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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Il trekking che non t'aspetti: un itinerario selvatico dietro casa, nella campagna forlivese

Chi volesse scoprire questi luoghi (e magari riuscire ad osservare contemporaneamente le lucciole) può approfittare dell’escursione organizzata da Romagnatrekking

Dal punto di vista escursionistico, spesso siamo portati a sottovalutare ciò che abbiamo sotto gli occhi e a non considerare interessante una determinata meta, solo perché troppo “facile” o perché, proprio per la sua vicinanza da casa, ne rimandiamo la frequentazione. Nella prima periferia della città, nelle campagne fra Forlì, Meldola e Forlimpopoli, si sviluppa un ambiente certamente agreste, ma al contempo selvatico e ricchissimo di biodiversità, tanto che è divenuto una zona speciale di conservazione (ZSC), ai sensi della Direttiva Habitat della Commissione europea: sono i meandri del Fiume Ronco.

Iniziamo questo itinerario partendo dal rinnovato Centro Visite ex-acquedotto Spinadello (struttura che garantiva l’approvvigionamento idrico ai paesi di Lugo, Cotignola, Bertinoro e Forlimpopoli). Dopo aver ammirato il sapiente recupero architettonico dell’edificio, che ospitava la centrale di sollevamento, si inizia a camminare lungo i sentieri e gli stradelli in terra battuta, che serpeggiano fra i boschetti di robinia e pioppo. Il primo tratto di questo itinerario permette di affacciarsi più volte a ridosso del fiume Ronco, con la possibilità quindi di poter osservare le sponde del corso d’acqua, ma anche l’eventuale fauna selvatica che lo frequenta: con un po’ di fortuna si potrebbe vedere sfrecciare velocissimo il Martin pescatore, un piccolo uccellino coloratissimo, dai riflessi metallici, che si nutre di pesce.

Continuando nella passeggiata si arriva alle vasche della Sfir, enormi aree adibite alla decantazione delle acque dell’ex-zuccherificio, posto alla periferia di Forlimpopoli, ora rinaturalizzate e divenute paradiso per i birdwatchers che vogliono osservare uccelli selvatici nel loro ambiente naturale (specialmente quelli legati alle zone umide). Un comodo sentiero permette di potersi affacciare praticamente su tutte le vasche (alcune delle quali con presenza di acqua quasi tutto l’anno), permettendo agli escursionisti di poter comodamente puntare il binocolo fra i canneti e osservare germani reali, folaghe, gallinelle d’acqua, aironi cenerini, garzette e tanti altri uccelli acquatici.

Proseguendo ancora per il sentiero, si esce dalla zona delle vasche e si prosegue in parte lungo l’argine del fiume e in parte a ridosso dei coltivi che si sviluppano dietro la pista moto di Galliano Park, fino a transitare nei pressi di vecchi frutteti, ormai abbandonati ma ancora produttivi. Nel giro di poche centinaia di metri si raggiunge il ponte del quartiere Ronco e, dopo averlo attraversato, si può piegare a sinistra per arrivare al parco di Ronco Lido. Si può scegliere se attraversarlo oppure se restare sull’argine: in ogni caso si prosegue camminando su una pista ampia e ben battuta che attraversa campi coltivati e che transita nei pressi del lago Foma. Questo specchio d’acqua, originatosi alcuni anni fa in seguito all’attività di escavazione ed estrazione della ghiaia, è salito alla ribalta grazie al locale Cala Fo.Ma., una sorta di stabilimento balneare, che nel periodo estivo è spesso preso d’assalto dai forlivesi in cerca di refrigerio e di un’occasione di socializzazione. Ma ancor prima del successo della “spiaggia cittadina”, questo lago era noto agli appassionati per l’elevato valore naturalistico che riveste. 

