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Mollo tutto e vado via

Mollo tutto e vado via

A cura di Michelangelo Pasini

Cosa ci ha insegnato il primo anno on the road

Siamo tornati a Forlì per un mese per passare le vacanze di Natale con amici e parenti. Cosa ci ha lasciato questo primo anno da viaggiatori a tempo pieno?

Sono passati tanti mesi dai primi giorni di Aprile, quando siamo partiti per quello che in molti chiamano viaggio a tempo indeterminato. Il primo anno è passato ed è ora di trarre le prime conclusioni. Oggi, che siamo tornati a casa per un mese per passare le vacanze di Natale con parenti e amici a Forlì, è ancora più chiaro quello che ci manca della Romagna quando siamo fuori e quello che invece ci ha spinto a lasciarla e viaggiare.

Il primo insegnamento che traiamo da questi mesi in viaggio è sicuramente che, per quanto visitare paesi lontani dove lo shock culturale è fortissimo ci abbia sempre attratto come una potente calamita, il paese che ci è rimasto nel cuore davvero nel 2017 è l'Albania. Il perché lo abbiamo raccontato in un articolo tagliente intitolato Tutto quello che vi hanno detto sull'Albania è falso, ma si può riassumere in tre caratteristiche fondamentali: natura strabordante e incontaminata (sia al mare che in montagna), un popolo più che accogliente e prezzi davvero bassi.

Poi c'è l'India. Un paese di cui siamo innamorati fin dal nostro primissimo viaggio da quelle parti, fatto dodici anni fa. Lo amiamo a tal punto da aver deciso di passarci cinque mesi. Intensissimi, anche troppo. Il fascino unico dell'India, la sua potente spiritualità e la sua forza iconica e visiva fuori dal comune si paga a caro prezzo: povertà, sporcizia e condizioni di vita lontano dalle comodità occidentali sono le prime asperità che si incontrano. A questo bisogna aggiungere un basso livello di sicurezza per le donne. Niente di grave, ma col senno di poi avremmo potuto passare qualche mese in meno da quelle parti.

Abbiamo poi capito che less is more. Siamo partiti convinti di spostarci ogni due giorni, cambiando stanza in continuazione perché consumati dalla smania di vedere il più possibile. Torniamo dopo quasi anno con la consapevolezza che stare per meno di una o due settimane in una singola città o paesino è limitante. Saremmo semplicemente turisti, che arrivano, consumano in velocità e scappano. Perdendo l'essenza del nostro progetto che si fonda sulla voglia di capire intrinsecamente quello che stiamo vedendo. Abbiamo incontrato tante persone che come noi girano il mondo e che in un anno si sono spostati in venti paesi: noi ne abbiamo visti sei e crediamo di avere comunque corso eccessivamente.

Io ho persino scoperto di amare il mare. Chi mi conosce sa quanto abbia sempre detestato passare una giornate in spiaggia: credevo di perdere tempo. A Settembre sulla sabbia dello Sri Lanka ho cambiato completamente idea. Il nostro albergo era letteralmente a dieci passi dall'Oceano Indiano e appena finito di lavorare mi buttavo in acqua e poi mi lasciavo asciugare al sole. E mi piaceva proprio. Cosa ha favorito questo cambio di prospettiva? Semplicemente l'avere più tempo a disposizione. Quando eravamo a casa passare le uniche ore libere di una settimana steso a non fare nulla era frustrante, sentivo di aver continuamente qualcosa di meglio da fare: leggere un libro, guardare un film, prendere un aperitivo con qualche amico. In Sri Lanka potevo fare l'uno e l'altro. Ho quindi imparato a rilassarmi al mare, godendomi la pace e la quiete.

Stesso discorso dell'avere tempo vale per la riscoperta del piacere di dormire. Cosa ho amato di più in questo anno? La conquista di non puntare la sveglia il sabato e la domenica. Quando ancora eravamo a casa nel weekend mi alzavo quasi sempre presto perché volevo fare tutte quelle cose per cui non avevo tempo fra settimana: una passeggiata, un film, un libro. Ora questa urgenza è sparita, lavoro meno ore, ne vivo molte di più. E di conseguenza posso assaporare la libertà di dormire. Una conquista che sembra piccolissima, ma che in realtà nasconde una grande vittoria.

Ci siamo sempre più convinti di essere sulla strada giusta anche grazie a questi primi giorni a casa: come avevamo già detto e scritto il fatto che la nostra partenza non fosse una fuga, ma una scelta deliberata ha tutto un altro sapore rispetto a quelli che partono in cerca di qualcosa che non avevano in Italia. Noi a Forlì avevamo tutto, ma volevamo andare oltre. E tornando a Natale abbiamo capito che dobbiamo e vogliamo stare a casa di tanto in tanto, per poi ripartire, più felici e carichi di prima.

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