Sergio Celetti presenta il suo ultimo libro: metà del ricavato devoluto all'Avis
Si intitola "Verde luna - Racconti, acquarelli e altro", il nuovo libro che l'artista forlivese Sergio Celetti ha pubblicato di recente con l'editore Il Ponte Vecchio di Cesena. Il volume sarà presentato venerdì, alle 17, nella sala della palazzina Avis, via Giacomo della Torre 7, durante il corso di un incontro al quale interverranno, insieme all'autore: Andrea Brigliadori, Roberto Casalini e Valdemaro Flamigni, presidente dell'Avis Comunale, sodalizio al quale sarà devoluto metà del ricavato della vendita della pubblicazione.
L'iniziativa, promossa dalle associazioni "Anziani Centro Storico", "E' Sdaz" e "Pegaso, sarà coordinata da Gabriele Zelli. Andrea Brigliadori, nella presentazione, scrive che Sergio Celetti "ha saputo ricavare, dalla materia umana che la quotidianità sottopone alla sua intuitiva sensibilità, una sorte di inesauribile galleria di casi e di persone còlte nei passaggi essenziali delle loro esistenze, quando una vita può rivelare il suo senso o il suo non-senso. L'ambientazione e il tratteggio dei protagonisti sono tuttavia brevissimi, essenziali, spesso quasi assenti". Ciò che conta, nei racconti di Sergio Celetti, è la situazione, spesso ristretta a una stanza, a una strada, a un ufficio, a una cucina, a un letto, a un'osteria. E la situazione si rivela, rapidissima, in un gesto, in un dialogo, in uno scambio di parole, o di silenzi, o di sguardi. "Sono donne deluse, aggiunge Brigliadori, matrimoni che naufragano, incontri sospesi a ipotesi improbabili, fulminei suicidi, fughe dal nulla verso il nulla, talenti sciupati... La vita, insomma, nella varietà infinita dei suoi casi, delle sue sventure, delle sue combinazioni".
Nel libro sono state inserite trenta riproduzioni a colori di acquarelli, olii e opere grafiche, a prova del talento di artista figurativo di Celetti, che nato a Civitella di Romagna, vive e lavora a Forlì. Ha allestito mostre di pittura nelle principali città romagnole. Nel 1967 Aldo Spallicci lo invitò a incidere una copertina per la rivista di cultura romagnola "La Piè": fu la prima di una lunga serie (40 copertine pubblicate) che lo colloca sulla scia dei grandi dell'incisione romagnola, come: Nonni, Zimelli, Malmerendi, Ugonia e Nadiani.