Massimo Franco fa il ritratto di un uomo e un paese: "C'era una volta Andreotti"
"E' sopravvissuto a due guerre mondiali, sette papi, la monarchia, il fascismo, la Prima Repubblica e la Seconda. E a sei processi per mafia e omicidio".
Così Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera, tra i massimi esperti di politica in Italia, introduce la figura di Giulio Andreotti, cui ha dedicato il suo ultimo saggio "C'era una volta Andreotti", vero e proprio "ritratto di un uomo, di un'epoca e di un paese", che lo stesso Franco presenterà venerdì 15 marzo alle 17 all'Auditorium Cariromagna di Forlì.
"Giulio Andreotti è stato un esemplare unico del potere in Italia per longevità, sopravvivenza agli scandali, dimestichezza con gli apparati dello Stato e del Vaticano, consuetudine con le classi dirigenti mondiali del passato. È stato unico perfino nell’aspetto fisico, che ha nutrito generazioni di vignettisti. A cento anni dalla nascita, ripercorrere la sua vita e la sua epoca significa fare i conti con la distanza siderale tra la sua Italia e quella di oggi. Dopo essere stato incombente per mezzo secolo come uomo di governo e come enigma dell’Italia democristiana, Andreotti non c’è più. E non solo perché è morto, il 6 maggio del 2013. Non esistono più la sua politica, la sua cultura, il suo Vaticano. Rimane solo l’eco lontana e controversa del «processo del secolo», che doveva chiarire le sue responsabilità e che invece si è concluso nel modo più andreottiano: con una verità sfuggente".
Massimo Franco - affiancato sul palco dalla prof.ssa Maria Laura Lanzillo, ordinaria di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna - racconterà e analizzerà Andreotti e il suo mondo: gli alleati, i nemici, il suo alone intatto di mistero, ma anche la famiglia invisibile per decenni, e sorprendente nella sua stranissima normalità. Emblema e garante dello status quo nell’era della guerra fredda, Andreotti ha rappresentato l’«uomo del Purgatorio» per antonomasia, in una nazione in bilico tra Paradiso occidentale e Inferno comunista. Ha permesso a un’Italia di specchiarsi per mezzo secolo in lui, di sentirsi migliore, o forse solo di autoassolversi.
L'ingresso all'incontro, promosso dalla Fondazione Cassa dei Riparmi di Forlì nell'ambito delle iniziative di approfondimento culturale del progetto Romagna Terra del Buon Vivere, sarà libero fino ad esaurimento dei posti disponibili in Auditorium, con omaggio di copia del volume agli intervenuti.