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Martedì, 30 Aprile 2024
Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

" Vi racconto la storia del ""Foro di Livio"". Insegno, ma sono anche giornalista. Sono dottore in Giurisprudenza ma anche in Scienze religiose. Osservatore curioso, sono appassionato di storia locale e di musica del Settecento. Ho il vizio di scrivere e pubblicare (con discrezione) saggi, manuali, racconti. Mi occupo anche di birra, ma questa è un'altra storia "

Il Foro di Livio

Il sonno di Ernesto

Il diretto da Roma ferma a Forlì ma non scende l’ospite atteso per l’anniversario della morte di Saffi nell’aprile del 1892

Il 9 aprile 1892 Forlì era tappezzata di volantini che annunciavano l’arrivo di un “discepolo” di Saffi che sarebbe giunto in stazione alle 10 del mattino successivo. Era imminente, infatti, l’anniversario della morte del triunviro forlivese avvenuta due anni prima. L’ospite tanto atteso era Ernesto Nathan, inglese di nascita, ebreo e massone, noto più avanti come sindaco di Roma. In programma c’era un suo intervento al Teatro Comunale e, nel pomeriggio, “alle 3 ½” un “pellegrinaggio” alla tomba di Saffi al Monumentale. Per l’occasione, nella sala del Consiglio Comunale sarebbe stato pure inaugurato un busto del forlivese illustre fatto e donato dallo scultore romano Ettore Ferrari, noto per il monumento a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori. 

Il cognome Nathan alla maggioranza dei forlivesi farà venire piuttosto in mente Sara Levi Nathan cui è dedicata una traversa di corso Diaz, originariamente chiamata via dei Giudei. La nobildonna, durante il Risorgimento aveva dato asilo a Giuseppe Mazzini e ai suoi affiliati: era la madre di Ernesto. Nathan, in rappresentanza del Comune di Roma, era stato già stato a Forlì due anni prima, in occasione del funerale dell’amico.

L’attento Filippo Guarini, nel suo “Diario Forlivese” (di cui si auspica quanto prima una sua fruizione in versione digitale) scrive che “alle 9” si erano riunite “le associazioni” per “andare al Teatro”. Però accadde un imprevisto: “Nathan non è giunto”. La sbalordimento generale scemò quando pervenne un telegramma che vale come giustificazione: “doveva scendere dal diretto di Roma delle 8.36 ma addormentatosi si è svegliato a Castel Bolognese”. Si presume che abbia pranzato là, se ebbe a comunicare “che sarebbe arrivato alle 2.35 pomeridiane”. Guarini, pertanto, commentava: “Curioso che nessuno di quelli che gli erano andati incontro non se ne siano accorti alla Stazione”. Sarà capitato a molti pendolari un aneddoto simile a questo, in effetti però è strano che nessuno si sia premurato di svegliare l’oratore assopito. 

Al di là del contrattempo, l’iniziativa ebbe comunque buon successo, se è vero che “un corteo di 3000 persone” si recò “verso la tomba al cimitero con numerose bandiere”. Il tutto, in estrema sicurezza: “non avviene il minimo inconveniente” mentre “tutte le botteghe sono chiuse”. Il ritardo, invero, fu inevitabile e tutto venne spostato al pomeriggio. Era la Domenica delle Palme con “tempo sereno e nuvoloso a vicenda” ma per Saffi l’amministrazione fece arrotolare e abbrunire le bandiere sulla torre civica e sulle sedi istituzionali in segno di lutto. 

Per la commemorazione del triunviro non era stato scelto un oratore a caso, in quanto Nathan era stato suo amico per lungo tempo, dunque chiamato “discepolo” dallo stesso autore del Diario, fonte inesauribile di notizie e notiziole della vita forlivese tra Otto e Novecento conservato in più quadernoni manoscritti presso i Fondi Antichi della Biblioteca intitolata – manco a dirlo – a Saffi. Sarà, a tutti gli effetti, seguendo i suoi insegnamenti che espleterà il mandato di sindaco di Roma, tra il 1907 e il 1913 e pare proprio che la sua linea amministrativa abbozzò i primi passi nel discorso che fece a Forlì in quel 10 aprile del 1892. 

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