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Disabile bloccato in casa da oltre 10 giorni per l'alluvione: "Mi sento in prigione, non riesco nemmeno a guardare fuori"

L'ascensore ancora non funziona: “Ci hanno detto che è vecchio, che lo aggiusteranno, ma ci vorrà tempo, perchè devono arrivare pezzi di ricambio. Per fortuna non ho avuto problemi di salute, il mese scorso ad esempio sono stato ricoverato in ospedale per una forte febbre”

Bloccato in casa da quando la furia dell'acqua ha raggiunto la palazzina dove abita in via Martiri delle Foibe a Forlì, in una delle zone più colpite dall'alluvione. Non può uscire perchè è su una sedia a rotelle e l'ascensore non funziona. “Mi sembra di essere in prigione”. Questa è la storia di Taulant Kodra, 50 anni, rinchiuso nell'appartamento dove vive, da quel martedì 16 maggio. 

“Siamo stati alluvionati, l'acqua è arrivata nei garage, nell'ascensore e nel deposito, con me e mia moglie c'erano anche nostro figlio di quasi 19 anni e mia madre di 83 anni, che sono stati evacuati. Ma, vista la mia condizione, per paura che potessi farmi male, io e mia moglie siamo rimasti qui, vivendo al terzo piano. Sono paraplegico, invalido al 100 per cento, a causa di un incidente stradale avvenuto due anni fa, proprio all'incrocio vicino a casa”, racconta. 
 
A casa la luce è tornata dopo 4 giorni e, a causa di un problema ad una tubatura, è mancata anche l'acqua per due giorni, come in molte altre zone della città. Ma Kodra è bloccato: “Qui i balconi sono alti e non riesco nemmeno a guardare fuori”. L'ascensore ancora non funziona: “Ci hanno detto che è vecchio, che lo aggiusteranno, ma ci vorrà tempo, perchè devono arrivare pezzi di ricambio. Per fortuna non ho avuto problemi di salute, il mese scorso ad esempio sono stato ricoverato in ospedale per una forte febbre”. Kodra faceva il camionista, era abituato a girare su e giù l'Italia, poi l'incidente. Adesso non può superare le mura di casa.

“Ero abituato ad uscire quasi ogni giorno per un caffè con gli amici o un giro in piazza Saffi, ora sono veramente giù di morale – continua –. In queste due settimane mia moglie è rimasta con me perchè non poteva andare a lavorare a causa dell'emergenza. Una nostra auto è alluvionata, l'altra l'avevamo spostata e non era raggiungibile, prima per l'acqua poi per il fango. Ora sono tornati a casa anche nostro figlio e mia madre”. Ma la casa, anche se piena di persone, sta diventando una prigione.  

L'informativa del comune

Rispetto alla notizia diffusa del disabile bloccato nel proprio appartamento a causa dell’ascensore che non funziona, l’Assessorato al Welfare del Comune di Forlì fa sapere che “si tratta di una persona conosciuta e in carico ai servizi sociali, con cui siamo in stretto contatto. Con lui vivono la moglie, operatrice socio sanitaria qualificata, la madre e il figlio diciottenne. Manifestano un bisogno non di tipo sociale, ma legato a problemi di mal funzionamento dell’ascensore che li obbliga a stare in casa. Le assistenti sociali del Comune di Forlì, in ogni caso, sono in costante contatto telefonico con la famiglia e hanno ribadito piena disponibilità di intervento e sostegno in caso di necessità.”

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