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In provincia attive 3417 imprese manifatturiere, il 60% "attratte" dall'intelligenza artificiale

In Emilia Romagna nel I trimestre 2023, l’industria manifatturiera nel territorio ha registrato ben 40.574 imprese attive (4° posto in Italia per numerosità)

Secondo l’Osservatorio Mecspe sull’industria manifatturiera realizzato in occasione della prossima fiera di riferimento per la filiera organizzata da Senaf (Bari, 23-25 nov. ’23), il I quadrimestre 2023 in Emilia-Romagna è stato segnato sicuramente dalla difficoltà di reperimento delle risorse umane (per il 55%) e delle materie prime (38%), oltre che dall’aumento dell’inflazione (40%), mentre per quanto riguarda l’andamento, per tre quarti delle imprese i fatturati restano stabili o in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e per l’81% il portafoglio ordini è considerato adeguato.

Un dato importante se si considera il tessuto produttivo emiliano-romagnolo: nel I trimestre 2023, l’industria manifatturiera nel territorio ha registrato ben 40.574 imprese attive (4° posto in Italia per numerosità), rappresentando il 10,3% delle aziende totali nella regione. Un dato, quest’ultimo, superiore alla media nazionale (8,9%). A livello provinciale, il numero più alto di imprese manifatturiere si registra a Modena (8.520), seguita da Bologna (8.139), Reggio Emilia (6.168), Parma (4.714), Forlì-Cesena (3.417), Ravenna (2.601), Rimini (2.515), Piacenza (2.373) e, fanalino di coda, Ferrara (2.127) [3].

Sulla base dei dati emersi dall’Osservatorio si rende necessario per le imprese diventare sempre più efficienti in modo da ottimizzare i costi, essere sostenibili economicamente e competitive a livello globale. Sicuramente l’innovazione è uno degli aspetti principali per trasformare le aziende e renderle più moderne, ma per una crescita strutturale del settore questo è solo un tassello. Sarà necessario proseguire anche sulla crescita delle risorse, tema oggi molto sentito dalle imprese, e sulla creazione di una cultura green che metta al centro le persone e la società in ottica ESG. Innovazione, formazione e sostenibilità sono esattamente i tre pilastri portanti di MECSPE, che torna per la seconda volta a Bari come punto di riferimento per il settore manifatturiero del Centro e Sud Italia.

“L'industria si conferma pilastro dell'economia italiana e gli imprenditori hanno capito l'importanza di continuare a investire in innovazione e nella crescita delle risorse con una formazione adeguata – dichiara Maruska Sabato, Project Manager di MECSPE – Soprattutto in questa fase dove si stanno affacciando nuove tecnologie come l’AI che potrebbero rivoluzionare il settore, ma che richiedono competenze specifiche e difficili da reperire sul mercato. Oggi MECSPE ha un compito importante: accompagnare gli imprenditori durante questo percorso di trasformazione digitale mettendo a loro disposizione non solo la parte espositiva, che resta importante, ma tutte le connessioni che si creano in fiera grazie alla presenza di associazioni di settore, aziende ed esperti. Una piattaforma completa dove le aziende possono scoprire le ultime soluzioni, toccarle con mano, condividere esperienze e apprendere le novità del settore”

Ritornando ai tre pilastri per le aziende, a che punto siamo in Emilia-Romagna sul fronte dell’innovazione e della digitalizzazione, fattore che più di tutti ha un impatto diretto sulle imprese in termini di efficienza?  Quali sono i trend emergenti? Quasi due terzi delle aziende ritengono di aver avuto nel I quadrimestre una crescita digitale da media ad alta e tante iniziano a essere “attratte” dalle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, che potrebbero “cambiare” sensibilmente il settore: per quasi sei imprenditori su dieci l’AI avrà un impatto positivo (solo per il 16% sarà negativo), il 7% già la utilizza, il 14% la introdurrà prossimamente e il 37% si sta già informando.

Le imprese emiliano-romagnole ci credono e investono in innovazione, ed è per questo che MECSPE ha previsto un programma ricco di iniziative dedicate per promuovere i vantaggi di una cultura digitale e agevolare l’implementazione nei processi aziendali e produttivi.

