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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

" Vi racconto la storia del ""Foro di Livio"". Insegno, ma sono anche giornalista. Sono dottore in Giurisprudenza ma anche in Scienze religiose. Osservatore curioso, sono appassionato di storia locale e di musica del Settecento. Ho il vizio di scrivere e pubblicare (con discrezione) saggi, manuali, racconti. Mi occupo anche di birra, ma questa è un'altra storia "

Il Foro di Livio

Le corone di Girolamo

Nelle statue, spesso la Madonna indossa una corona. Il tutto nasce da un’idea di un forlivese amico di Federico Borromeo

Il 25 novembre si fa memoria di Santa Caterina d’Alessandria, una festa antica quasi come la Santa, che a Forlì ha sempre avuto una dimensione rionale, specialmente per la parrocchia di San Biagio. Sicuramente quest’anno sarà celebrata diversamente, come tutto il resto e per i motivi che si sanno. Però due cose, apparentemente fuori tema, si possono dire. La chiesa di San Biagio, rifacimento di buone intenzioni di un prezioso luogo di culto fatto fuori da un tragico bombardamento, in realtà è originariamente dedicata a San Girolamo. Anch’esso, Santo di memoria antica. Si può ragionare sul nome: Girolamo, Gerolamo che dir si voglia. Senza scomodare Girolamo Mercuriali o Girolamo Riario, c’è un forlivese che oggi è pressoché sconosciuto mentre un tempo era noto fuori dalle mura.

Girolamo Paulucci di Calboli visse tra il 1552 e il 1620 passando alla storia per essere quello che inventerà l’usanza di incoronare le statue della Vergine. Di lui si legge la biografia romanzata nel testo “L’Apostolo della Madonna” scritto da padre Pellegrino da Forlì, definitore generale cappuccino, e dato alle stampe in Roma nel 1877. Nato nella conosciuta famiglia aristocratica col nome di Pierantonio, chiese a diciott’anni l’ammissione all’ordine francescano all’insaputa dei genitori e che in seguito avrebbero disapprovato la sua scelta di vita. Dopo di lui, anche i fratelli Fabrizio e Francesco seguirono le sue orme e divennero importanti prelati. L’incoronazione delle statue della Madonna è una tradizione che ebbe notevole diffusione tra il Cinque e il Settecento, dapprima in Italia e poi in tutta Europa, specialmente dopo il Concilio di Trento come segno della Riforma cattolica. Venne regolamentata e promossa da papa Clemente VIII tanto che divenne uno dei modelli liturgici e devozionali tipici della Controriforma. Per esempio venne incoronata l’Immagine della Madonna del Fuoco a Forlì il 26 agosto 1601. Fu proprio l’attività del religioso forlivese a rendere questa devozione una vera e propria tradizione anche con scene suggestive e solenni, tanto da ricevere numerose adesioni. Girolamo fu quindi chiamato in varie città per curare l’esecuzione della cerimonia anche grazie al sostegno di vari prelati, fra cui Federico Borromeo (sì, quello dei Promessi Sposi) da cui fu protetto e incentivato nella sua opera mantenendo anche una vicinanza epistolare.

Da tale documentazione si evince quanto il forlivese fosse abile a organizzare queste rappresentazioni pubbliche, tanto che, come avvenne a Forlì, non fu ammessa solo per le statue ma anche per immagini e drappi mariani. Federico Borromeo lo chiamò poi a predicare la Quaresima a Milano e in vari luoghi vicini fino al 1618. Se, quindi, tra i lombardi era acclamato, a Parma era considerato un personaggio pericoloso e destabilizzatore dai governanti Farnese. Nonostante questo visse da quelle parti fino alla morte avvenuta il 19 marzo 1620. La sua opera, forte di un’intensa devozione mariana, s’inserisce nel solco della predicazione in polemica con le istanze del mondo protestante. Entrato nell’Ordine dei Cappuccini, Girolamo sarà quindi il codificatore e il cerimoniere di importanti gesti cattolici i quali, dopo un momento penitenziale, includono l’argento e l’oro che, nella corona, sono spesso il frutto di donazione di fedeli: erano monili o altri oggetti di vanità. Da Milano a Roma, il nome del forlivese sarà noto per essere proprio di colui che si sarebbe preso cura di questa attesa manifestazione sacra.

Umberto Pasqui
 

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