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Santa Sofia, gruppo Acis: "La situazione è appesa a un filo"

Continuano le difficoltà per i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo Acis di Santa Sofia, che comprende le società ACIS, CISS e Vis Mobility, e che oggi occupa ancora complessivamente circa 200 lavoratori

Continuano le difficoltà per i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo Acis di Santa Sofia, che comprende le società ACIS, CISS e Vis Mobility, e che oggi occupa ancora complessivamente circa 200 lavoratori (di cui 150 nella Valle del Bidente). Dal 2 luglio 2013 i lavoratori di ACIS e di CISS sono coperti dalla Cassa Integrazione in deroga, che fa seguito alla conclusione – il 1 luglio 2013 - del periodo interessato dalla cassa integrazione straordinaria. "Nel frattempo permangono forti tensioni sul pagamento delle retribuzioni anche per i circa 50 lavoratori passati alla neo-costituita Vis Mobility (società che, nell’ambito del progetto dell’azienda, ha l’obiettivo di continuare l’attività industriale del Gruppo), che ad oggi registrano un ritardo nel pagamento di parte della retribuzione del mese di maggio 2013" si legge in una nota dei sindacati.

"Per fare il punto sulla situazione del Gruppo, è convocata l’assemblea dei lavoratori mercoledì 10 luglio dalle ore 16.00 alle ore 17.00 presso lo stabilimento ACIS di Santa Sofia; compito dell’assemblea sarà anche quello di definire le necessarie iniziative di lotta e di mobilitazione. E’ evidente che il futuro del Gruppo, coinvolto in un complesso piano concorsuale, è oggi appeso ad un filo".

"E proprio di fronte a questa situazione di incertezza, e al fine di costruire in modo autonomo un possibile futuro industriale e di continuità per i posti di lavoro, il sapere e le professionalità, i lavoratori insieme al sindacato dei metalmeccanici hanno avviato un confronto con le associazioni cooperative (con un primo incontro che si è svolto lo scorso 2 luglio) per valutare concretamente la possibilità di costruire una società cooperativa formata da lavoratori del Gruppo che possa continuarne l’attività.  Viste le possibili ricadute sul tessuto occupazionale e sociale del territorio, come FIM FIOM UILM chiediamo infine l’intervento ed un monitoraggio attento da parte di tutte le Istituzioni locali, a partire dai Comuni della Valle" concludono le organizzazioni sindacali

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