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Coronavirus, Confartigianato Forlì: "Ritrovare il senso di comunità, per superare la paura"

L'unico nemico è un virus, che può essere vinto solo con l'assunzione di responsabilità da parte di tutti, per fermare la catena di contagi e il triste bollettino quotidiano"

"La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiari". La citazione di Zygmunt Bauman ben si confà alla situazione attuale, in cui è la rabbia e la frustrazione derivanti dalla lotta contro un nemico invisibile sono i sentimenti dominanti. "La mancanza di certezza nelle prospettive future esaspera gli animi, i timori legati a un’ulteriore recessione economia, lo spettro di un nuovo lockdown possono sfociare in cupa rassegnazione, nella disperazione o in sentimenti distruttivi, di rivalsa contro le istituzioni e i loro rappresentanti, rei di non aver saputo far fronte a una situazione, che, per sua stessa natura, non può essere imputata alla politica", evidenzia il presidente di Confartigianato Forlì, Luca Morigi.

"L’emergenza coronavirus costringe ad assumere delle decisioni impopolari e straordinarie, per contenere la pandemia: imporre un coprifuoco, chiudere determinate attività o limitare le libertà individuali non sono decisioni che chi governa prende a cuor leggero - prosegue -. Noi stessi, come Associazione di categoria, abbiamo protestato, anche con veemenza, contro i divieti che limitavano l’attività delle piccole imprese, chiedendo la rapida corresponsione di indennizzi adeguati e la riduzione delle tasse agli imprenditori che hanno avuto pesanti contrazioni di fatturato. Ma la protesta non deve mai uscire dai confini del confronto civile e costruttivo. Del dialogo. Abbiamo sempre evitato polemiche sterili, portate avanti al solo scopo di ottenere visibilità, cavalcando l’onda emotiva del momento. E di certo condanniamo con fermezza il ricorso alla violenza".

"Minacciare ritorsioni nei confronti di chi, in questo momento, è in prima linea e sta lavorando per tutelare la collettività è un atto ingiustificabile - prosegue -. Commettere atti intimidatori e destabilizzanti ha il solo effetto di accrescere il dolore e lo smarrimento. Oggi più che mai è indispensabile ritrovare la coesione, il senso di comunità, con la consapevolezza che nessuno è immune dalle conseguenze del Covid-19, senza lasciare prevalere i sentimenti negativi che portano a cercare un facile capro espiatorio. L'insicurezza e il rancore represso reclamano un bersaglio tangibile, un nemico da abbattere. Ma l’unico nemico è un virus, che può essere vinto solo con l'assunzione di responsabilità da parte di tutti, per fermare la catena di contagi e il triste bollettino quotidiano".

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