"Sintomi covid, ma niente tampone". L'Ausl replica: "Protocolli in linea con le indicazioni regionali"
Recita la segnalazione di una lettrice: "Esprimo la mia grande perplessità per un episodio di potenziale mancata diagnosi Covid appena sperimentato. Mia madre 79enne pluripatologica ha avuto recentemente problemi di sbalzi pressori molto accentuati e da oggi (15 luglio, ndr) sviluppa febbre alta dopo che, tra le altre cose, il 3 luglio è rimasta 9 ore in pronto soccorso per lo stesso problema. Dopo diversi consulti telefonici con il medico di base (che ovviamente esercita solo in regime di telemedicina adesso) anche a seguito di permanere di pressione alta anche con la nuova terapia ci consiglia insistentemente di chiamare il 118.
Facciamo la chiamata e parte la segnalazione di paziente sospetto covid, ma all’arrivo il personale dell’ambulanza si consulta telefonicamente con il personale di pronto soccorso e ci viene spiegato che l’eventuale ingresso in pronto soccorso verrà effettuato con percorso pulito e quindi senza l’effettuazione del tampone. Restiamo perplessi: ma non dovevamo fare uno screening per trovare gli asintomatici? Ora non facciamo più il tampone nemmeno ai sintomatici….. Io ho un padre pluripatologico con bronchite asmatica cronica, enfisema polmonare che ha anche subito un intervento di asportazione di parte di un polmone per tumore e devo farlo convivere con una persona con febbre alta e che potrebbe quindi essere malata? Mi permetto, quindi, di segnalarvi che se queste sono le disposizioni, magari sarebbe opportuno rivedere qualche protoccollo oppure smettere di affermare che si sta facendo una campagna di indagine per trovare gli asintomatici quando lasciamo con leggerezza un potenziale sintomatico a diffondere la malattia convivendo con persone fragili".
Risponde l'Ausl Romagna: "In merito alla lettera, pur nella mancanza di riferimenti precisi per l'identificazione della paziente citata e nei limiti dettati dalla privacy, da un'analisi relativa agli accessi, possiamo affermare con certezza che, nei giorni 2-3-4 luglio, non sono risultate afferite al Pronto Soccorso di Forlì pazienti di sesso femminile che presentassero sintomi, o elementi anamnestici ed epidemiologici, sospetti per Covid. Ovviamente i tempi di permanenza in Pronto Soccorso sono condizionati dalle tipologie di percorso che i singoli pazienti devono affrontare in base alle condizioni cliniche e ai parametri vitali. Pare infine opportuno precisare che al Pronto Soccorso si utilizzano protocolli in linea con le indicazioni regionali per l’individuazione dei casi sospetti, ai quali viene effettuato il tampone che ha finalità diagnostiche e non di screening. L’attività di screening citata nell’articolo, viene effettuata sulla base di protocolli adottati dai servizi di Prevenzione e non dal Pronto Soccorso, che continua ad avere altre finalità assistenziali".