla Protezione Civile, per cui è importante informarsi e aggiornarsi presso i loro canali di diffusione. In ogni caso, sotto il profilo meteorologico, ci aspetta un periodo piuttosto lungo con nuove piogge, non continue ma localmente intense".

Le nuove ondate di maltempo attese nei prossimi giorni avranno caratteristiche differenti rispetto a quella di inizio maggio?
"Quella attesa tra mercoledì e giovedì è leggermente diversa, con un’evoluzione che al momento sembra più rapida anche se non velocissima. Anche i fenomeni dovrebbero essere lievemente diversi: meno piogge battenti e prolungate e più rovesci o qualche temporale con brevi pause. In questo modo gli accumuli a fine evento potrebbero variare anche sensibilmente da zona a zona, con meno differenze tra pianura/costa e i rilievi appenninici; aspetto che ha fatto la differenza nello scorso evento".

Quanti millimetri di pioggia dobbiamo aspettarci?
"Stimare i millimetri è sempre molto difficile oltre che rischioso, anche perché, trattandosi di fenomeni perlopiù alla mesoscala (scala ridotta) l’incertezza è piuttosto elevata anche a poche ore dall’evento. Sotto questo aspetto era più “semplice” stimare gli accumuli di pioggia nello scorso evento, poiché si trattava di una dinamica un po’ diversa: meno instabilità e più forzante orografica. Si può considerare un range medio tra 30 e 60 millimetri in 24 ore sul nostro territorio, ma con possibili picchi locali fino a 50-80 millimetri in caso di rovesci frequenti".

Modigliana, Predappio e Dovadola stanno facendo i conti con un terreno piuttosto instabile. Cosa potrebbe accadere?
"Dopo gli eventi recenti tutta l’area collinare e appenninica è divenuta assai più vulnerabile, con le vecchie frane che si sono riattivate e nuove che si sono formate durante l’evento recente, quindi nuove piogge, specie se abbondanti, rischiano di peggiorare ulteriormente una situazione già molto delicata. Il nostro è da sempre uno dei territori a maggior rischio idraulico (pianura) e idrogeologico (Appennino) dell’intera penisola, sia per conformazione geografica, sia per il regime delle precipitazioni, sia un complesso reticolo tra fiumi, torrenti, canali irrigui e canali di scolo, e con l’area di bassa pianura soggetta a subsidenza".

Dopo questa nuova fase piovosa, c'è il rischio di nuove precipitazioni anche la prossima settimana?
"La fase instabile, o a tratti perturbata, potrebbe durare una settimana circa, quindi estendersi anche all’inizio della prossima, anche se ciò non significa che pioverà tutti i giorni e con particolare costanza, tuttavia saranno probabili frequenti periodi con piogge, rovesci o qualche temporale, con alcune fasi nelle quali le piogge potrebbero anche essere abbondanti. Questo un po' su tutto il territorio romagnolo".

Qual è il messaggio che ha lasciato la natura?
"Il primo è che se le manchiamo di rispetto prima o poi si vendica, e sa essere “cattiva” se vuole. Il secondo è che le ripercussioni dovute al riscaldamento globale, e quindi al cambiamento climatico, si cominciano a toccare con mano anche nel nostro territorio. Anche se il recente evento alluvionale non può da solo essere attribuito al cambiamento climatico (sarebbe un errore), pensiamo a quello che è successo di recente: due anni (2021-2022) di siccità grave o estrema; un’intensa depressione dalle caratteristiche simil-tropicali in gennaio 2023 (riminese); disastrose gelate tardive in aprile 2023; tutta la pioggia di una stagione in 36 ore (Appennino ravennate e forlivese) tra l’1 e il 3 maggio 2023. Sono quattro eventi estremi di varia natura uno di seguito all’altro. Se un indizio non fa una prova, quattro (e solo in tempi recenti), cominciano a farla. Il terzo è che dobbiamo fare in fretta, e bene, con la programmazione delle azioni di adattamento e mitigazione, non c’è quasi più tempo a disposizione".

E l'immagine che l'ha più colpita?
"Indubbiamente la rotta del torrente Lamone nei pressi di Bagnacavallo. Nelle aree prospicienti l’argine che ha ceduto, la distruzione è stata completa col paesaggio che è profondamente cambiato nel volgere di pochi minuti; una dimostrazione reale dell’incredibile potenza che ha l’acqua quando non ha freni".

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