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Domenica, 28 Aprile 2024
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Viaggio della memoria: gli studenti forlivesi nei luoghi che raccontano le storie dei perseguitati dai nazisti

Particolare emozione ha suscitato la visita del monumento realizzato con oltre centomila sanpietrini rossi recanti una stella bianca, che vuole ricordare tutti coloro che transitarono a Westerbork e non tornarono mai più a casa

Per la prima volta nella sua storia, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì-Cesena ha realizzato quest’anno, dal 4 all’8 marzo, un viaggio della Memoria, dal titolo “L’antisemitismo in Italia (1938) e in Olanda (1939-1945)”, cofinanziato con 15 mila euro dalla Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna. Al progetto, classificatosi al primo posto della graduatoria regionale, hanno aderito due Istituti scolastici cittadini: il Liceo Classico “G. B. Morgagni” con la classe 5A Scienze Umane, opzione Economico Sociale, e l’Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi” con le classi 4A Elettronica e 4B Meccanica.

Ad accompagnare i 51 studenti complessivi partecipanti sono stati i docenti Claudia Gollini e Chiara Bigazzi per il Liceo Classico, e Claudia Fabbri, Donatella Rabiti e Roberto Versari per l'Industriale. Hanno completato il gruppo Maurizio Gioiello, membro della sezione Didattica dell’Istituto Storico e ideatore del progetto, Pierluigi Consorti, socio e collaboratore dell’Istituto Storico conoscitore delle dinamiche storico politiche dell’Europa del Novecento, e Antonio Spazzoli, anch’egli socio e collaboratore dell’Istituto Storico nonché divulgatore della Memoria.

Il viaggio è stato incentrato sulle biografie di quattro persone: Arpad Weisz, Anna Frank, Rika Van der Lans e Waldemar Nods. Questi ultimi due erano marito e moglie, con vicende particolari pregresse: lei era cattolica olandese sposata con un uomo violento e poi divorziata, lui era un nero arrivato in Olanda per motivi di studio; i due ebbero un figlio, Sonny Boy, nato nel 1929. A causa di una delazione, con l’accusa di aver nascosto degli ebrei nella loro casa-albergo, i tre vennero arrestati e condotti inizialmente nel campo di concentramento olandese di Vught (il primo che è stato visitato dai ragazzi) dal quale furono poi trasferiti: Rika venne portata al campo di concentramento di Ravensbruck, dove morì, mentre Waldemar fu condotto in un campo di lavoro in Germania e poi ucciso durante un tentativo di fuga il 3 maggio 1945. L’unico che si salvò fu Sonny Boy.

Arpad Weisz era invece un allenatore di calcio di origine ebraica che vinse in Italia, negli anni Trenta, tre scudetti, uno con l’Inter e due col Bologna. A causa delle leggi razziali del 1938 fu però costretto a lasciare l’Italia per trasferirsi prima in Francia e poi in Olanda. Qui, dopo l’occupazione militare tedesca del 1941, i quattro componenti della famiglia Weisz vennero arrestati e confinati per qualche mese nel campo di transito di Westerbork (dove gli studenti forlivesi si sono recati nel corso del terzo giorno di viaggio). Da lì, con uno dei 93 convogli partiti in un lasso di tempo di circa due anni, i Weisz furono tradotti ad Auschwitz, dove trovarono tutti la morte. Particolare emozione ha suscitato la visita del monumento realizzato con oltre centomila sanpietrini rossi recanti una stella bianca, che vuole ricordare tutti coloro che transitarono a Westerbork e non tornarono mai più a casa.

Più famosa, ma ancora oggi in realtà poco conosciuta, è la vicenda di Anna Frank, la quarta protagonista del Viaggio della Memoria. Tra il 1942 e il 1944, essendo ebrei, la ragazza e i suoi congiunti furono costretti a nascondersi per evitare l’arresto in una soffitta. La visita della Casa-Museo di Amsterdam, in cui i Frank vissero per oltre due anni prima di essere scoperti a causa di una delazione, è stata di certo il momento più toccante per i partecipanti, che hanno percepito le emozioni e le atmosfere ancora presenti in quel luogo angusto e claustrofobico. Come noto, si salvò solo Otto, il padre di Anna.

Le finalità del viaggio sono state improntate sul valore della memoria, fondamentale in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, con numerose guerre che rischiano di compromettere quanto è stato conquistato grazie alla vittoria della democrazia nel secondo conflitto mondiale. L’obiettivo, perciò, è stato quello di far sì che grazie alla conoscenza del passato si possano riconoscere i segnali d’allarme per la nostra società e, nel contempo, si possa trarre un insegnamento per le generazioni attuali e future. Inoltre, la visione diretta dei luoghi in cui sono stati perpetrati i crimini del nazifascismo ha fatto comprendere ai ragazzi che tali luoghi sono testimoni permanenti degli avvenimenti storici che hanno portato al ripudio della guerra e alla volontà di creare un’Europa unita; per questo nel primo giorno del viaggio il gruppo ha visitato Strasburgo, sede di uno dei due parlamenti dell’Unione Europea.

Prima della partenza i ragazzi hanno svolto, nei mesi di gennaio e febbraio, diversi incontri di preparazione con il Rabbino Luciano Caro, con Tommaso Speccher (sulla Conferenza di Wansee), con Maurizio Gioiello (su antisemitismo e leggi razziali), con Alberto Gagliardo (sulla figura di Arpad Weisz), con Francesca Panozzo (sull’antisemitismo in Olanda nella Seconda Guerra mondiale), con Gianni Saporetti della Fondazione Lewin, con Mario Proli (sulla Seconda Guerra mondiale) e con il Punto Europa (sulla nascita dell’Unione Europea e il parlamento di Strasburgo). In conclusione, l’esperienza è stata talmente positiva che si sta già pensando di replicarla il prossimo anno con un altro progetto di spessore.

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