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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Lupo, volpe o cervo? Impariamo a conoscere le impronte degli animali sulla neve

Questo un breve elenco dei segnali che possono rivelarci il passaggio della fauna selvatica: tracce e impronte sul terreno, resti di pasto o predazione, penne, nidi e tane, escrementi e borre, canti e versi

Spesso, quando accompagno i miei clienti in escursione nelle aree protette o in qualsiasi ambiente naturale, una delle domande che ricorrono più di frequente è: “… ma vedremo animali oggi? Quali animali vivono in questi boschi? …”. L’Italia (e la nostra regione in particolare) è ben rappresentata da Parchi Nazionali, Regionali, Riserve, Oasi e da tante altre categorie di aree protette; in questi luoghi la popolazione faunistica è ricchissima ed il livello di biodiversità è notevole, ma siamo pur sempre in un ambiente naturale e non in uno zoo, quindi gli avvistamenti diretti sono probabili ma non assicurati.

Ecco dunque che diventa fondamentale saper riconoscere i segni di presenza degli animali che vivono stabilmente in un ambiente naturale e che possono così fornirci indizi precisi sulla specie che frequenta quel luogo. Questo un breve elenco dei segnali che possono rivelarci il passaggio della fauna selvatica: tracce e impronte sul terreno, resti di pasto o predazione, penne, nidi e tane, escrementi e borre, canti e versi. In questo articolo proveremo a parlare delle orme che i selvatici lasciano sul terreno e una delle stagioni che permette di osservare molto facilmente questi “indizi” è l’inverno (stagione che fa a gara con l’autunno in questo).  Il motivo è presto detto: rispetto alle stagioni più calde, dove il terreno si ricopre d’erba o diventa secco e duro a causa del calore del sole, nelle stagioni più piovose o nevose il terreno risulta più morbido e quindi il passaggio degli animali lascia segni più evidenti che possono essere decifrati. 

La lepre

Facendo una passeggiata (o in questi giorni anche una ciaspolata) nelle faggete del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, potremmo osservare le caratteristiche orme della Lepre comune o europea (Lepus europaeus): le quattro zampe lasciano sul terreno una sorta di “Y”, in cui l’asta è formata dai segni delle due zampe anteriori e i due bracci sono rispettivamente le due zampe posteriori. Ai non addetti ai lavori sembrerà strano che l’impronta delle zampe posteriori sia davanti a quella delle anteriori, ma se pensiamo che la lepre si muove solo a balzi risulterà semplice capire che quando la lepre spicca il salto, atterra prima con una zampa anteriore, poi l’altra subito davanti ed in un secondo momento avanzerà con le zampe posteriori, che si muovono parallele e simultanee. Il risultato è quello che si vede in foto di copertina e che ci permette anche di capire in quale direzione si stava muovendo l’animale: le braccia della Y puntano sempre nel senso di marcia. Gli arabeschi disegnati dalle lepri nella neve sono anche diagnostici della loro ricerca del cibo (le lepri sono erbivore): spesso le piste si incrociano e vanno da un arbusto all’altro, dalla chioma di un albero abbattuto (sotto cui potrebbe celarsi il covo notturno, visto che le lepri non scavano cunicoli come i conigli) ad un prato rimasto scoperto dalla coltre nevosa.

Gli ungulati: cervi, daini, caprioli e cinghiali

Un altro gruppo di animali che si aggira nelle Foreste Casentinesi è rappresentato dagli ungulati: Cervo, Daino, Capriolo e Cinghiale. Sono tutti caratterizzati dal muoversi sulle due unghie centrali, rappresentate dal terzo e quarto dito della zampa (il nostro medio e anulare) ma, in presenza di neve, potrebbero imprimersi nel terreno anche le due unghie laterali o speroni (secondo e quinto dito, cioè indice e mignolo), che nel corso dell’evoluzione si sono ritirati lungo l’arto e ora sono posti più in alto rispetto al piano delle unghie centrali. In condizioni asciutte la dimensione dell’orma, la sua forma, la presenza e la disposizione degli speroni sono diagnostici della specie che ha lasciato l’impronta. Con la neve tutto questo si complica un po’ perché le dita, su una superficie molle, tendono a divaricarsi facendo sembrare il segno più grande di quanto non sia. Anche gli speroni, che normalmente in specie come il daino e a volte il cervo non vengono impressi nel terreno, sulla neve potrebbero venir evidenziati, lasciando così qualche incertezza sull’’identificazione.

Lupo, cane o volpe?

Spesso accanto a queste orme di erbivori è possibile osservare una traccia di “canide”: Lupo? Cane? Volpe? Tutte e tre le ipotesi sono verosimili, anche se possiamo fare qualche valutazione al riguardo: l’orma di un lupo è abbastanza grande (circa 8-10cm) e la sua pista ha la caratteristica di procedere in linea retta, a differenza di un cane che cammina più a zigzag. L’orma di una volpe invece è nettamente più piccola e, con neve alta, può ricordare la pista lasciata da un capriolo: osservando attentamente però si vedrà il segno dei cuscinetti plantari e non degli zoccoli. Agli osservatori più attenti x non sfuggiranno le orme dello Scoiattolo comune (Sciurus vulgaris): procedendo a balzi come la lepre, troveremo le impronte delle zampe posteriori davanti a quelle delle anteriori, ma sempre appaiate fra loro, a formare una sorta di trapezio. Inoltre le vedremo partire e terminare dalla base di un albero. Per chi volesse approfondire il discorso, oltre ad un contatto diretto col sottoscritto, consiglio l’ottimo testo di Ricca editore, “Tracce e segni degli animali” di Nick Baker

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