Al Palazzo del Monte di Pietà la mostra "Roberto de Cupis, scultore, architetto e pittore"
In occasione del quarantesimo anniversario della morte di Roberto de Cupis, la Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì ospita presso i propri locali del Monte di Pietà in corso Garibaldi a Forlì una mostra monografica intitolata “Roberto de Cupis, scultore, architetto e pittore” che si propone di illustrare, con una corposa esposizione di opere, l’attività artistica di un artista che ha attraversato gran parte del novecento lasciando importanti opere d’arte nella città e nel territorio forlivese.
La mostra sarà aperta ad ingresso libero dal 6 dicembre (all'inaugurazione il presidente della Fondazione, Roberto Pinza, il sindaco Davide Drei) fino a domenica 11 gennaio con il seguente orario: martedì e mercoledì dalle 16 alle 19.30, il venerdì dalle 9 alle 12.30, il sabato dalle 9 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30, la domenica dalle 16 alle 19.30. Chiuso il lunedì e il giovedì. E poiché si tratta di opere ancora poco conosciute non solo dalla cittadinanza ma anche dagli “addetti a i lavori”, oltre a curare la mostra il figlio, Ettore Maria De Cupis, ha ritenuto importante associare alla mostra una pubblicazione che oltre a svolgere la funzione di catalogo costituisse una documentazione molto ampia dell’intera produzione artistica del padre affidandola a Alberto Bondi (per l’intero periodo che dalla formazione accademica evolve sino alle opere della maturità artistica alla soglie della seconda guerra mondiale) Alvaro Lucchi (per i monumenti funerari, che rappresentano una fondamentale stagione nello sviluppo dell’attività artistica dello scultore) e Flavia Bugani (per l’ultimo periodo di attività a partire dal dopoguerra con l’approdo all’attività pittorica).
“Nato a Roma nel 1900 da antica e nobile famiglia – come scrive nella premessa al volume Paolo Poponessi – de Cupis visse interamente la sua parabola personale ed artistica all’ ombra del campanile di San Mercuriale. Terminati gli studi a Parma presso l’Istituto delle Belle Arti, Roberto si perfezionò con grandi maestri tra i quali lo scultore Wildt e l’architetto Mancini. L’attività di scultore, decoratore, progettista di de Cupis è estremamente ampia e le sue opere (sculture, decorazioni, bassorilievi, monumenti, elementi di arredamento) si trovano in varie città italiane, oltre che a Forlì. La produzione di de Cupis spazia dall’architettura e la scultura monumentale con committenza pubblica e privata fino alla pittura e alla ceramica. Era una personalità eclettica e geniale che univa una grande creatività ad un notevole tecnicismo; basti pensare che, nel secondo dopoguerra, quando era dirigente dell’ Unrra, ente di ricostruzione edilizio, fu autore di alcuni brevetti tra i quali uno per la costruzione dei solai in laterizio. Il periodo aureo per Roberto de Cupis fu quello dal 1920 al 1936 tanto che, tra il 1933 e il 1936, realizzò significative opere di committenza pubblica. Proprio a questi anni risale la collaborazione con Cesare Bazzani per la progettazione e direzione dei lavori per la costruzione della Casa del Mutilato di via Maroncelli dove eseguì anche sculture e decorazioni. Gli anni del totalitarismo non potevano che riservare, in fondo, amarezze a uno spirito libero come de Cupis. Pur non essendo un oppositore politico, non tollerava imposizioni culturali alla sua creatività da parte del regime. Cominciò quindi a subire una certa emarginazione, venendo lentamente escluso da lavori commissionati dallo Stato tanto da dovere con dispiacere quasi sospendere la sua attività: nella sostanza continuò a fare l’artista solo per sé stesso. Cominciò allora il silenzio dell’artista de Cupis almeno fino agli anni 60, quando si ripresentò sotto lo pseudonimo di Rodec con una mostra forlivese delle sue opere che fece molto discutere; gli rimase però sempre l’amarezza per la sospensione dell’attività artistica negli anni Trenta, unita al rimpianto di non aver sfruttato fino in fondo il suo grande talento. Morì a Forlì ai primi di gennaio del 1975”.