"Drammi di coppia" al Teatro Comunale di Predappio
Sabato alle 21 il Teatro Comunale di Predappio ospiterà il laboratorio di arti sceniche "The Theatre", "Drammi di coppia". Atti unici del teatro dell'assurdo tratti a H.Pinter, S Beckett , B. Vian. La regia è a cura di Stefania Paganin, Matteo Rambelli e Vincenzo Turiaco. Foto di scena a cura di Emiliano Camporesi. Teatro dell'assurdo è la denominazione di un particolare tipo di opere scritte da alcuni drammaturghi, soprattutto europei, sul finire degli anni '40, '50 e '60. Con lo stesso termine si identifica anche tutto lo stile teatrale nato dall'evoluzione dei loro lavori. Il teatro dell'assurdo si caratterizza per dialoghi senza senso, ripetitivi e serrati, capaci di suscitare a volte il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi.
TESTA DI MEDUSA di Boris Vian
Regia Matteo Rambelli
con Valerio Bellettini, Andrea Piovaccari ed Elisa Zecchini
Supervisione al Progetto: Stefano Naldi
LA PRESENTAZIONE - Cosa si è disposti a fare per essere baciati dalle dolci labbra della violenta, crudele e sadica ispirazione?
E quando perdendosi fra le sue braccia seducenti, la si vedesse poi pian piano spegnersi, e scivolare come sabbia fra le dita? Come sopportare di averla adorata, assaporata e poi perduta? Boris Vian, nel suo capolavoro dal titolo “Testa di Medusa” trasporta in un mondo figlio regole tanto ferree quanto illudibili. D'altronde una menzogna è, per chi l’ascolta, verità, fino a quando questi non ne scopre la vera natura. Così noi attori di palcoscenici figli di menzogne quotidiane, che troviamo divertente fingere di credere per divertire il nostro pubblico, vi invitiamo ad ascoltare, come fosse verità, la menzogna della nostra storia. Non importa se mai fosse stata realtà o da dove provenga, importa a cosa noi decidiamo di credere. Ma se per le regole di questo nostro gioco, le menzogne che vi racconteremo dovessero divertirvi, sarebbe forse peccato giocare a credere a una bugia?
COMMEDIA di Samuel Beckett
Regia Vincenzo Turiaco
con Liza Vallicelli, Alice Liverani e Tobia Canducci
supervisione al Prgoetto: MAssimiliano Bolcioni
LA PRESENTAZIONE - “Commedia” rappresenta una posizione di sospensione, di riflessione aperta tra il richiamo di un destino di annullamento nell’indistinto e l’idea di un mondo morale fondato sul senso, sull’ordine della colpa e della redenzione. In tutti i casi una cosa è certa, tutto è inautentico rispetto all’unica autenticità: l’esserci per la morte. “Commedia” per quanto mi riguarda vuol significare un intenso inno alla vita e contemporaneamente un desiderio di annichilimento, non sappiamo se nel nulla o nell’abbraccio dell’essere.
L'AMANTE di Harold Pinter
Regia Stefania Paganin
con Paola Fabbri e Eros Zanchetta
SUPERVISIONE AL PROGETTO: Antonio Sotgia
LA PRESENTAZIONE - Harold Pinter nasce a Londra nel 1930 e muore nel 2008: fra gli autori del teatro dell'assurdo è sicuramente uno dei più contemporanei. Considerato un autore eccentrico, inaccettabile e incomprensibile, Pinter nelle sue opere si occupa di politica, di violazione dei diritti umani, di problematiche sociali: egli scopre e mette in luce ciò che già esiste. Nel 1962, Pinter scrive “L'amante”, testo nel quale sfiora i terreni paludosi e infidi della commedia di intrattenimento mettendo in scena i giochi erotici di una coppia di bravi borghesi. Il drammaturgo inglese indaga sulla convivenza di due coniugi (Richard e Sarah), spossati ormai dalla routine matrimoniale e perciò mossi ad inventare degli accorgimenti che servano ad accendere le braci di una passione ormai sopita.
Si scoprono giochi stravaganti, in cerca di emozioni nuove e tutto dà l'idea di un clima di tranquillità, ma da qui si passa ad un senso di inquietudine, di falsità eretta a sistema, di perbenismo (emergente dalle battute) che offende per la sua placida ostentazione. Pinter amplia lo sguardo sulla crisi della coppia borghese, su suoi riti rigidamente codificati, sulle maschere indossate quotidianamente, sui suoi tabù, sul conformismo dilagante e distruttivo. “L'amante” è chiaramente un testo di protesta contro il conformismo, contro l'essere obbligati (il sentirsi obbligati) a comportarsi in determinati modi per essere considerati normali. Proprio per uscire da ciò, fra le mura domestiche, nell'intimo della vita matrimoniale, Richard e Sarah recitano varie parti, inscenando situazioni e ruoli sempre diversi. Per liberarsi dalla routine dalla recita di tutti i giorni escogitano un loro modo per sfuggirle, non rendendosi conto però che, così facendo, entrano in un'altra routine, in un altra finzione, perdendo di vista la verità della loro vita assieme: i sentimenti. Idealmente vediamo i nostri due protagonisti che “giocano” assieme, ma quasi senza contatto fisico e senza nemmeno mai guardarsi negli occhi.
Una vita assieme che diventa una vita con uno sconosciuto. Una persona a fianco con la quale non si condivide in realtà nulla di “vero”, ma solo le falsità che si creano. Come il sorriso forzato sempre presente sui loro visi. Richard e Sarah, sono divisi da un muro, fisicamente visibile in scena, qualcosa che li divide ma allo stesso tempo dà loro una sorta di tranquillità: l'ancora di salvezza di una apparente vita perfetta, nella quale non c'è bisogno di affrontare l'altro veramente, con il cuore, ma solo attraverso soddisfazione di bisogni e routine. Ma questi giochi, le maschere e le continue variazioni sul tema, sfiancano i due coniugi, al punto da voler rompere tutti gli schemi. Richard desidera spezzare questa catena che li imprigiona ormai da troppo tempo. Guarda negli occhi Sarah e spezza (fisicamente) il muro che li divide facendolo diventare invece un muro che li accoglie, che li abbraccia e che li chiude, proteggendoli, nello stesso luogo. Sarah dapprima è sconvolta da questo mutamento, non pronta ad affrontare il marito. Ma poi alza lo sguardo e finalmente entrambi si guardano, dopo molto tempo, negli occhi. I cuori si aprono e le emozioni emergono come da un tempo lontano. Comprendono che si può “giocare” senza essere obbligati dalle convenzioni ma anche guidati dai sentimenti. Il gioco della vita può quindi ricominciare, ma ora sarà vivo e assolutamente autentico.