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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Crisi Copua: cassa integrazione e ricollocamenti per i lavoratori, ma il presidio continua

Una quindicina dei 62 lavoratori stagionali verranno subito ricollocati (tre nel sito di Faenza, cinque nella sede di Cremona e sei in aziende del forlivese) e gli stipendi del mese di maggio saranno regolarmente pagati

Il presidio dei lavoratori della Copua (Cooperativa produttori uova) di Forlì continuerà almeno fino al prossimo 17 giugno, data in cui, dopo quello di giovedì, nella sede della Provincia, ci sarà un nuovo incontro tra i vertici dell’azienda, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e la stessa Amministrazione provinciale. Intanto, dopo la garanzia dei giorni scorsi della cassa integrazione per gli otto lavoratori a tempo indeterminato, nell’accordo sindacale firmato in piazza Morgagni, alcuni passi avanti sono stati fatti.

Una quindicina dei 62 lavoratori stagionali verranno subito ricollocati (tre nel sito di Faenza, cinque nella sede di Cremona e sei in aziende del forlivese) e gli stipendi del mese di maggio saranno regolarmente pagati. Nello stesso tempo, pur rimanendo il presidio, gli stessi lavoratori una volta a settimana s’incaricheranno della manutenzione e della pulizia dell’impianto produttivo. “E’ questa la situazione dopo che lo scorso 9 maggio, con una decisione unilaterale, la Copua aveva comunicato ai sindacati che dal lunedì successivo, a causa di un disavanzo di due milioni e mezzo su 20 di fatturato, tutti i 70 dipendenti sarebbero rimasti “a casa”. - ricorda la Fai Cisl in una nota - Decisione che oltre all’immediato presidio dei lavoratori, alle polemiche, discussioni e incontri nella Provincia di Forlì-Cesena, ha portato nei giorni scorsi l’azienda produttrice di uova di Forlì ad un passo dall’espulsione da parte delle Centrali Cooperative per “l’inaccettabile atteggiamento assunto nei confronti dei lavoratori e della comunità””.

“Ripercussioni sociali che sarebbero gravi – sottolinea Davide Bergonzini, segretario generale della Fai Cisl Emilia Romagna – poiché per i lavoratori stagionali la sola disoccupazione agricola non è altro che un’integrazione al reddito per i periodi dell’anno in cui non si lavora, mentre non esistono ammortizzatori sociali in caso di crisi o di chiusure di aziende”.

“Ora – conclude Roberto Cangini delle segreteria, Fai Cisl Romagna – la nostra speranza è che ci sia un interessamento di una delle tante aziende del territorio, e ciò non solo perché il forlivese è un’area particolarmente vocata alla produzione di uova, ma anche per il valore aggiunto che porterebbe in dote la Copua: una delle pochissime aziende ad avere gli stabilimenti lontani dagli allevamenti. Elemento, com’è facilmente comprensibile, di fondamentale importanza ad esempio in casi di emergenza sanitaria”.

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