Si continua nel percorso, attorniati da alti alberi di salice bianco, pioppi bianchi e neri, aceri campestri e sambuchi, fino a raggiungere la cosiddetta “Oasi di Magliano”, nei pressi del Golf Club “I Fiordalisi”. Siamo di fronte ad un altro lembo di territorio estremamente significativo, dal punto di vista della conservazione delle specie ornitiche in particolar modo: sulle sponde del lago Foschi, dove è possibile osservare numerose colonie (chiamate garzaie) di aironi di specie diverse, che si danno appuntamento la sera per riunirsi nei dormitori comuni, mentre durante il giorno si disperdono nei campi circostanti (o sulle boe galleggianti del campo di allenamento del golf) alla ricerca di cibo. È possibile effettuare il periplo del lago, ma vale la pena soffermarsi qualche minuto all’altezza dello scolmatore, un’opera di ingegneria idraulica, realizzata pochi anni or sono per il deflusso delle acque del fiume e che permette una visuale a bordo lago veramente suggestiva, soprattutto quando si capita da queste parti all’ora del tramonto.

Si riprende il cammino e, dopo aver percorso quasi interamente la circonferenza del lago, si seguono i segnavia della Via Romea Germanica: questo importante Cammino europeo (che ha origine nella cittadina tedesca di Stade e si conclude a Roma) ricalca in parte proprio l’itinerario proposto in questo articolo. Una breve salita e poi nuovamente campi coltivati e frutteti all’orizzonte: siamo nei pressi dell’agriturismo “La lenticchia”, visibile dal sentiero. 

La via prosegue scendendo verso un ulteriore laghetto di origini artificiali, recintato, che si trova a ridosso del guado sul fiume Ronco: può valer la pena scendere sul greto del fiume, qui raggiungibile facilmente, per osservare in mezzo alla fanghiglia le impronte dei vari animali selvatici che si recano all’abbeverata. Si possono scorgere con facilità le orme di volpi, tassi, istrici, caprioli, cinghiali, ma anche aironi, anatre e, con un po’ di fortuna, anche quelle del lupo, che è ormai presenza stabile anche nelle campagne forlivesi.

Si attraversa il passaggio sul fiume e si percorre la larga strada sterrata (via Maglianella), utilizzata anche dai mezzi della vicina cava di ghiaia e, giunti nei pressi di alcuni macchinari fatiscenti, si segue il sentiero che piega decisamente a sinistra, per raggiungere nuovamente un’area naturalisticamente meglio conservata. 

Un’ampia curva ci introduce al sentiero che, seguendo le indicazioni, ci sposta ancor più vicino alle sponde del Ronco: la vegetazione ai lati del tracciato a tratti è fitta e intricata, a testimonianza delle condizioni di naturalità del luogo. Si prosegue ancora immersi nel bosco ripariale che, in diversi tratti, affaccia sulle sponde del fiume, permettendo nuovamente osservazioni e refrigerio; si segue la facile pista larga e ben battuta e, in caso di dubbi, anche le indicazioni di legno con scritte in azzurro, che ci suggeriscono una breve deviazione verso il suggestivo “laghetto delle folaghe”, uno specchio d’acqua poco distante dal centro visite Spinadello, dove appunto numerose esemplari di questa specie hanno eletto il loro domicilio per nidificare. Al più attento osservatore ed appassionato naturalista non sfuggiranno anche altre specie, fra cui il Cavaliere d’Italia, piccolo trampoliere dalle lunghe zampe rosse, che ha trovato in questo lago un luogo tranquillo dove nidificare, e nemmeno il volo potente e preciso delle libellule o ancora il ritmico canto di rane e rospi.

Siamo quasi giunti al termine dell’itinerario e, lasciato il laghetto, si ritorna per qualche centinaio di metri sui propri passi, fino a riprendere lo stretto sentiero in terra battuta, che riporta nei pressi del canale Ausa e poco dopo al centro visita Spinadello. 

Chi volesse scoprire questi luoghi (e magari riuscire ad osservare contemporaneamente le lucciole) può approfittare dell’escursione organizzata dalle Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking® per venerdì 24 giugno: con partenza dal Centro Visite Spinadello si camminerà ai margini del bosco fluviale e si potrà godere di uno spettacolo senza precedenti (info e prenotazioni al seguenti link https://bit.ly/3O4JL1E).

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