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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

L'intervista - Cosa farà l'ex parlamentare Di Maio alle prossime elezioni? "Su di me ricostruzioni fantasiose, alcune rancorose"

E' stato per dieci anni parlamentare espressione del territorio forlivese, prima col Pd e poi confluito in Italia Viva fin dall'inizio

E' stato per dieci anni parlamentare espressione del territorio forlivese, prima col Pd e poi confluito in Italia Viva fin dall'inizio, cioè da quando Matteo Renzi ha tenuto a battesimo il suo partito politico. In molti, negli ambienti politici e non, si domandano se Marco Di Maio, 40 anni, spesso recordman di preferenze, si candiderà alle prossime elezioni e con chi, magari scompaginando equilibri elettorali piuttosto in bilico. Di Maio spiega quindi a ForlìToday le sue intenzioni per i prossimi mesi.

Di Maio, dal termine del suo mandato in Parlamento, circa un anno e mezzo fa, non è praticamente più intervenuto sulle vicende politiche locali e nazionali. Di cosa si è occupato in questo periodo?
"Il mio impegno politico è terminato, per mia scelta, il 13 ottobre 2022 con la fine del mio mandato parlamentare e dopo aver scelto di non ricandidarmi. Dal 1° ottobre dello stesso anno ho avviato da lavoratore autonomo una serie di iniziative e servizi di supporto alle imprese nel monitoraggio legislativo, nelle relazioni esterne e nello sviluppo del business. Sto lavorando, poi, a progetti di utilizzo dell’intelligenza artificiale in diversi ambiti e altri legati alla comunicazione. Non ho alcun incarico politico ad alcun livello dal nazionale al locale. E, sottolineo per l’ennesima volta, non ambisco ad averne per i prossimi anni". 

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Questo silenzio rappresenta disimpegno dalla politica o c'è una partecipazione comunque attiva nelle “retrovie”?
"Sì, è un disimpegno dalla politica militante. Ho sempre condotto la mia attività politica alla luce del sole, mettendomi in gioco e assumendomi le responsabilità anche quando ho preso decisioni impopolari (che peraltro ripeterei tutte). Nelle retrovie lavora chi usa l’arma della calunnia e della denigrazione. Ho letto, leggo e sento tantissime ricostruzioni fantasiose, maliziose e talvolta rancorose verso il sottoscritto: anche da persone che si espongono nell’anonimato, salvo non considerare che poi le cose si vengono a sapere quando si ha la fortuna di conoscere tanta gente. Da cattolico credo nella redenzione e li perdono, tutti possono sbagliare". 

Andiamo dritti al quesito che si fanno in molti: cosa farà a giugno? Sarà candidato alle elezioni comunali o alle Europee?
"Non farò niente di particolare. Andrò semplicemente a votare come spero faranno in tanti. Prima e dopo non farò nient’altro, se non seguire e ascoltare come farebbe qualsiasi elettore che è appassionato di politica. C’è chi si ostina a non voler comprendere e accettare che possano esserci persone che, pur avendo avuto incarichi politici e istituzionali ai massimi livelli, a un certo punto decidono di far basta e dedicarsi ad altro, senza cercare ruoli politici. Non viene accettato e capito e, per assurdo, si offende chi lo fa. Tuttavia, pur essendo forse in pochi, ci sono anche persone di questo genere". 

Chi la teme si domanda “Cosa intende fare Di Maio” perché è consapevole che ha una base di gradimento personale, trasversale ai partiti. E' così?
"Mi fa piacere se si ritiene che ci sia questa base di gradimento personale. Significa che è stato fatto un buon lavoro. Chi ha questi timori evidentemente non è altrettanto sicuro del proprio lavoro; ma se può servire a portare serenità nell’animo tormentato di qualcuno, ribadisco che la mia attività politica è finita e non è previsto che riprenda a breve". 

