Mistero e divertimento a teatro con "Intrigo a cena con relitto"
Venerdì il Teatro Testori di Forlì ospiterà "Intrigo a cena con relitto", con la compagnia Teatro delle Forchette e per il Laboratorio di Arti sceniche The Theatre. In un antico e misterioso maniero sperduto, appartenente ad una femme fatale altrettanto antica che risponde al nome di Wanda Relitto, si ritrovano 5 ospiti per quello che si rivela essere un equivoco non del tutto casuale. Serviti da una cameriera sexy e pericolosa che sogna di essere Marilyn da un cameriere psicopatico dalla doppia personalità e da una governante di hitleriana memoria, tenteranno di capire chi li ha invitati li, per quale motivo, e soprattutto, chi è la Signora mummificata che assieme ad un alce altrettanto imbalsamato troneggia immobile sulla sala da pranzo. Ma, come avverte minacciosamente la governante, ‘ forse voi non lo sapete, ma qui, c’è gente che ci guarda!’, quindi, la risposta decisiva forse andrà cercata in nuove e decisive dimensioni dell’Intrigo.
Oltre a tutto quanto già racconta il testo di per se (l’omaggio al Genere sia cinematografico che letterario, ad Alfred Hitchock e Agatha Christie, ai personaggi stereotipati, alla commedia brillante all’inglese quando non al cinema di Billy Wilder o, ovviamente, Neil Simon quando non Mel Brooks ) ‘ Intrigo a cena con Relitto ‘ è fondamentalmente un testo che per quanto dichiari in superficie non parla affatto di cinema, che è solo il ‘costume’ narrativo, ma di teatro. Affonda in effetti tutte le sue radici nel più profondo Teatro dell’Assurdo fino a germogliare in un vero Teatro di ricerca o Sperimentale oltrepassando Pirandello come gioco della menzogna e il Living Theatre come spezzatura della quarta parete. Se fino ad ora si era portato l’attore in sala facendoglielo arrivare dal palco o giungere dalla sala stessa, o portando il teatro per intero in luoghi informali trasformati per l’occasione in spazi più da installazione animata che da prosa vera e propria, ecco che ‘ Intrigo’ si appella ad un concetto tornato in auge come novità in ambito cinematografico e anche televisivo quale il 3D per rammentare a tutti che invece "il Teatro 3D lo è sempre è stato e sempre lo sarà", dall’origine dei tempi ad oggi, a meno che ad uno spettatore ahimé non manchi la vista da un occhio.
Solo che qua avviene il contrario e tutti si basa sull’esigenza di un 3D totalmente concettuale e intellettivo ( quindi vedibile anche per chi appunto ci vede solo da un occhio sia pure mentale, come ad esempio la media dei critici teatrali).
Non è il pubblico che indossa i famigerati occhialini 3D, visto che a Teatro non servono, ma i Personaggi. E così dalla loro dimensione riusciranno a vedere finalmente il pubblico che li osserva ed a fare quello che quasi mai come si diceva prima, si è fatto in drammaturgia; portare il pubblico nella vicenda, e intrappolarlo nella trama fino ad ucciderlo fisicamente. E sotto quest’ottica ecco che i personaggi stereotipati diventano invece improvvisamente altro, fino al Personaggio Tutelare del Teatro stesso come concetto che da astratto diviene incarnato e qua si fa chiamare Rebecca la Prima Moglie. E alla fine del Tutto non importa il motivo non importa il movente. Conta solo la narrazione, il momento attivo, l’Attimo da cogliere l’interpretazione degli Attori e la Materializzazione dei Personaggi. E la spiegazione finale riassume tutto il valore base del teatro, così come del testo stesso