"Sono mamma di due bambine, le politiche per la famiglia spesso sono solo parole"
Scrive una lettrice:
Sono mamma di due bambine, una di quasi 7 anni e una di pochi mesi nata a Forlì a fine luglio di quest’anno. Forlì mi ha accolto come studentessa fuorisede prima (dal 2009 al 2011), come lavoratrice (dal 2013) e come cittadina residente (dal 2019). Infatti, sia io che mio marito non siamo originari di Forlì, ma la carriera universitaria e quella lavorativa ci hanno portato qui, lontano dalle nostre famiglie.
Come immaginate, destreggiarsi tra un lavoro a tempo pieno e due figlie senza il supporto di una rete familiare è piuttosto complesso e mette a dura prova noi genitori. Già con una figlia non era facile, per questo dal 2019 ci siamo trasferiti da Cesena, perché anche 40 minuti di pendolarismo quotidiano fanno la differenza in un’organizzazione familiare complessa, fatta di scuole che garantiscono il servizio solo fino alle 16 (ben prima del canonico orario lavorativo), di malattie dei figli e di salti mortali di mamme e papà per non ricorrere a costosissime baby-sitter (le cui tariffe al momento si aggirano dai 10 ai 13€/ora).
Con gioia abbiamo ricevutol'invito in Comune per il 14 ottobre per dare il benvenuto alla nostra secondogenita. Finalmente un’amministrazione comunale vicina ai bisogni delle neo-famiglie e di questi nuovissimi cittadini. Tante belle parole abbiamo sentito quel 14 ottobre, accompagnate da preziosi omaggi delle aziende partner di questo progetto comunale. Peccato che a quelle parole e alla facciata della cerimonia nel salone comunale non siano collegate reali politiche di welfare per aiutare le famiglie nella conciliazione vita-lavoro. I nati dopo il 30 giugno sono, infatti, costretti a fare domanda fuori termine per i nidi d’infanzia, finendo automaticamente (a prescindere dal punteggio, dato da parametri oggettivi di bisogno delle famiglie di tale servizio) in fondo alla graduatoria, rendendo praticamente impossibile l’inserimento dei bambini nell’anno scolastico 2023-2024.
Anche i nidi d’infanzia privati o privati convenzionati non hanno posti a disposizione e liste d’attesa piuttosto lunghe. Per ovviare a ciò, ad esempio, il Comune di Cesena prevede nel proprio bando un aumento di 10 posti da gennaio 2024 con una graduatoria dedicata e scadenza delle domande a novembre 2023. Non sappiamo dunque come fare, dato che un'assenza prolungata dal lavoro a oltre l'anno di età della bambina (da luglio 2023 a settembre 2024) è molto complicata (anche se divisa tra i due genitori).
Un secondo problema è poi legato alle rette adottate dal Comune di Forlì, le più care del circondario (retta massima pari a €609,50/mese fino alle 18.30, €530/mese per uscita alle 15.55) e dove la retta massima viene applicata al raggiungimento di €30.000 di ISEE (che vi assicuro è facilmente superabile in una famiglia con due stipendi e casa di proprietà, ma sul cui bilancio oltre 500€ mensili pesano molto ugualmente, sommato al mutuo e alle spese generali in continuo aumento). In modo diverso operano le città vicine, con tariffe scaglionate fino a €60.000 e rette massime sotto i €500/mese (€405 a Cesena, €495 a Ravenna, €454,90 a Rimini). Sarebbe bello far seguire alle parole i fatti, non solo da parte delle aziende partner, ma anche da parte dell’Amministrazione Comunale, agendo su queste storture e dando dei veri incentivi alla genitorialità.