In molti poi esprimono posizioni di amicizia e di apprezzamento verso la sua attività politica. L'onorevole Rosato, uscito da Italia Viva e ora in Azione, l'ha definita alcuni giorni fa “uno dei  migliori parlamentari” della scorsa legislatura e che è “impossibile litigare” con lei. E' un invito a entrare in Azione?
"No, è una attestazione di amicizia che mi fa piacere anche perché arriva da uno dei parlamentari di più lungo corso, esperienza e competenza del Parlamento. Conosco Ettore da oltre 10 anni, ho lavorato a strettissimo contatto con lui fin dal mio ingresso alla Camera e c’è un legame personale che va al di là della politica e coinvolge anche la mia famiglia. Tant’è che quando viene in Romagna non manca mai di avvisarmi e spesso ci incontriamo a pranzo o a cena".

Anche Sara Samorì, che ha seguito il suo percorso di uscire dal Pd, l'ha citata come riferimento politico...
"Ho letto. L’ho ringraziata personalmente per questo gesto spontaneo e le ho fatto i miei auspici per questa sua nuova avventura".

C'è spazio per un terzo polo autonomo in questa tornata elettorale?
"I tempi delle dinamiche politiche sono molto rapidi ormai, quindi è ancora possibile. I candidati a sindaco, però, non si improvvisano e mancano meno di tre mesi al deposito delle liste".

Che rapporti ha col sindaco Zattini? E' vero che ha un'interlocuzione aperta con lui?
"Conosco Zattini da oltre un decennio, prima ancora di essere eletto in parlamento. Nel 2018, un po’ a sorpresa, salì sul palco con me a Meldola nella mia iniziativa di apertura della campagna elettorale per la rielezione nel collegio uninominale Forlì-Faenza. Ho sempre interloquito con lui, come con tutti i sindaci di ogni orientamento, come possono testimoniare tanti di loro. Durante l’emergenza alluvione ho dato una mano a lui, ad alcuni assessori e altri sindaci a reperire mezzi da varie parti d’Italia, segnalare situazioni di particolare difficoltà, allacciare contatti con alcune strutture. Ho fatto ciò che farebbe qualunque altro cittadino che vuole bene alla propria terra e può fare qualcosa per aiutarla. Una volta lasciati tutti i ruoli politico-istituzionali, ho mantenuto i miei legami di amicizia tanto con Zattini quanto con molte altre persone di estrazione politica diversa alla sua".

E riguardo a Graziano Rinaldini, che ne pensa politicamente?
"Penso che Graziano sia prima di tutto una persona impegnata e meritevole di considerazione: lo conosco da anni, il suo percorso parla per lui. L’ultima esperienza fatta insieme è stata nella distribuzione degli aiuti al quartiere Romiti dopo l’alluvione, dove ero stato reclutato assieme a mia moglie dal coordinatore del quartiere, Stefano Valmori, per dare una mano. Gli rinnovo il mio in bocca al lupo come già ho fatto privatamente". 

Alle prossime elezioni seguirà le indicazioni del suo partito (Italia Viva ha deciso di sostenere Zattini, ndr) o della frangia interna che si è dissociata da questa decisione?
"Rispetto il dibattito interno a Italia Viva, come quello che attraversa tutti i partiti e movimenti. Non essendo più impegnato in politica non sono più tenuto a rivelare pubblicamente il mio voto. Se lo facessi contraddirei ciò che ho ribadito e cioè che sono fuori dall’arena politica pubblica".

Che città di Forlì è questa che si sta avvicinando alla scelta del nuovo sindaco? Qual è il suo quadro politico, lei che comunque la politica l'ha analizzata per oltre dieci anni?
"Una città in transizione, che vive una fase delicata tra grandi opportunità di crescita e sviluppo e anche ragioni di preoccupazione. C’è la necessità di mettere in campo una forte visione per il futuro: partendo dalla difesa e rafforzamento di quello che Forlì ha e che non è affatto scontato che possa mantenere ai livelli che conosciamo. Mi riferisco alla presenza dell’Università (tutti conosciamo le spinte riaccentratrici su Bologna) e alla sanità locale. La ricostruzione post alluvione, poi, deve essere l’occasione per ripensare anche allo sviluppo futuro della città. Penso che in tanti apprezzerebbero che lo si facesse unendo le forze migliori e propositive del territorio per lasciare da parte, invece, divisioni ideologiche legate al passato".

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