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Domenica, 28 Aprile 2024
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L'estate 2023 sul podio delle più calde dal 1900: "Sfiorati record storici, a Forlì 47 notti tropicali"

L'INTERVISTA - "L’estate è stata anche molto secca, con un’anomalia di precipitazione di ben il -43%, vale a dire che è mancata quasi la metà delle normali precipitazioni stagionali", argomenta Randi

L'estate meteorologica 2023 sul podio delle più calde dal 1900. Ad emettere la sentenza è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti). La stagione è stata caratterizzata da quattro ondate di calore, l'ultima delle qual,i tra il 15 e il 27 agosto, la più intensa della stagione sull'Emilia Romagna come picchi di temperatura media giornaliera. Il 25 agosto è stata la giornata più calda di tutta l'estate, con 29,3°C di temperatura media, superando i 28,6°C del 18 luglio, ma anche il 25 agosto più caldo dal 1991 (limite precedente 28,6°C nel 2012). 

Randi, l'estate meteorologica 2023 come si piazza nella speciale classifica tra quelle più calde?
"Ha chiuso al terzo posto tra le più calde dal 1950, ma potremmo tranquillamente risalire al 1900 senza notare variazioni di classifica, in compagnia di quella del 2012, con un’anomalia di temperatura media (su base 1980-2010), in Romagna, di ben +1,8°C. Sugli altri due gradini del podio troviamo l’estate del 2003 (anomalia di +2,7°C) e quella del 2022 (anomalia di +2,2°C). Inoltre, si tratta della nona estate consecutiva ben più calda rispetto alla medesima norma, e nel contempo le prime 8 estati più calde della serie storica appartengono al periodo recente o, se vogliamo, al nuovo millennio. Il maggior contributo all’anomalia termica positiva stagionale è stato offerto dal mese di luglio (+2,5°C, secondo più caldo del 1950 assieme a quello dello scorso anno e dopo quello del 2015), mentre il mese di giugno è stato caratterizzato da un’anomalia di +1,6°C ed agosto da uno scarto dalla norma di +1,3°C. È importante sottolineare come, a livello mensile, anomalie di temperatura media superiori al grado siano da considerarsi comunque ragguardevoli".

Quale è stata la più intensa?
"I dati indicano che la più intensa delle quattro onde di calore è stata quella intercorsa tra la seconda e la terza decade di agosto, quindi molto lunga (dal 15 al 27 agosto per un totale di 13 giorni) oltre che tardiva, capitata in un periodo nel quale la “canicola” dovrebbe mostrare segni di cedimento. Ad esempio, sulla località di Forlì tra il 24 e il 26 agosto le temperature massime hanno mostrato un’anomalia di 9-10°C; quelle minime di 8-9°C, e quelle medie di circa 9°C. Anomalie termiche del tutto simili si sono riscontrate anche sulle altre principali località del nostro territorio".

Sono caduti dei record?
"Non sono stati battuti, sia pure per un soffio, record di temperatura massima assoluta, mentre nella notte tra il 25 e il 26 agosto, sempre a Forlì, una temperatura minima di 27,6°C registrata dalla stazione Arpae, ha sfiorato il record storico di temperatura minima più alta in assoluto rilevata il 14 agosto 2003 con un valore di 28°C. Un altro dato di assoluto rilievo, è che nell’estate 2023 si sono avute, nei maggiori centri urbani, tra 45 e 48 notti tropicali (Forlì 47), ovvero notti nelle quali la temperatura non scende sotto i 20°C. Valori molto simili si ebbero nell’estate dello scorso anno, ma in entrambi i casi si tratta di un numero di notti tropicali estive quasi doppio rispetto alla norma 1981-2010".

Sul fronte delle precipitazioni come è andata?
"L’estate è stata anche molto secca, con un’anomalia di precipitazione di ben il -43%, vale a dire che è mancata quasi la metà delle normali precipitazioni stagionali, e in questo caso siamo di fronte alla quinta estate consecutiva assai poco piovosa. Dal 2000 ad oggi abbiamo perso il 25,5% delle normali precipitazioni estive, ovvero più di un quarto e, sempre dal 2000, solo tre stagioni sono risultate più piovose rispetto alla norma: 2002; 2005 e 2014, mentre ben 20 di esse sono state secche o estremamente secche, con i massimi di anomalia negativa nel 2012 (-72%); nel 2021 (-63%); nel 2017 (-62%); nel 2003 (-61%); nel 2001 (-45%) e in quella appena conclusa (-43%). Dunque, le estati romagnole, oltre ad essere divenute estremamente più calde rispetto al passato, stanno diventando assai poco piovose, con un’inevitabile e sensibile aumento dell’evapotraspirazione media giornaliera che comporta una maggiore richiesta di acqua per scopi irrigui, dato che essa sarà sempre meno naturalmente disponibile nel periodo estivo".

