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Focus Forlitoday in centro storico, sempre più negozi chiusi. La parola ai commercianti

Facendo una passeggiata nella parte più centrale della città, si notano sfilze di vetrine buie. Forlitoday ha chiesto l'opinione dei titolari o responsabili di alcuni negozi

Parcheggi troppo costosi, servizio autobus scadente, poca pubblicità alle e iniziative e forlivesi poco affezionati alla propria città. Queste sono alcune tra le motivazioni più sentite che i commercianti adducono alla situazione “drammatica”, questa la parola più usata, del centro storico. Facendo una passeggiata nella parte più centrale della città, si notano sfilze di vetrine buie: questo colpo d'occhio, non certo piacevole, si ha soprattutto all'inizio di corso Diaz e corso Mazzini.

Forlitoday ha chiesto l'opinione dei titolari o responsabili di alcuni tra i negozi più longevi, più caratteristici e più resistenti del cuore della città. C'è chi è con l'acqua alla gola e chi spiega invece come riesce a superare questa crisi: ma le critiche sono tante, non solo all'amministrazione comunale, ma anche agli stessi commercianti ed ai cittadini.

Negozi in centro: chi chiude e chi resiste

CORSO DIAZ – E' sconfortata la titolare del Mon Amour, Catia Zoli, negozio di articoli da regalo e oggettistica, che da 24 anni si trova in centro. “Non so quanto potrò resistere, la situazione è tragica. Sto pensando di chiudere e continuare a lavorare su internet. I miei clienti sono soprattutto ragazzini che si muovono anche con i mezzi pubblici, con gli autobus ora è più semplice arrivare al centro commerciale piuttosto che qui. Per non parlare poi del costo dei parcheggi e degli affitti”.

“Negli ultimi anni la situazione è cambiata e facciamo dei grandi sacrifici per tirare avanti – confida Lori Raggi, dell'Oreficeria 2000, da 30 anni in centro – un altro grosso problema è rappresentato dalla zona pedonale: in questo momento non volere le macchine in centro significa non volere la gente in centro”.

CORSO GARIBALDI – La Pizzeria dello studente - Altero esiste da 50 anni, li festeggia il 5 ottobre. Il titolare, Fabio Poli, è anche un nuovo membro del cda di Forlì nel Cuore: “La situazione è la stessa in tutti i centri storici. I nostri cittadini vanno rieducati. Il forlivese sa solo criticare e non è innamorato del proprio centro, ma se ci si guarda intorno, l'erba del vicino non è sempre la più verde. Chi viene da fuori Forlì, infatti, mi dice spesso che il nostro centro è bellissimo”.

“Stanno chiudendo tantissimi negozi – osserva il titolare di Legend Store, abbigliamento uomo da 23 anni a Forlì  - ma poi vengono a mancare il ricambio di qualità e professionalità. Questo porta ad una mancata appetibilità per il commercio. Noi non riusciamo a sbarcare il lunario e non c'è nessuno in grado di indicarci la strada da seguire, né le associazioni di categoria, né l'amministrazione, nessuno”.

Huarò, negozio di abbigliamento femminile, resiste da 12 anni e la titolare spiega il segreto: “Ci impegnamo al massimo, facciamo grande ricerca sul prodotto e creiamo un clima familiare in negozio, insomma un ritorno alla bottega. Credo che in centro manchino luoghi di aggregazione, che non siano solo per universitari, ma anche per famiglie, ambienti accoglienti dove mangiare un boccone o fare un aperitivo”

VIA DELLE TORRI – L'abbigliamento di Treossi resiste da oltre 50 anni, ed il titolare, Francesco, spiega: “Noi andiamo avanti grazie alla conduzione familiare. Per il centro i provvedimenti dovevano essere presi già 20 anni fa. Comunque tutti i nostri clienti si lamentano del difficile collegamento con i mezzi pubblici e del costo dei parcheggi, i più cari in assoluto, anche per chi viene da fuori. La voglia di camminare e stare in centro c'è, ma i collegamenti sono migliori  e più veloci con il centro commerciale”.

Altromercato, che propone commercio equosolidale, è a Forlì da 12 anni e propone vende prodotti 'alternativi'. “Ci diversifichiamo proprio per questo – spiega Fabrizia Mosconi, coordinatrice della cooperativa - vendiamo un prodotto diverso che ha alle spalle un progetto. I problemi ci sono perchè gli affitti sono ancora alti e le spese di start up per chi vuole aprire sono difficili da sostenere, ma l'amministrazione comunale in questo ci supporta e noi commercianti dobbiamo supportarla a nostra volta. Non serve a nulla puntare sempre il dito. Io sono molto fiduciosa che il centro storico possa a breve riprendere una nuova vita”

CORSO MAZZINI – La Bottega del Sarto si è trasferita, ma sono 18 anni che è in centro. “Corso Mazzini, in questa parte è disastrato – sottolinea Laura Tassinari, la titolare – non c'è più un negozio aperto, è una desolazione. Noi stiamo però superando la crisi alla grande, cercando di coprire anche una clientela giovane ed offrendo un ottimo rapporto qualità-prezzo. Purtroppo aprono tanti negozi, che poi nel giro di poco chiudono: c'è un problema di poca professionalità”.

CORSO DELLA REPUBBLICA – Il bar pasticceria Paccagnella è uno dei più antichi di Forlì, con i suoi 60 anni di attività. “I clienti sono calati almeno del 30% - afferma uno dei titolari – il problema sono gli affitti e le spese altissimi, gli autobus che ormai non arrivano più in centro storico e i forlivesi che non sono più innamorati del proprio centro, ma, se possono, vanno fuori città”.

Secondo una delle responsabili del negozio di abbigliamento Tagiuri c'è un neo anche nell'organizzazione delle iniziative, che “andrebbe incentivata e curata molto di più nei particolari, con una maggiore pubblicizzazione e con lo scopo di vedere qualcosa della città. Poi, durante una passeggiata, chi partecipa agli eventi magari nota le vetrine e torne anche il giorno seguente per lo shopping”.  

   

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