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"Aprimmo la prima pizzeria da asporto a Forlì": l'avventura di una famiglia che si è buttata nell'impresa

Una storia di pizza, famiglia, passione, anche se non è durata molto, ha lasciato tanto a chi la racconta: "Mi sono divertito e ho imparato tantissimo. La pizza la faccio ancora, anche per i colleghi in caserma”.

Prima la pizza si mangiava solo al ristorante o si cucinava a casa, poi alcune pizzerie hanno iniziato a fare anche asporto e sono nate quelle dedicate solo a questo servizio. Sembra sia passato un secolo ora che il cibo si ordina con una app dal divano. “La prima pizzeria da asporto a Forlí l’abbiamo aperta io e mia sorella nel lontano 1988 e più precisamente con l'inaugurazione il 6 novembre”.

E' Stefano Ferrucci, 54 enne forlivese, a raccontare questa storia: “Io e mia sorella Silvia (oggi 55enne) decidemmo di aprire 'Pizza Rapida' su mia pressione: avevo notato che molte persone andavano a prendere le pizze da asporto nelle pizzerie tradizionali, dove spesso non c'era un luogo dove attendere senza essere d'impiccio, così mi venne l'idea. Io e mia sorella pensammo di creare un locale, sul modello di una pasta fresca, dove non sentirsi a disagio nell'attesa”.

Racconta Ferrucci: “E' stata una bella esperienza che mi ha fatto maturare, io avevo 20 anni ed ho capito come funziona il mondo della ristorazione. Non avevamo esperienza e siamo stati dei pazzi: l'unica che sapeva fare la pizza era mia mamma che ci diceva sempre di imparare, perchè ci sarebbe potuto servire, e così fu”. Pizza Rapida faceva solo servizio da asporto, dopo pochi anni i Ferrucci hanno lasciato, perchè hanno intrapreso altre strade: “Abbiamo venduto ad ottobre 1991 e dopo hanno continuato altre gestioni e tutt'ora c'è una pizzeria, negli stessi locali  di via XXIV Maggio 4/6/8.  Io avendo fatto il militare  nei Vigili del Fuoco feci il concorso ed entrai, mia sorella aveva aperto una società di restauri archeologici a Bologna e attualmente fa ancora quel lavoro in più insegna all'Università di Ravenna restauro del vetro. Ma avevamo tante idee in testa, anche di aprire una pizzeria da asporto al mare, avrei voluto fare una seconda linea per la consegna a domicilio, poi sono arrivate altre opportunità e abbiamo seguito quelle”.

La pizzeria partì con il botto: “Con 5 kg di farina facevamo 45 pizze, il giorno dell'inaugurazione preparammo la linea per quel quantitativo, ma alle 17:30 la pizzeria era piena, abbiamo iniziato a fare altri impasti fino ad arrivare a sfornare 150 pizze il primo giorno – ricorda Ferrucci -. Nel primo forno a legna ci stavano 5 pizze, a gennaio l'abbiamo dovuto cambiare comprandone uno per 13 pizze. Facevamo 40mila pizze all'anno, chiusura il martedì e un mese di ferie. All'epoca proponevamo già impasto integrale e sceglievamo materie prime di altissima qualità”. 

In pizzeria si riuniva tutta la famiglia: “Mia mamma ci dava una mano, poi c'erano due dipendenti part-time e anche mia moglie a tempo pieno. Mia nonna materna che viveva con noi, all'epoca aveva 78 anni, e voleva venire in pizzeria: arrivava, si metteva il grembiule e il fazzoletto in testa e piegava tutte le scatole”. Ferrucci ha tanti ricordi di un periodo che, anche se breve, gli ha lasciato tanto: “Un cliente mi chiese una margherita a forma di cuore per la moglie che aveva appena partorito e gliela regalai.  Mi sono divertito e ho imparato tantissimo. La pizza la faccio ancora, anche per i colleghi in caserma”. 

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