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8 marzo

8 marzo, il Popolo della Famiglia: "Non tutte le donne si riconoscono per forza nelle solite rivendicazioni di parità di genere"

"Le parole di Allegni e Rinaldini suonano come un disco rotto e sembrano essere stati scritti più per dovere che per dimostrare la comprensione della complessità di ciò che le donne vivono nella vita reale", affermano dal Popolo della Famiglia

"L' 8 marzo è un'occasione importante anche per capire come la donna è guardata dalla politica". Così il Popolo della Famiglia di Forlì, che non lesina critiche alle osservazioni di Allegni e Rinaldini, che "suonano come un disco rotto e sembrano essere stati scritti più per dovere che per dimostrare la comprensione della complessità di ciò che le donne vivono nella vita reale. Ne sono prova i luoghi comuni sugli stereotipi da combattere, sul sessismo, sulla criminalizzazione del maschio e sul ricorso al patriarcato tossico, radice di tutti i mali, Quanto rappresentano il mondo femminile slogan generici e tutti uguali, ripetuti ossessivamente con le stesse parole?"

"La generalizzazione non fa il bene di nessuno, tantomeno delle donne che oggi dovrebbero avere la libertà di scegliere autonomamente chi vogliono essere e quale ruolo assumere nella società, senza modelli imposti calati dall'alto che più che fornire risposte vogliono intestarsi l'unica risposta possibile - affermano dal Popolo della Famiglia -. Che cosa pensano le donne di Forlì di una politica che si ricorda di loro per comunicati ideologici in salsa femminista? Il diritto delle donne è solo quello di uniformarsi al modello maschile, per una malintesa idea di parità, o è anche quello di fare delle scelte libere da condizionamenti esterni? Le nostre ragazze hanno raggiunto conquiste inimmaginabili soltanto alcuni decenni fa, le donne primeggiano spesso nello studio e nelle professioni, non hanno preclusioni di sorta se vogliono raggiungere i loro obiettivi, abbiamo per la prima volta in Italia un presidente del Consiglio donna".

"Oscurantismi e patriarcato, semmai, riguardano culture lontane dalla nostra su cui si misura il fallimento del nostro modello di integrazione - è l'opinione del Popolo della Famiglia -. Lavorare e avere una famiglia non dovrebbero essere opzioni di cui una esclude l'altra, dedicarsi a tempo pieno alla cura di figli o di genitori anziani dovrebbe trovare un riconoscimento e non una pacca di commiserazione sulla spalla, la maternità dovrebbe essere considerata come un completamento della realizzazione di una donna, non come un suo ostacolo. Anche il modo in cui la donna è guardata dalla politica è un elemento importante in vista delle prossime elezioni amministrative".

Per il Popolo della Famiglia, "la sinistra ha deciso di guardarla con gli occhiali dell'ideologia, noi come Popolo della Famiglia, a sostegno di Zattini, vogliamo offrire la concezione liberante che abbiamo delle donne, a cui spesso manca un diritto fondamentale: poter scegliere veramente chi essere e cosa fare, potersi realizzare nella carriera se lo desiderano raggiungendo anche posti apicali, poter lavorare senza sacrificare il desiderio di maternità, sentirsi libera da condizionamenti sociali o culturali che indicano nell'altro sesso sempre un nemico o un potenziale aggressore. Non tutte le donne, infatti, si riconoscono per forza nelle solite rivendicazioni di parità di genere o di affrancamento dal ruolo di madre o di compagna di vita di un uomo. Non tutte le donne sperimentano l'oppressione patriarcale nelle loro famiglie, non tutte desiderano annullare le loro particolari caratteristiche per uniformarsi al modello maschile. La differenza tra uomo e donna è una ricchezza e lo specifico apporto di entrambi i sessi è necessario e complementare. Lo dice la biologia, lo dimostra la neuroscienza, lo conferma la psicologia, lo afferma l'intimo sentire di ogni donna consapevole di se stessa".

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