Anche questa estate è stata caratterizzata da fenomeni estremi...
"Nonostante la scarsa piovosità stagionale, soprattutto nel mese di agosto (-65%), seguito da luglio (-45%) e giugno (-18%), non sono mancati fenomeni temporaleschi violenti. Due i principali: quello del 13 luglio con associate una forte grandinata e intense raffiche di vento sul faentino, forlivese settentrionale e ravennate meridionale, e il più grave in assoluto occorso nel pomeriggio del 22 luglio sul ravennate settentrionale, con grandine di enormi dimensioni (palle da tennis) e un tornado accertato di categoria IF3 (venti fino a 290 km/h). Infatti, tra le località di Voltana, Alfonsine e Savarna un vortice del diametro di almeno un chilometro ha seminato distruzione pressoché completa e causato 14 feriti, percorrendo circa 17 km con traiettoria WNW-ESE con durata di circa 20-25 minuti.

Quali sono state le caratteristiche di questo tornado?
"La distanza percorsa dal vortice è significativa, ma ciò che lo rende un evento ancora più rilevante è la sua dimensione ed intensità. Dopo aver analizzato la documentazione raccolta, il diametro massimo del tornado era probabilmente di circa 1300 metri, una dimensione che in Italia è stata osservata solo occasionalmente e l’unico precedente noto di tornado di simili dimensioni in Pianura Padana si è verificato in Emilia-Romagna il 4 luglio 1965. Dal punto di vista dell’intensità, è il tornado più intenso osservato in provincia di Ravenna in quanto i danni più gravi sono classificabili al grado F3 della scala Fujita, ed è il tornado più intenso in Italia dall’evento dell’8 luglio 2015 sul veneziano (F4)".

Quali sono le cause che l'hanno innescato?
"Responsabile dell’evento è stato un temporale a supercella (ossia un temporale in cui la corrente ascendente è caratterizzata da un moto rotatorio) che si è sviluppata nel corso della mattinata in provincia di Milano, ha attraversato parte dell’Emilia-Romagna, il Mar Adriatico e si è infine dissipata completamente solo lungo la costa del Montenegro a sera inoltrata. Nel corso della sua vita la supercella ha prodotto prima qualche grandinata sparsa sulla Lombardia meridionale e successivamente grandine ben più persistente e grave dal confine tra le province di Modena e Mantova fino alla costa, con chicchi stimati fino a 10 centimetri di diametro. La grandine ha causato almeno 5 feriti sul ferrarese meridionale con importanti danni ad agricoltura, veicoli e edifici. Insomma uno dei temporali più severi, in regione, degli ultimi 10 anni almeno".

L'ultima perturbazione, che fortunatamente non ha causato danni, ha regalato sollievo e temperature anche frizzanti. Conferma però, come da precedente intervista, l'arrivo di una nuova ondata di caldo per i prossimi giorni?
"Il ritorno a condizioni di caldo superiore alla norma appare probabile, anche se molto difficilmente si raggiungeranno valori termici proibitivi; insomma dobbiamo considerare la prossima fase come un periodo di caldo settembrino e non canicolare. Infatti, una nuova pulsazione da parte del promontorio anticiclonico sub-tropicale sembra, questa volta, diretta maggiormente sulla Francia e sull’Europa centrale, lasciando la nostra regione più ai margini grazie al rientro di deboli correnti nord-orientali leggermente meno calde, in particolare nei primi giorni della prossima settimana. Pertanto, sono attese anomalie termiche positive, specie nella seconda parte della settimana, ma non particolarmente severe, e dovrebbe trattarsi di un caldo sopportabile, mentre di notte i valori medi dovrebbero discostarsi solo di poco rispetto alla normalità del periodo; al limite lungo la costa i valori saranno più elevati ma non insopportabili".

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