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Un carrello della spesa low-cost, un forlivese su due riduce la quantità e la qualità del cibo

Coldiretti: "Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di una azienda agricola su 10 chiude"

L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che cresce in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti del caro prezzi sulla base dei dati relativi al commercio estero dell’Istat nei primi cinque mesi del 2022. L’incremento della dipendenza alimentare dall’estero – sottolinea la Coldiretti - spinge i rincari dei prodotti agroalimentari al consumo. Il balzo dell’inflazione, infatti, porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello secondo l’indagine dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre solo un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.

In questo scenario l’agricoltura biologica taglia i consumi energetici e scende in campo per ridurre la dipendenza dal gas russo ed i rincari dei prezzi scatenati dalla guerra in Ucraina, che si ripercuotono a valanga partendo dalle aziende agricole fino ad arrivare alla spesa delle famiglie. Una battaglia che parte dal Sana di Bologna, il salone del biologico, giovedì 8 settembre dalle ore 10 con l’inaugurazione dello stand della Coldiretti (Fiera di Bologna – Padiglione, 30 Stand C/21), dove sarà illustrato il contributo alla riduzione dei consumi energetici dell’agricoltura biologica italiana che è leader in Europa, anche con la presenza delle innovative esperienze dei giovani agricoltori.

Del come combattere gli effetti dell’inflazione nel momento di fare la spesa con scelte di acquisto consapevoli e sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo si parlerà poi nel corso dell’incontro promosso da Coldiretti Bio, alla presenza di centinaia di imprenditori del biologico di Coldiretti Emilia Romagna, in programma giovedì 8 dicembre alle ore 14.30 nella sala del Palazzo dei Congressi - piazza della Costituzione 4.

All’iniziativa prenderanno parte tra gli altri, assieme al presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni, Elena Panichi, Capo unità agricoltura biologica Dg Agri della Commissione Ue, Enrico Amico, Presidente Demeter, Robert Schweininger, Responsabile acquisti del gruppo Tegut (Germania), Carmelo Troccoli, Direttore Fondazione Campagna Amica e Francesco Giardina, segretario di Coldiretti Bio.

Per l’occasione sarà presentata l’analisi Coldiretti su “Il biologico alla guerra del gas” con focus sull’impatto dei rincari energetici sulle scelte produttive e di consumo degli italiani.

"Con l’aumento degli arrivi dall’estero c’è anche il rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. L’Italia è costretta ad importare a causa dei bassi compensi riconosciuti agli imprenditori agricoli perché si è preferito fare acquisti speculativi approfittando dei bassi prezzi nei mercati internazionali. Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena sottolinea che “Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.

“Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – continua Alessandro Corsini firettore di Coldiretti Forlì-Cesena – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. In agricoltura – conclude - si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio".

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