rotate-mobile
Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Rudolph & Co.: le renne di Babbo Natale, tra biologia e tradizione

Le renne sono ungulati appartenenti alla famiglia dei Cervidi, ma a differenza delle altre specie della famiglia, in quasi tutte le popolazioni la presenza dei palchi (le cosiddette corna) si riscontra anche nelle femmine

Ufficialmente sono otto, ma nel corso del tempo si è aggiunto anche Rudolph (dal caratteristico naso rosso): i loro nomi sono Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner, Blitzen. In italiano, si chiamano Ballerina, Cometa, Cupido, Donato, Donnola, Freccia, Fulmine, Saltarello. Chi sono? Ovvio, sono le renne di Babbo Natale, che popolano le nostre immagini natalizie con la loro eleganza e il loro ruolo iconico. Ma cosa sappiamo davvero di queste affascinanti animali? Scopriamolo assieme.

La Renna (Rangifer tarandus), è un cervide che vive nelle regioni artiche e subartiche, con popolazioni sia stanziali che migratrici; è l'unica specie del genere Rangifer ma, dal punto di vista tassonomico, è stata suddivisa in quattordici sottospecie, distinte in due grandi gruppi: le renne della tundra (con sette sottospecie) e le renne dei boschi (con altre sette sottospecie). In quest’ultima suddivisione troviamo il Caribù, che vive in Nord America (a differenza della sottospecie nominale, che vive in Asia ed Asia) ed è selvatico (mentre la renna vera e propria ha anche popolazioni domestiche).

Le renne sono ungulati appartenenti alla famiglia dei Cervidi, ma a differenza delle altre specie della famiglia, in quasi tutte le popolazioni la presenza dei palchi (le cosiddette corna) si riscontra anche nelle femmine. I palchi generalmente presentano due gruppi distinti di punte, una inferiore e l'altro superiore, con lunghezze fino a 135cm. Come tutti gli ungulati, anche le renne perdono i palchi: i vecchi maschi in dicembre, i giovani agli inizi della primavera e d'estate le femmine.

Questa caratteristica rende ancor più intricato un mistero a cui persino l’Alaska Department of Fish and Game e la University of Alaska Fairbanks hanno cercato di dare risposta: le renne di Babbo Natale sono maschi o femmine? Considerato il periodo di caduta dei palchi, potrebbero essere di entrambi i sessi (visti anche i loro nomi, sia maschili che femminili); inoltre, per trainare una slitta carica di doni è necessario essere ben in forze, situazione tipica di un esemplare adulto (gli esemplari vecchi non hanno tutta quella forza!). In ogni caso, per scoprirlo credo si dovrà chiedere direttamente a Santa Claus.

Le caratteristiche morfologiche variano sensibilmente a seconda del sesso e della sottospecie: generalmente sono lunghe fra 160 e 215 centimetri, con altezza al garrese fino a 150 centimetri e peso fino a 210 chili (con record di oltre 350 chili). Anche il colore del mantello varia considerevolmente: da un individuo all'altro, in base alla stagione o alla sottospecie. Le popolazioni settentrionali, di dimensioni quasi sempre minori, tendono ad avere una colorazione più bianca, mentre quelle meridionali, di dimensioni maggiori, tendono a essere più scure.

I superpoteri delle renne

Gli adattamenti evolutivi hanno dotato questi straordinari mammiferi di “superpoteri” in grado di farli sopravvivere nelle regioni artiche, considerate uno dei luoghi più inospitali del pianeta. Mentre camminano, le ginocchia delle renne emettono un caratteristico “schiocco”, permettendo così al branco di restare unito anche durante gli spostamenti durante le bufere di neve, quando gli individui perdono il contatto visivo fra loro.
Alcuni ricercatori dello University College di Londra affermano che gli occhi delle renne possano vedere nello spettro dell’ultravioletto (caso unico fra i mammiferi), potendo così vedere oggetti, come urina e ciuffi di pelo, che risultano generalmente invisibili sulle superfici artiche e che in questo modo spiccano sullo sfondo ultravioletto.

Il naso della renna è uno strumento assai sofisticato: è dotato di turbinati che aumentano di molto la superficie all'interno delle narici, consentendo in tal modo il riscaldamento dell'aria fredda respirata con il calore corporeo dell'animale, prima di raggiungere i polmoni. Anche l'acqua condensata dall'aria espirata viene riutilizzata per inumidire l'aria inspirata e assorbita nel sangue attraverso le mucose. Gli zoccoli della renna hanno un “assetto variabile” a seconda della stagione: in estate, con il terreno soffice e umido, i cuscinetti plantari divengono spugnosi, fornendo una migliore trazione. In inverno, invece si restringono, permettendo al bordo affilato dello zoccolo centrale di penetrare meglio nel ghiaccio e nella neve dura,  impedendogli di scivolare, oppure di scavare nella neve alla ricerca del loro cibo preferito, il cosiddetto “lichene delle renne”. Anche la pelliccia della renna ha accorgimenti “tecnici” all’avanguardia: i peli sono cavi e di forma conica e questo permette loro di trattenere maggior quantità di calore attorno al corpo, senza disperderlo. Insomma, che si tratti di scienza o di tradizione, le renne di Babbo Natale sapranno sempre sorprenderci e se volete sapere altre curiosità su questi splendidi animali… tocca restare svegli la vigilia di Natale e chiedere a Babbo Natale in persona!


 

Si parla di

Rudolph & Co.: le renne di Babbo Natale, tra biologia e tradizione

ForlìToday è in caricamento