Al Centro Culturale Khatawat un weekend dedicato all’improvvisazione
Sabato 31 gennaio e domenica 1 febbraio, il Centro Culturale Khatawat (via Pelacano 12 a Forlì), propone un week end dedicato alle tecniche improvvisative ed alla musica intuitiva con due laboratori condotti da Fabio Mina (flautista e collaboratore di Marcus Stockhausen) e Gabriella Schiavone e Teresa Vallarella, direttrici e voci del quartetto pugliese Faraualla. Dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 sarà proposto "La voce in gioco". Aperto a tutti, lo stage guida i partecipanti a scoprire la voce come strumento, attraverso un repertorio di canti polifonici che esplorano tradizioni folkloriche ed epoche storiche diverse. "Il valore dei laboratori - dichiara Schiavone - è la flessibilità di accogliere gli spunti diversi portati dai singoli partecipanti, in un continuo lavoro di scambio e rimodulazione degli esercizi proposti."
Il quartetto pugliese Faraualla si esibisce regolarmente dal 1995 nei più prestigiosi circuiti nazionali e internazionali del canto popolare, collaborando stabilmente con Radio3 e artisti del calibro di Lucilla Galeazzi, Pino Minafra, Giovannangelo De Gennaro e Sonia Bergamasco. Dopo aver esplorato la parola come suono puro all'insegna dell'eclettismo ma con un piede ancorato alle musicalità del sud Italia, l'ultimo disco "Ogni male fore" (2013) è un concept album dedicato ai formulari di garigione della medicina popolare.
Giovane ospite d'eccezionale talento, il flautista e polistrumentista Fabio Mina (Rimini, 1984) apre domenica 1 febbraio dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 il ciclo di 6 incontri dedicati all'improvvisazione e alla musica intuitiva secondo il metodo Stockhausen. Le altre date del ciclo - aperto a qualsiasi strumento, compresa la voce - sono il 15 Febbraio, il 1° e 15 Marzo, il 12 e 19 Aprile. La musica intuitiva, esplorata negli anni '60 dal celebrato pioniere Karlheinz Stockhausen, è oggi potenziata dal figlio trombettista Markus - di cui Fabio Mina è stretto collaboratore - nella cornice dell'Accademia Internazionale della Musica Intuitiva, a Bonn.
Grazie ad un metodo basato su esercizi di concentrazione, l'introduzione di repertori tipici della musica indiana, giapponese e medio-orientale, il training dell'orecchio e le improvvisazioni collettive e individuali, la musica intuitiva propone "un approccio spontaneo a tutti i tipi di sonorità che, nella musica classica come nel jazz, è andato perso a favore delle codificazioni e degli spartiti", secondo Mina.
"La prima musica creata dall'uomo - conclude il flautista riminese - probabilmente era una cosa simile, senza note, scale o accordi entro cui limitarsi a suonare, ma pura espressione con suoni ispirati dalla natura, imitazioni e improvvisazioni".