Forlì celebra il suo compatrono: ritorna la festa di San Mercuriale
Come da consuetudine ormai millenaria, venerdì a Forlì si celebra la festa di San Mercuriale, compatrono della città. Avviata già domenica con la presentazione dei risultati preliminari sullo studio delle reliquie del Santo patrono di Forlì, operata da un pool di scienziati coordinati dal dottor Mirko Traversari, antropologo fisico e paleo patologo di Forlì, la solennità vivrà uno dei momenti più importanti giovedì, alle 18.15, con il trasferimento delle reliquie all’altare maggiore, ove rimarranno esposte sino a domenica , seguito dai primi vespri solenni e dal canto del Te Deum.
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Venerdì, giorno effettivo della festa liturgica del protovescovo, sono previste sante messe alle 8.30 e alle 10. Alle 18.15 recita dei secondi vespri, seguiti dall’accoglienza del nuovo vescovo mons. Livio Corazza, successore dello stesso San Mercuriale al soglio episcopale cittadino: il presule friulano alle 19.00 presiederà la santa messa con la partecipazione del parroco-abate di San Mercuriale-Santa Lucia don Enrico Casadio. Nel corso della liturgia eucaristica, il vescovo rivolgerà il tradizionale Discorso all’urbe, alla presenza delle autorità cittadine. Domenica, alle 11 santa messa di ringraziamento per i collaboratori della parrocchia, cui seguirà la collocazione del nuovo reliquiario in marmo di Carrara nella cappella Mercuriali.
Alle 15 giochi nel chiostro per bambini e ragazzi, con apertura del campanile. La centralissima basilica di piazza Saffi, fino al 1827 officiata dai monaci benedettini vallombrosiani, è sempre più avviata a recuperare il ruolo di fulcro della cristianità forlivese, tipica dei tempi in cui il cuore pulsante dell’urbe era più propriamente chiamato il “Campo dell’abate”. La festa di San Mercuriale si celebrava inizialmente il 30 aprile, giorno in cui si organizzava persino un palio di cavalli dal Ronco fino alla Piazza Grande (l’attuale Piazza Saffi). Per non sovrapporla a quella di San Pellegrino, che ricorre il primo maggio, la ricorrenza fu spostata al 26 ottobre, giorno in cui, nel 1601, le reliquie del proto vescovo, eccetto il cranio e la mano sinistra custoditi rispettivamente alla SS.Trinità e in Duomo, furono traslate nella cappella Mercuriali, in fondo alla navata destra della basilica.
Da ormai nove secoli, la splendida chiesa romanica è, infatti, legata a doppio filo al vescovo che guidò la prima comunità cristiana. “San Mercuriale – si legge su ‘La Civiltà Cattolica’, rivista dei Gesuiti, digitalizzata su google – era uno straniero proveniente dall’Albania, il quale peregrinò a Gerusalemme, donde ritornando portò seco delle reliquie; poscia andò in Spagna da Alarico, re dei Goti ed avendolo guarito da una grave malattia, ottenne da lui la liberazione di duemila e più forlivesi, che erano tenuti prigionieri dal re (da qui l’origine del toponimo del quartiere Schiavonia). Morto nel 449, Mercuriale fu sepolto nella chiesa della Trinità”.