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La Pinacoteca, dopo il Liberty, apre le porte a chi non vede: visita 'tattile' alle opere

Per la prima volta a Forlì, vedenti e non hanno potuto toccare con mano, seppur con guanti in vinile, veri e propri capolavori lapidei come il “Piliere con San Mercuriale”, la “Figura antropomorfa”, il Sarcofago del beato Giacomo Salomoni

I Musei di Forlì tornano nel mirino dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Dopo la visita, nel giugno scorso, alla grande rassegna internazionale dedicata al “Liberty, uno stile per l’Italia Moderna”, la sezione forlivese dell’Uici, rappresentata dal vice presidente Daniele Mordenti, è potuta ritornare al San Domenico per una “occhiata tattile” ad alcuni dei gioielli artistici esposti nel contenitore di piazza Guido da Montefeltro. La visita condotta da Francesca Bandini della Cooperativa Tre Civette, ha esordito con una gradita novità: era aperta a tutti.

Per la prima volta a Forlì, vedenti e non hanno potuto toccare con mano, seppur con guanti in vinile, veri e propri capolavori lapidei come il “Piliere con San Mercuriale”, la “Figura antropomorfa”, il Sarcofago del beato Giacomo Salomoni, il Busto di Pino III Ordelaffi e lo straordinario sarcofago in marmo bianco del beato Marcolino Amanni. Sono tutti pezzi custoditi nella sezione della Pinacoteca forlivese dedicata alle opere dal XII al XV secolo: quella, per intenderci, che si para alla destra del visitatore che sia appena salito al primo piano del San Domenico. L’iniziativa, tenutasi il 2 luglio scorso nell’ambito delle “Passeggiate d’Estate” proposte dal Comune di Forlì, si è rivelata un successo sin dall’avvio, con ben trenta persone in attesa nel foyer del museo. “La grande partecipazione alla visita tattile di questa sera – dichiara Mordenti – e il fatto che i non vedenti presenti siano una minoranza (i soci Uici erano quattro in tutto) dimostra la buona strategia d’insieme della nostra associazione: non pretendere un mondo a nostra misura, ma interventi che possano giovare all’intera collettività”.

Ipovedenti in visita alla Pinacoteca di Forlì

Se per i ciechi e gli ipovedenti toccare l’opera d’arte è una necessità, per i normodotati è una forma straordinaria di approfondimento, diciamo pure un arricchimento. Sotto il palmo di mano dei visitatori è finita anche la riproduzione in bassorilievo del celeberrimo “Pestapepe”. Attribuito in passato allo stesso Melozzo da Forlì, l’affresco rappresenta l’insegna della bottega della spezieria che Ludovico Albertino, medico di Caterina Sforza, gestiva sull’attuale corso Diaz nella seconda metà del Quattrocento. Riprodotto dagli studenti dell’Istituto d’Arte di Forlì ad uso prioritario dei non vedenti, insieme all’abito indossato dal Pestapepe confezionato dall’Istituto “Saffi-Alberti” con indirizzo moda – abbigliamento, il bassorilievo è divenuto modello di studio a disposizione di tutti. Fra i partecipanti all’inconsueta visita c’erano anche Gabriella e Carolina, zia e nipote residenti rispettivamente a Pisa e a Forlì. “Mi era già capitato di ammirare le opere della nostra Pinacoteca – dichiara Carolina – ma riuscire pure a toccarle è stata un’emozione grande”. La donna cita il “Piliere con san Mercuriale, una figura acefala che benedice un pellegrino inginocchiato e i simboli dei quattro evangelisti” proveniente dalla Pieve di San Martino in Strada: “E’ già bello a vedersi, figuriamoci ora che possiamo seguirlo anche con le dita”. La signora Gabriella esprime un plauso per l’iniziativa forlivese, che fa da apripista nei confronti di altre città italiane di chiara fama artistica, a cominciare proprio da Pisa

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