Pittura tradizionale giapponese: la tecnica "Sumi-e" sbarca a forlì
Arriva un workshop di "Sumi-e" a Forlì da Manoni 2.0, il 6 e 7 novembre dalle 9:30. Di origine cinese, questa pratica della pittura all’inchiostro di china chiamata sumi-e, è stata introdotta in Giappone, da monaci Zen, più di cinque secoli fa.
Con un semplice pennello, una tavoletta di china, una pietra e un foglio di carta di riso, concentrando l’attenzione sul momento presente, lasciando scorrere i pensieri, sciogliendo le tensioni del corpo mediante una giusta postura e una corretta respirazione, questo modo di dipingere può risvegliare in colui che la pratica la creatività, rendendolo più sensibile, attento armonioso nell’accettare se stesso, gli altri e le proprie difficoltà, più recettivo e in contatto con la fonte della vita stessa che è in lui. Il termine giapponese significa “inchiostro nero” (sumi) e “pittura” (e) ed indica una delle forme d’arte in cui i soggetti sono dipinti con l’inchiostro nero in gradazioni variabili dal nero puro a tutte le sfumature che si possono ottenere diluendolo con l’acqua. Questo non vuol dire però che ogni cosa dipinta così possa meritare il nome di sumi-e. Il sumi-e coglie l’essenza della natura. Dice il Maestro Su Tung Po: "A proposito del giusto atteggiamento da tenere quando si dipinge: ... prima di dipingere un bambù, bisogna che esso vi cresca nell’animo. Allora, col pennello in mano e lo sguardo concentrato, vi nasce innanzi la visione. Coglietela subito coi tratti del pennello, perché può dileguarsi presto, come la lepre all’approssimarsi del cacciatore".
Il “sumi-e” è un metodo di pittura basato sull’apprendimento pratico a diretto contatto regolare con il maestro, ripetendo dei modelli tracciati dal maestro oppure modelli presi dai trattati classici. Nel “sumi-e” non è essenziale la “bravura” o la “perfezione tecnica” o il “talento”, tutti possono imparare purché seguano lo spirito dell’istruttore e le sue indicazioni spesso basate sull’intuizione.