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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Una storia molto...pepata! Storia e curiosità di una delle spezie più utilizzate al mondo

Una spezia fra tutte ha influenzato la gastronomia e l’economia di tutto il mondo: il pepe nero.

Nel Medioevo il commercio delle spezie era fonte di enorme guadagno e motivo di espansioni e conquiste territoriali da parte delle più importanti flotte commerciali d’Europa. Una spezia fra tutte ha influenzato la gastronomia e l’economia di tutto il mondo: il pepe nero.

Il granello raggrinzito che troviamo oggi nelle confezioni al supermercato è il frutto di una pianta rampicante, il Piper nigrum, che cresce spontaneamente in alcune zone dell’India ed è coltivata in modo estensivo sia qui che nei Paesi tropicali. Il frutto, prima verde poi rosso scuro a maturità, si presenta come una bacca del diametro di circa cinque millimetri, contenente un solo seme. Grazie ad alcuni particolari procedimenti di lavorazione, da questo stesso frutto si ottiene il pepe bianco e il pepe verde.


La pianta del pepe è una liana legnosa perenne che raggiunge i quattro metri di altezza, i cui frutti (chiamati drupe) crescono su una spiga della lunghezza di 7-15 centimetri. Le piante fruttificano a partire dal quarto-quinto anno e continuano per circa sette anni. Il pepe nero si ottiene dalla raccolta dei frutti non ancora maturi e lasciati ad essiccare al sole, mentre il pepe bianco si ottiene mettendo in ammollo i grani maturi e decorticandoli; il pepe verde invece viene prodotto raccogliendo i grani acerbi e trattandoli con diossido di zolfo, per mantenerne colore e morbidezza.


Il pepe deve la sua piccantezza quasi completamente alla piperina, una sostanza presente nella polpa e nel seme: il sapore e l’aroma tipici del pepe vengono però perduti per evaporazione, quindi è necessario conservarlo sotto vuoto quanto più possibile, per mantenere più a lungo la sua fragranza. Anche la luce influisce negativamente sul sapore, rendendolo meno piccante, a causa della trasformazione della piperina, così come la macinatura ne riduce l’aroma, tanto che in gastronomia è da preferirsi l’utilizzo del pepe in grani, macinato al momento dell’esecuzione della ricetta.

In passato, la ricerca ed il commercio del pepe hanno spinto commercianti ed avventurieri in tutto il mondo ed in tutte le più grandi città medievali era presente un quartiere dedicato a questa spezia (Pepper Alley, Pepper Gate, Rue du Poivre …): questo perché in queste città esisteva un vicolo o una strada dove i mercanti si riunivano per vendere le spezie, la più importante fra tutte era il pepe (probabilmente perché era l’unica spezia il cui odore pungente e penetrante poteva coprire i miasmi che provenivano dai vicoli).


Nel periodo medievale il pepe, al pari del sale, aveva un posto d’onore nella gastronomia e nella conservazione dei cibi, arrivando a costare dieci volte di più di ogni altra spezia: in ogni cucina, accanto al sale, conservato vicino al camino per mantenerlo asciutto, c’era sempre una pepaiola ripiena di grani. Gli stessi marinai, duranti i loro viaggi, più che l’oro o i denari, portavano con sé un borsellino di pelle con all’interno dei grani di pepe, da poter utilizzar come merce di scambio, in caso di necessità.


Il pepe fece la sua comparsa in Europa grazie alle vie commerciali dell’Est: dapprima distribuito nei bazaar indiani, veniva in seguito trasportato a dorso di mulo o cavallo attraverso il Pakistan, l’Iran e l’Iraq, fino a raggiungere la Siria. Da qui, attraverso i Balcani o la Turchia, giungeva nella più importante città mercantile del passato: la Repubblica di San Marco, Venezia. All’inizio del XVI secolo  la città vantava una flotta mercantile senza confronti e dominava su tutto il Mediterraneo e oltre, tanto che, grazie al commercio fiorente delle spezie, il sistema bancario veneziano e dell’intera Penisola italiana si fortificò e si arricchì enormemente. I banchieri pontifici, nonostante gli editti contro l’usura, erano i più ricchi del mondo medievale e il Banco dei Medici, del fiorentino Cosimo de’ Medici, apriva filiali in tutto lo Stivale giungendo fino a Londra.


Per iniziare a vedere la decadenza del sistema bancario bisogna aspettare l’ascesa dell’Impero Ottomano, che offuscò la predominanza commerciale veneta, obbligando spagnoli, portoghesi, olandesi, francesi e inglesi a rivolgersi altrove per rifornirsi di spezie.  Iniziarono così i viaggi commerciali verso l’Oceano Indiano, con il passaggio dal Capo di Buona Speranza, per approvvigionarsi direttamente nelle terre d’origine, o verso le Americhe: in quel periodo il prezzo del pepe salì a tal punto da eguagliare quello dell’oro, determinando il fallimento delle banche venete.
 

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