Un esempio è il Villaggio AIDAM – Associazione Italiana di Automazione Meccanica, un’area tecnologica e innovativa che rappresenta il comparto della meccatronica italiana, un’eccellenza a livello mondiale. “L’industria manifatturiera in Italia è sicuramente ai primi posti europei per tecnologia ed innovazione. Un risultato a cui ha senza dubbio contribuito l’automazione industriale, insieme alla personalizzazione delle soluzioni che solo le aziende italiane riescono a creare – afferma Michele Merola, Presidente AIDAM – Il piano Industria 4.0, oggi chiamato Transizione 4.0, ha rivoluzionato il nostro paese e il modo di produrre. Si trattava di un processo già in atto in numerose aziende italiane e il piano ha solo accelerato questa trasformazione grazie alla quale le aziende hanno compreso i vantaggi della digitalizzazione. Le sfide non sono finite, il nostro comparto, che serve praticamente tutto il mondo e le più svariate filiere, sta continuando ad innovare per mantenere l’eccellenza che ci viene riconosciuta come brand Italia”.

Accanto al Villaggio AIDAM, spazio anche alle giovani imprese -che rappresentano un indice di dinamicità del tessuto imprenditoriale del Paese- con l’iniziativa StartUp Factory: un’area su misura per favorire il networking tra startup innovative e tecnologiche e piccole, medie, grandi imprese.

L'attenzione crescente verso la digitalizzazione, quindi, porta con sé la necessità di acquisire nuove competenze e formare le risorse umane. Cosa fanno oggi le imprese emiliano-romagnole per far crescere il bagaglio di competenze interne? Tra le azioni che hanno adottato o adotteranno, Quasi sei aziende su dieci investono in corsi di aggiornamento e formazione per il personale già presente e quasi quattro su dieci stanno puntando sui giovani stringendo accordi con ITS, IFTS e università. Il tema dei giovani è infatti molto sentito dagli imprenditori, in quanto da un lato rispecchia un nuovo modello di industria più in linea con le aspettative della Gen Z, dall’altro è un bacino interessante da cui attingere risorse in parte già formate, come nel caso degli ITS.

Per affrontare questa sfida, MECSPE e l'ITS A. Cuccovillo Meccatronica Puglia porteranno in fiera per la seconda volta la Piazza Formazione 4.0, un punto d'incontro tra gli studenti e le aziende partner che metterà in luce l'importanza del legame tra imprese e formazione.

Oltre all’innovazione e alla formazione, il tema che più di tutti sta crescendo, almeno sul fronte della sensibilità, è quello della sostenibilità. E qui si apre un capitolo importante: se le grandi aziende hanno una cultura green più sentita, anche per una questione di “obblighi”, qual è la fotografia tra le PMI?  Su questo, secondo l’Osservatorio MECSPE, in Emilia-Romagna ci sono dei piccoli miglioramenti: il livello di conoscenza dei criteri ESG sale al 40% del campione (6 p.p. in più dell’ultima rilevazione), così come gli imprenditori che ritengono abbastanza o molto green la propria azienda, che arriva al 47% rispetto al 34% precedente. Ma la strada è ancora lunga e sarà necessario sensibilizzare gli imprenditori sui vantaggi diretti e indiretti di una cultura green più marcata, che si riflette positivamente su tutte le aree aziendali.

Un ruolo colto appieno da MECSPE grazie a tante iniziative come il Percorso Ecofriendly – io faccio di più, un percorso reale e virtuale tra gli espositori che si distinguono per pratiche aziendali green e sostenibili.

Ma la novità più importante su questo fronte per l’edizione barese è rappresentata dal Cuore Mostra “Transizione energetica & sostenibilità nell’industria manifatturiera: dai trasporti alle imprese”, l’area più strategica della fiera che si svilupperà su tre focus: mobilità, industria manifatturiera e filiera dell’idrogeno.

Attraverso tavole rotonde, speech e momenti di confronto arricchiti da best practice e case history di successo, gli esperti di tecnologia e di mercato illustreranno le sfide che il comparto automotive e le aziende dovranno affrontare in ottica del 2035, il possibile impatto della mobilità sostenibile sulla filiera, e quali misure e soluzioni dovranno adottare le aziende.

Infine, non mancheranno gli storici appuntamenti di rilievo, come il Villaggio Confartigianato e il Villaggio ASCOMUT - Associazione Italiana Macchine Tecnologie e Utensili, oltre alla partecipazione di CNA Produzione e Confindustria Bari BAT e al supporto del Comune di Bari e della Regione Puglia.

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