rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Cammello o dromedario: su cosa viaggiavano i Re Magi?

E' tempo di presepi: ma su cosa viaggiavano i Re Magi? Facciamo un po' di chiarezza

La tradizione popolare vuole che i Re Magi fossero arrivati alla grotta di Betlemme, la notte della nascita di Gesù, a cavallo di un cammello: ma siamo proprio sicuri si trattasse dei caratteristici animali a due gobbe o, forse, erano i meno dotati (perché con una gobba sola…) cugini dromedari? Proviamo a conoscere un po’ meglio queste due specie.

Ci sono sostanziali diversità fra questi due animali, nonostante siano “imparentate” tra loro (assieme al cammello selvatico – Camelus ferus - sono infatti le uniche specie di mammiferi appartenenti alla famiglia dei Camelidi). La differenza più conosciuta ed evidente fra cammello (Camelus bactrianus) e dromedario (Camelus dromedarius) risiede nel numero delle gobbe: due nel cammello e una nel dromedario (a dir la verità, anche il dromedario ne ha due, ma quella anteriore è praticamente atrofizzata e quindi non evidente). Queste gobbe hanno funzione di accumulo e deposito di grasso, utilizzato come riserva nei periodi di scarsità di cibo: mentre nel cammello si afflosciano lateralmente quando il grasso viene consumato, nel dromedario esse si riducono di volume. Vi sono diversità anche nella pelliccia: il cammello è un animale a pelo lungo (di colore beige-marroncino, particolarmente fluente e folto sotto al collo, lanoso d’inverno), mentre il dromedario ha il pelo corto, con sfumature di beige fino a tonalità molto scure, quasi nere, o molto chiare, fino al bianco.

Mentre il cammello vive nelle zone desertiche e steppose dell'Asia centrale, tra l'Anatolia e la Mongolia, il dromedario è distribuito in tutta l'Africa del Nord, nella Penisola arabica, in India e in gran parte dell'Asia minore: questo potrebbe far pensare che nei luoghi in cui è nato e vissuto Gesù fosse maggiormente diffuso il dromedario. D’altro canto, i Re Magi erano di provenienza curda, quindi arrivarono a Betlemme da una regione in cui vivevano cammelli.  Probabilmente la scelta del redattore dei testi sacri è ricaduta sul cammello anche in virtù di un significato più profondo del suo essere: la sua capacità di adattamento e sopravvivenza nel deserto riporta alla vita degli eremiti, che si privavano di tutto per una vita di preghiera e meditazione. Lo stesso Giovanni Battista, ci ricorda l’evangelista Marco, “… aveva un vestito di peli di cammello, …”. I cammelli facevano parte delle carovane di mercanti, che giungevano a Gerusalemme portando doni e tesori, come riportato nel Libro del profeta Isaia (“… una moltitudine di cammelli ti sommergerà […] portando oro e incenso, proclamando le lodi del Signore…”). Non da ultimo, la famosa frase pronunciata da Gesù “… È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio…”, raffronta l’animale locale più grande con il foro più piccolo possibile, ammonendo che si possa pensare di far parte dei discepoli del Regno senza rinunciare alla propria ricchezza. In effetti il cammello è un animale di una certa stazza, nonostante sia più piccolo del dromedario: il primo è alto 1,5 metri, mentre il secondo 2 metri, anche se quest’ultimo risulta più leggero.

Avendo una resistenza maggiore di quella del cavallo, da sempre queste due specie sono state scelte dalle popolazioni locali come cavalcature e animali da soma, ideali per gli spostamenti nelle regioni desertiche: il dromedario, purché il terreno non sia troppo accidentato, è in grado di percorrere fino a 150 km in 15-20 ore, a una velocità che può oscillare fra gli 8 e i 20 km/h, sopportando un carico che può arrivare a 150–200 kg, mentre il cammello, a una velocità massima di 4 km/h, può camminare fino a circa 24 ore consecutive, fino a percorrere circa 50 km al giorno. Inoltre le zampe sono dotate di due dita rivestite da uno spesso strato calloso, che permette loro di camminare sulla sabbia senza sprofondarvi e, al contempo, di proteggersi dalle alte temperature. Anche il muso è frutto di adattamenti alla vita desertica: le narici sono in grado di chiudersi ermeticamente, in modo da proteggersi durante le tempeste di sabbia, così come le sopracciglia, molto folte, proteggono gli occhi dalla sabbia, quando viene sollevata dal vento.


Udito e olfatto sono sviluppatissimi, tanto che possono avvertire la presenza di acque sotterranee anche a diversi metri di profondità… un super-potere assai utile, se abiti nel deserto!  Proverbiale è la loro capacità di resistere moltissimi giorni senza bere: fino a 8 giorni il dromedario e ben 1-2 mesi il cammello. Inoltre possono sopportare escursioni termiche da -20 °C a oltre 50 °C e trattenere l'umidità presente nell'aria, che immette ad ogni atto respiratorio: la traspirazione, già di per sé assai limitata, per via della particolare struttura dell'epidermide, può essere ancor più rallentata dall'ingestione di vegetali spontanei, talmente ricchi di sali minerali da avvelenare qualsiasi essere umano. Comunque, in mancanza di sostanze vegetali, possono nutrirsi anche di ossa, pelle e carne o, in mancanza di alternative, anche di corde, sandali in pelle o le tende degli accampamenti.
Quando poi riesce ad approvvigionarsi di acqua, il cammello riesce a bere anche 150 litri d'acqua in una volta sola. Probabilmente Gaspare, Melchiorre e Baldassarre non avevano tutte queste informazioni prima di iniziare il loro viaggio verso Betlemme, ma di certo hanno scelto un buon mezzo di trasporto!

Si parla di

Cammello o dromedario: su cosa viaggiavano i Re Magi?

ForlìToday è in caricamento