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Economia

Fieravicola, bilancio positivo: il comparto avicunicolo è in salute

Il comparto avicunicolo conferma il proprio stato di salute anche in questo primo scorcio di 2013, come evidenziato dai dati presentati da Unaitalia.

Si è chiusa con sensazioni positive la 48esima edizione di FierAvicola, il Salone internazionale dell’avicoltura ospitato dalla Fiera di Forlì. A dimostrarlo sono innanzitutto i numeri, che confermano i circa 10mila visitatori accorsi nei padiglioni di via Punta di Ferro nei tre giorni. Tra loro, quasi un migliaio provenivano dall’estero, a conferma del crescente e diffuso interesse nei confronti del comparto avicolo nostrano, oltre che del risultato di aprire la manifestazione verso l’esterno, rendendola sempre più internazionale, con una precisa strategia di promozione avviata dal 2012 da Fiera di Forlì insieme al sistema camerale del territorio.

Pubblico dunque assai qualificato, come si richiede ad una fiera business e che ha potuto trovare spunti interessanti dagli espositori, ma anche dal ricco programma di workshop e convegni. A testimoniare il buon esito di FierAvicola 2013, anche i numeri relativi agli espositori, circa 200 in totale, dei quali il 20% arrivato da Paesi stranieri. Elevata anche la partecipazione di delegazioni estere di buyer e diplomatici, provenienti da realtà che rappresentano mercati di indubbio interesse per le imprese del settore come Algeria, Polonia, Romania, Russia, Libia, India, Egitto, solo per citarne alcuni. A questi si sono aggiunti anche tre Ambasciatori, in rappresentanza dei Governi di Burkina Faso, Repubblica Dominicana e Nigeria: quest’ultimo ha sottoscritto, nell’ambito di FierAvicola, un importante protocollo di collaborazione con le istituzioni locali (Provincia e Camera di Commercio) ed il sistema fieristico di Forlì e Cesena, per la promozione di scambi di prodotti, conoscenze e servizi, veicolati attraverso seminari, incontri e fiere specializzate nella prospettiva strategica di rapporti sinergici proficui tra Italia e Nigeria. La manifestazione è stata l’occasione anche per avviare nuovi contatti e porre le premesse per collaborazioni economiche con altri paesi, come l’India, con i cui rappresentanti delle imprese produttrici il dialogo e gli incontri con Fiera di Forlì e con il prezioso supporto della Camera di Commercio provinciale, proseguiranno nei prossimi mesi, nell’ottica di portare imprenditori, tecnici, operatori nazionali a presentare la propria offerta all’estero sotto l’egida di FierAvicola.

Forte anche la partecipazione di politici ed istituzioni, non solo locali, a testimoniare l’attenzione verso un comparto che, anche in questo inizio di 2013, mostra di non soffrire la crisi, ma si è conquistato un ruolo di tutto rispetto nella produzione nazionale, continuando anzi a far registrare numeri che lo pongono nettamente in controtendenza rispetto agli altri settori zootecnici. I dati proposti nel corso della manifestazione da Unaitalia parlano infatti di un comparto che fattura 5,7 miliardi di euro ed offre lavoro, tra dipendenti diretti ed indotto, a 100mila addetti, confermando il proprio ruolo centrale nel settore agroalimentare del nostro Paese. Non solo, nel 2012 si sono registrati incrementi sia nella produzione delle carni (+2,3%) che nei consumi (+4,1% per i prodotti avicoli) rispetto al 2011.

A FierAvicola erano presenti aziende che rappresentano vere e proprie eccellenze e che contribuiscono a portare il mondo avicunicolo ai vertici del settore zootecnico per livello di tecnologia raggiunto. Tanti anche gli appuntamenti ed i momenti di interesse per gli operatori che, insieme agli incontri business, hanno potuto approfondire tematiche tecniche, scientifiche, fiscali e legislative nei numerosi incontri e convegni previsti dal programma. Da segnalare, nel corso dell’ultima giornata del Salone, lo sguardo rivolto al futuro, tra innovazione e strategie per affrontare i mutati scenari economici, finanziari e normativi, anche a livello comunitario: dal ruolo del sistema cooperativo alle strategie di filiera per affrontare il problema degli elevati costi delle materie prime per la mangimistica.

