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Venerdì, 26 Aprile 2024
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Da Piazzale del Nord a Piazzale della Vittoria con direttrice Ronco

Siamo in Piazzale della Vittoria all’imbocco con viale Roma. L’ampio spiazzo, che nell’8oo aveva ospitato anche un mercato del bestiame e che dal 1816 fungeva da anticamera al Giardino Pubblico, comincia a cambiare volto con l’avvento del Ventennio fascista

Sembra sia passato un millennio dal momento in cui il fotografo senza nome, con la tecnologia del suo tempo, ha immortalato l’immagine riscoperta questa settimana. Senza l’attualizzazione operata da Frasca, sarebbe praticamente impossibile riconoscere l’imbocco del futuro viale Roma da Piazzale della Vittoria. La collocazione cronologica migliore parrebbe quella di fine Ottocento: Forlì è ancora “intra moenia”, racchiusa dai bastioni urbani avviati dagli Ordelaffi e completati da Caterina Sforza nel 1488. Alle spalle del fotografo c’è la barriera daziaria Vittorio Emanuele, realizzata nell’Ottocento dall’architetto comunale Giacomo Santarelli a presidiare l’ingresso in città da Borgo Cotogni, oggi Corso della Repubblica. Usciti sulla Via Emilia c’era il cosiddetto Piazzale del Nord, così denominato, pur essendo collocato a sud-est, per aver fatto da scenario all’accoglienza in città di un notabile russo delegato dallo zar. L’ampio spiazzo pubblico, che nell’8oo aveva ospitato anche un mercato del bestiame e che dal 1816 funge da anticamera del Giardino Pubblico, oggi Parco della Resistenza, comincia a cambiare volto con l’avvento del Ventennio fascista. La comparsa nel bel mezzo dell’ellisse del Monumento alla Vittoria nella Prima Guerra mondiale, risale al 1928. Il progetto di Cesare Bazzani, vincitore del concorso nazionale appositamente bandito, ha portato alla realizzazione di una colonna (popolarmente detta obelisco) in pietra dorata di Trani alta 22 metri. Se la scultura alla sommità è opera di Bernardo Morescalchi, i bassorilievi alla base sono di Bernardino Boifava.

L’edificio ottocentesco visibile sul lato sinistro della foto, verrà sostituito nel 1938, alle soglie del secondo conflitto mondiale, dal grandioso Convitto Aeronautico progettato da Cesare Valle. Primo “college” in Italia per aspiranti aviatori, è in grado di accogliere 440 allievi, di cui 380 residenziali. Nell’ottobre 1941 viene dedicato al terzogenito di Mussolini, Bruno, l’indomani della sua tragica morte a Pisa mentre stava provando un aereo militare. L’interno dell’ex Convitto, riutilizzato nel dopoguerra come Palazzo degli Studi, contiene la straordinaria saga del Mosaico del Volo, realizzata dalla ditta Rimassa di Roma su disegni del pittore futurista Angelo Canevari. Strettamente collegata alla funzione originaria del grande edificio è la statua di Icaro in piazzale della Vittoria, opera dello scultore Francesco Saverio Palozzi. La visuale di destra della foto muta solo all’inizio degli anni ’60, con la realizzazione in via Zanchini del complesso immobiliare comprendente anche il “grattacielo”, il condominio Vittoria, l’edificio residenziale più elevato della città dall’alto dei suoi 12 piani. La lunga fila di cipressi che portava sino al Ronco è gradatamente venuta meno, soppiantata a partire dagli anni Venti del XX secolo da palazzine anche di pregio, in stile razionalista e Liberty, sopravvissute ai giorni nostri in pochi fortunati esemplari. 

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