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Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Quell’icona miracolosa scampata a Napoleone e alle alluvioni

La storia delle Sorelle Povere di Santa Chiara, dimoranti dalla fine dell’Ottocento nel monastero attiguo alla chiesa di San Biagio, è strettamente legata all’immagine trecentesca della Madonna della Ripa

La presenza delle monache Clarisse a Forlì è documentata da ben 7 secoli: le prime testimonianze scritte, contenute in alcune pergamene conservate nell'archivio della Cattedrale, risalgono, infatti, agli anni 1256 e 1257, quando ancora era in vita la loro fondatrice. La storia delle Sorelle Povere di Santa Chiara (è il loro nome ufficiale), dimoranti dalla fine dell’Ottocento nel monastero attiguo alla chiesa di San Biagio, è strettamente legata all’immagine della Madonna della Ripa. Quella che oggi ci appare come un’icona su tela (cm 105×74), in origine (primi decenni del 1400) era dipinta sul muro del Molino della Ripa, che utilizzava l’acqua di un braccio secondario del Montone oggi interrato.

Era molto venerata dal popolo, essendo miracolosamente scampata ad una straordinaria inondazione del fiume, che aveva travolto lo stesso opificio. Gli studiosi si sono interessati a questa figura solo per motivi di culto: “Non c’è mai stata - si legge sulla pagina web delle religiose - un approfondimento e una vera e propria analisi stilistica”. Lo storico forlivese don Romeo Bagattoni, in un articolo pubblicato nel 1916 afferma che “essa è stata attribuita al nostro Guglielmo degli Organi o ai nostri Carrari…”. Ma Baldassarre Carrari il vecchio fu attivo a Forlì dal 1489 al 1516. Osservando l’immagine che oggi abbiamo, sembra con buona probabilità da retrodatare alla fine del XIV secolo. Nel 1495 i forlivesi vollero metterla al riparo dall’azione del tempo, affidandola alle cure e alla venerazione delle Clarisse, che vivevano all’interno del grande monastero della Torre, detto anche della Ripa.

L’affresco era stato staccato grazie alla tecnica del massello, attraverso il taglio di uno spessore di 20 cm. di muro. La prima edificazione del grande complesso religioso risale al 1474 per volontà del vescovo Alessandro Numai, che posò la prima pietra su un terreno donato da Pino III Ordelaffi. Nel 1480, Girolamo Riario e sua moglie Caterina Sforza si fecero protettori delle Sorelle Povere di Santa Chiara, stabilendo con loro un profondo legame. Nel 1484 venne terminata la recinzione muraria, mentre il 7 maggio 1497, come scrive Leone Cobelli, “fo sacrata de la Riva per mani de misser Tomasi di li Asti episcopo forlivese”. Il 24 giugno 1796, attraverso Porta Schiavonia, i francesi, guidati dal generale Pierre François Charles Augereau, fecero il loro ingresso in città.

Il 7 agosto 1798 disposero la soppressione del monastero della Ripa, da trasformare in caserma: le monache dovettero andarsene in soli sei giorni, portando con sé la venerata immagine. Nel 1866 il complesso fu incamerato dallo Stato unitario italiano, che continuò ad utilizzarlo per fini militari fino al 1996, l’anno della chiusura e della definitiva consegna al silenzio. Dopo lungo peregrinare, le francescane nel 1892 riebbero un monastero nei locali dell’ex convento di San Girolamo, già dimora dei Frati Minori Osservanti e oggi detto di San Biagio. E qui le raggiunse la Madonna della Ripa. “Negli anni del secondo dopoguerra - si legge ancora sul web - in data non precisata, per praticità di collocazione le Clarisse fecero trasferire il dipinto su tela dal bolognese Dante De Carolis (…). Il lacerto deve aver subito numerose ridipinture, come si verifica spesso per le immagini sacre particolarmente care alla devozione popolare. La cornice dipinta, che non sappiamo se sia stata concepita per l’affresco originario, è un particolare tipico degli affreschi votivi”.

L’immagine è sopravvissuta persino al tragico bombardamento tedesco del 10 dicembre 1944, che distrusse la chiesa quattrocentesca di San Biagio con gli affreschi del Melozzo e 19 povere vite, fra cui anche una monaca clarissa, suor Giovanna. Nella nuova chiesa clariana di via San Giovanni Bosco, dedicata alla Beata Vergine delle Grazie “della Ripa”, l’icona mariana è collocata sul presbiterio, in posizione laterale, all’interno di un’edicola che ricorda quelle che un tempo sorgevano ai bordi delle nostre strade. Chiudiamo con una descrizione dell’immagine a dir poco ispirata: “La Madonna improntata ad una corposità materna e solenne rimanda uno sguardo accogliente e profondo. Indossa un copricapo regale che anziché a forma circolare si presenta mitrato. La Madre sorregge il Figlio con la sinistra e lo offre a chi guarda con la mano destra. Arcaico è pure il gesto benedicente del Bambino, che sembra guardare un orizzonte più ampio”. 

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