Nonostante il difficile contesto economico, si respira un cauto ottimismo, grazie alle opportunità offerte alle imprese da FierAvicola anche tramite la sinergia attivata con l’Expo 2015 di Milano che offrirà alla filiera avicola una vetrina di assoluto valore e prestigio all’interno del Padiglione Italia. L’Expo 2015, incentrato sulla tematica dell’alimentazione sana e sostenibile, coinvolgerà operatori e realtà professionali in grado di proporre soluzioni ed idee concrete per rispondere a questa necessità, e tra loro non poteva mancare FierAvicola, che potrà così proporsi come un interlocutore privilegiato per quanto riguarda il consumo degli ovo-prodotti e delle carni bianche, facilmente fruibili dalle grandi masse ed al contempo con standard nutrizionali d’eccellenza.

Secondo Giorgio Grazioso, Presidente Fiera di Forlì “Non è un caso se FierAvicola si svolge a Forlì, nel cuore di quella Romagna che rappresenta uno dei pilastri del comparto avicolo italiano. Ed anche in questo 2013 la manifestazione ha rappresentato un’enorme occasione per il territorio, in termini di visibilità ed indotto, confermandosi non solo leader in Italia tra le fiere B2B del settore, ma anche come appuntamento di richiamo a livello internazionale. Dagli incontri sul tema dell’internazionalizzazione per arrivare all’importante firma dell’accordo con il Governo della Nigeria, FierAvicola è oggi una manifestazione che guarda ai Paesi esteri e che da questi viene riconosciuta ed apprezzata come luogo dove trovare le eccellenze del comparto. L’edizione 2015 di FierAvicola sarà pensata ed organizzata valorizzando al massimo la sinergia con Expo ed è nostra intenzione anche approfittare di questa per costruire opportunità per conoscere e visitare il nostro territorio agli stranieri in visita all’expo”.

Condividono con Fiera di Forlì il merito del buon esito di FierAvicola 2013 ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), Enterprise Europe Network, Ministero per lo Sviluppo Economico, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena, Comune di Forlì, Camera di Commercio di Forlì-Cesena. La manifestazione ha visto la partecipazione delle principali organizzazioni di categoria del settore (Assoavi, Unaitalia, SIPA, WPSA e ASIC), grazie alle quali è stato possibile allestire un programma così ricco di appuntamenti ed incontri di grande interesse per gli operatori, al quale hanno collaborato anche Unioncamere e Confcooperative Forlì-Cesena.

GUARDARE ALL'EXPORT - “L’agroalimentare non avrà futuro e non ha neanche un presente se resta privo di una organizzazione di filiera. Il settore avicolo è in tal senso uno straordinario esempio di aggregazione, che ha saputo coniugare qualità, efficienza ed innovazione”, ha detto il Presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento conclusivo al convegno Cooperazione ed avicoltura, qualità ed innovazione svoltosi sabato a Forlì nell’ambito della Fieravicola.

“La filiera delle carni avicole – ha proseguito Gardini – ha conosciuto una rapida evoluzione, caratterizzata dalla massiccia uscita dal mercato a partire dagli anni 70 di imprese più marginalizzate e dalla conseguente polarizzazione intorno ad alcuni grandi player dai numeri importanti, che si sono specializzati prevalentemente nelle innovazioni produttive. Oggi il comparto è un modello di filiera organizzata, che fattura complessivamente oltre 5,75 miliardi di euro, in larga parte (4,5 miliardi) realizzato dalle oltre 31 cooperative e 550 soci aderenti a Fedagri, che danno lavoro a ben 10.000 addetti”.

C’è una strada tuttavia che secondo Gardini il settore può percorrere per recuperare ancora margini di efficienza: andare oltre il mercato interno, intercettando consumi fuori dall’Italia, ciò “nonostante i problemi degli alti costi o della shelf life che sono in ogni caso comuni anche ad altri settori orientati all’export come il vino e l’ortofrutta”.

L’assessore regionale Tiberio Rabboni ha sottolineato “l’attitudine della forma cooperativa ad integrare i vari anelli delle filiere produttive e a portare avanti processi di innovazione nella stessa filiera”. Rabboni ha inoltre evidenziato la possibilità che dalla prossima programmazione 2014-2020 anche le cooperative possano accedere alla dotazione finanziaria prevista dallo sviluppo rurale per accedere a finanziamenti per la ristrutturazione delle linee produttive, l’ammodernamento degli stabilimenti e del benessere animale.

Il rappresentante di Confcooperative presso il Copa cogeca Gianluca Bagnara ha infine sottolineato l’importanza per le imprese di riuscire a garantire tutto il controllo della filiera, con investimenti - che partano dall’ambiente e arrivino fino alla trasformazione e alla comunicazione - insieme alla necessità che venga rispettato il principio di reciprocità, ossia l’obbligo per tutte le imprese, dal nord Europa al Sudamerica, di lavorare rispettando le stesse regole.

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